Vi sono sul Sole alcuni gas; fra questi predomina l'idrogeno, del quale paiono appunto formate in massima parte la cromosfera e le protuberanze.
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Alcuni, pensando alle grandi eruzioni di gas idrogeno osservate. sul Sole, spiegarono le stelle nuove ammettendo in esse l'eruzione e l’incendio di
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I composti chimici danno spettri di tutt'altra natura. Gli ossidi, i cloruri, le differenti specie di idrogeno carbonato mostrano allo spettroscopio
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255. Lo spettro delle nebule è formato da tre o da quattro righe lucide, le quali dimostrano anzitutto che l'idrogeno è uno dei componenti loro
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spettri luminosi identici, per quel che riguarda idrogeno e il carbonio, agli spettri delle nebulose.
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276. E cromosfera e protuberanze risultano in gran parte di idrogeno ed hanno luce rossa, di un solo colore, monocromatica.
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La costituzione della corona solare è complessa; risulta in parte di gas lucenti, in ispecie di idrogeno e di un altro gas ignoto sulla Terra
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righe lucide, quante sono le nere che vedonsi ordinariamente nello spettro. Così si è trovato che le righe C ed F sono dovute all’idrogeno, con altre
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Al di sopra però di questo strato di vapori metallici ve n’è un altro d’idrogeno alto circa 8 in 10 secondi, misto ad una sostanza che dà una riga
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analizzate collo spettroscopio, si trovarono contenere l’idrogeno, l’Helium ed altri vapori metallici, come sodio, ferro, magnesio, ecc.
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sfumate agli orli; in secondo luogo le righe dell’idrogeno vi appariscono per certi tratti talora luminose e non tutte nere come da per tutto sul resto del
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stesso. Ivi l’idrogeno della cromosfera trovasi assai sollevato e sovente forma dei getti altissimi, talora colossali, simili a quelli che si vedono
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dilatate e sfumate. Provarono infatti il Plucker e il Cailletet che sotto una pressione considerabile le linee dell’idrogeno si dilatano e si sfumano
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minori. Lo stesso accade per le diverse combinazioni dell’ossigeno e dell’idrogeno col carbonio, come è, per esempio, l’acetilena o anche per le semplici
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diretto di questa sostanza combinata coll’ossigeno e coll’idrogeno. Si è rilevato che i meteoriti carbonosi non contengono realmente che una dose
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nelle due prime zone ma meno soddisfacente nella terza. Mancano inoltre nella stella le righe vive dell’idrogeno C che sono nella benzina; e un’altra
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che fu detta T. Essa comparve improvvisamente di 2a grandezza e diede uno spettro composto delle linee dirette luminose dell’idrogeno C ed F assai
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. Siccome le nebulose, come vedremo contengono molto idrogeno, quindi si capirebbe perchè in queste stelle dominino le righe di questo elemento.
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Parigi ne studiò lo spettro e lo vide formato di linee lucide e di zone oscure. Vi rilevò l’idrogeno, e forse il magnesio, il sodio o l’Elio. Quando
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Lo spettro di questa stella è dato nella figura 33 come si vedeva nel Febbrajo 1869. In essa vi era lucido l’idrogeno C, (Le zone lucide sono
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gruppo non è identico in tutte: nella 2a pare composto di righe vive. La riga lucida principale non pare la F dell’idrogeno. Essa n’è lontana assai
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in quinta. Questa stella ci presentò una volta nel massimo di sua luce le righe lucide dell’idrogeno come γ Cassiopea, cosa che non abbiamo più
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Geissler coll’idrogeno: la principale (a) cade vicina ad una oscura ben forte che è presso al mezzo tra b e F solari, ma la linea della nebulosità
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stelle di eguali grandezze. Accade qui a un dipresso quello che accade colla cromosfera solare, in cui la luce dell’idrogeno ridotta a poche righe
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deve dirsi dell’idrogeno e altre sostanze chimiche che noi possiamo confrontare colle stelle. Non solo ne additammo il fenomeno, ma cercammo anche di
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perfetta sarebbe la lunghezza delle onde luminose emesse nella radiazione di certe sostanze elementari, come per es: l’Idrogeno, il Sodio ecc. ma l’estrema
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Questa riga è corrispondente alla F del Sole, e devesi all’Idrogeno. La diciamo posta nel verde, ma per molti, come per noi corrisponde realmente al
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trovata in Sirio Questa riga è corrispondente alla F del Sole, e devesi all’Idrogeno. La diciamo posta nel verde, ma per molti, come per noi corrisponde
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chimiche. Così in Sirio mostrarono che le righe principali erano dell’idrogeno, e che probabilmente eravi anche il sodio e il magnesio. Le nostre
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, Markab, α Ofiuco ecc. Lo spettro di queste è quasi continuo: soltanto esso è solcato da quattro forti righe nere che sono quelle dell’idrogeno, ma
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2°. Il secondo tipo è quello delle stelle gialle: esse hanno righe finissime; le righe dell’idrogeno pure vi sono, ma sono sottili e non punto così
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luce, e le lettere poste sotto, sono quelle delle righe principali dello spettro solare: del sodio D, del magnesio b, F e C dell’idrogeno collocate al
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spettro solare: del sodio D, del magnesio b, F e C dell’idrogeno collocate al posto relativo che esse hanno su questi spettri quando si ricevono
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non apparivano vere linee filari e taglienti, ma semplici sfumature ed ineguaglianze di luce. Le linee di rovesciamento dell’idrogeno sono assai
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La più insigne fra le eccezionali è la stella γ (gamma) di Cassiopea che presenta le righe spettrali dell’idrogeno non nere per rovesciamento, ma
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Thalin un atlante di righe spettrali del Sole, vi scopriva l’idrogeno, elemento che si rivelerà il più diffuso nell’universo. Julius Plucker aveva già
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quella selva di dati e suddivise le stelle in quattro gruppi: Tipo I – stelle bianche o azzurrognole come Sirio, con evidenti righe dell’idrogeno; Tipo
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’idrogeno. Oggi sappiamo che si tratta di una nebulosa planetaria, i suoi gas sono stati lanciati nello spazio da una stella giunta alla fine della sua
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più o meno a lungo. È una fase nella quale bruciano idrogeno trasformandolo in elio. L’equilibrio tra l’energia prodotta, che tende a farle espandere
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gradi a 3500. In più Cecilia scopre che, benché nelle stelle si trovino anche gli elementi pesanti esistenti sulla Terra, l’idrogeno e l’elio sono
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La creazione di materia non deve sconcertare più che tanto: basterebbe un atomo di idrogeno per metro cubo ogni 10 miliardi di anni, una quantità che
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nebbia densa e opaca. Idrogeno, elio e tracce di litio sono i soli nuclei primordiali. Passano 370 mila anni. La temperatura scende a 3000 kelvin, i
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stelle nel grembo di grandi nubi di idrogeno ed elio; 2) il modello cosmologico del Big Bang e dell’espansione inflattiva è confermato; 3) è anche
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nucleare. Nel 1938 Carl Friedrich Weizsacker e, indipendentemente, Hans Bethe scoprirono le reazioni di fusione dell’idrogeno in elio che fanno
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nelle loro percentuali. Solo l’idrogeno, l’elio e un po’ di litio risalgono all’origine dell’universo. Tutti gli altri sono stati sintetizzati dentro
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California. Nel 1946 ne venne fuori un articolo di 46 pagine. Vi sosteneva che una stella massiccia, quando nel suo nocciolo esaurisce l’idrogeno
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Le reazioni termonucleari che fondono nuclei dall’idrogeno fino al ferro generano più energia di quanta ne assorbono. L’energia tende a far espandere
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“cucinare” svariati elementi. Il cuoco cosmico incomincia con il produrre elio unendo quattro nuclei di idrogeno. Il carbonio deriva dalla fusione di tre
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’americano Philip Morrison, con una lettera a “Nature” pubblicata il 19 settembre 1959. Sui 21 centimetri emette l’atomo di idrogeno, l’elemento più
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