- Hai ragione!
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- Oh, che splendida idea!... Ma dici sul serio?... Hai vinto al lotto?
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- Che hai detto, tu?
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Dammi quello che hai...
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A quelle...te l'ho detto...dovete pensarci voi...Ti ho lasciato il «modello».... Con Bice, che ti ajuta...non hai bisogno d'altri.
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- Hai ragione!...
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Hai ragione!...
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Hai sempre ragione, tu!
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Hai paura?... Di fame non si muore!
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- Hai ragione!... Ciò che Alfredo ti chiede è indegno!... Tu, però, rispondi con dolcezza... Gli scriverò anch'io... Egli si persuaderà...e, forse
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- Voglio che tu smetta quel tono irriverente...e che tu parli seriamente... Hai capito?
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E me lo hai ripetuto tante volte, che, alla fine, io n'ero rimasta convinta e m'ero detto: - piuttosto che morire d'inedia a Roma, andiamo a
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Buona tavola... e buona cucina...mi hai insegnato tu... fanno buon sangue!... A suo tempo, poi...se la noja non m'ammazza...avrò la ricchezza... la
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Lo hai trattato così male!... Egli ti ha sempre scritto...e ha chiesto di vederti... Tu non gli hai mai risposto.
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- Hai visto?!
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Ora che hai visto come si pagano le tasse, va a scaldarmi il caffè.
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- Questa però l'hai proprio voluta tu!
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Non hai impiego...non guadagni nulla!... Perchè vuoi pagare la tassa di famiglia?
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Sono oramai venti anni che tutti mi chiamano «l'Avvocato- commendatore Gennaro Gaudenzi»!... Possesso... vale titolo!... In somma, tu non hai voluto
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- In sostanza, un interesse ce l'hai!
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Hai una risposta a tutto... Basta!... Io rimpiango sempre il bel tempo in cui eri segretario comunale al mio paese.
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Ebbene...che hai?
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Ma che vuoi che abbia!... Vedi, Ida...tu hai ragione...sì, mille ragioni in fondo...ma quello che ti fa torto...sono quei continui sospetti... quelle
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- Sono venuta a dirle la bell'azione che tu mi hai fatto...dopo tutte le altre!
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Una pazza?... Si, è vero!... Pazza, quando ti ho sposato: pazza, per sopportarti per due anni...in cui me ne hai fatte vedere di tutti i colori... Tu
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accorto!" rispose con voce tremante. "Che hai contro di me? Prima c'era il pretesto della gelosia di tua madre; volevi dare ragione a lei. Ma ora? Ora? Non
dominandolo con tutta la persona rizzata ansiosamente su la vita. "Ma che cosa è accaduto?" egli disse. "È accaduto ... che tu hai mentito!" "Io?" "Sì
era meravigliato e deluso di non sentirsi domandare: Come sta Eugenia? o tua moglie, colei, in qualunque modo ella avesse voluto chiamarla! "Non mi hai
di lui, accostatosi in punta di piedi. Sentendosi stringere inattesamente alla vita, diè un grido: "Ah! ... Che paura mi hai fatto!" E lo guardava
. Ella, mera- vigliata, mi domandava: ""Che hai? Perché tremi? Senti freddo?" "E mi abbracciava più forte. "Era tranquilla, con grande soavità di sguardo e
rimaritati, zia. Con tanti partiti che hai!" disse Giulia, strizzando il braccio a Eugenia e ridendo. "Ti pare che vogliano me? Vogliono quel po' che
." "Hai ragione. Dovrai lavorar molto?" "Sì. Mandami una tazza di caffè. E non aspettarmi per andare a letto. Devi essere stanca. Era lontano il posto
sicura. "Non m'illudi, Patrizio? Non m'inganni, Patrizio?" "Hai ragione di non credermi, povera creatura!" E riprendendola tra le braccia, su le ginocchia
ancora tra me e lei? Lasciami tutto a lei ... Ora non hai più bisogno di me. Mamma! mamma!" Il dottore lo strappò di là. "Vi proibisco di venir più qui
lontano da questi luoghi dove hai tanto sofferto; starai, abbracciando per la vita la sospirata persona, su la terrazza di un antico convento
, s'indispettiva di sentirsi osservata, compatita. Le blande carezze di Patrizio la irritavano, con grande meraviglia di lui. "Ma che hai?" "Niente" rispondeva
, usciere comunale pratico di tutti i cerimoniali vecchi e nuovi." Giulia, intanto, trattenutasi indietro, sussurrava all'orecchio di Ruggero:. "Hai
terrore, se le campane non l'avessero destata. Era molle di sudore freddo, e si sentiva stringere la gola. "Che hai?" le domandò Patrizio. "Sognavo una
quelle donne che stendono il bucato al sole su la siepe di fichi d'India. Vengono ogni quindici giorni; l'ho notato." "Non hai visto?" egli le disse una
mare! «Sei molto ricco?» «Eh, altro!» «Quante tanche hai?» «Sette od otto, non ricordo bene.» «E alveari ne hai? E servi pastori?» «Tutto, tutto, zia
? Non hai occhi? Non vedi che tutti questi mendicanti, tutte queste immondezze ridono di te? E perché hanno raddoppiato le risa vedendomi? Eppure oggi
chiese con voce commossa. «Ecco, prendi un ricordo che ti ho portato da Roma.» «Ma che cosa hai fatto!», ella disse, prendendo subito l'involtino. «Ti
tu debba sposare una ricca e bella fanciulla: ah, non è stata stupida quella fanciulla. Ma perché non mi hai tu scritto prima di venire? Ah, figlio
Tatàna rientrò sola. «Anania», disse, «dove dunque hai deciso di andare? A Cagliari o a Sassari?» Egli veramente aveva fino a quel momento accarezzato
testimonio in una causa in Tribunale.» «Dove hai lasciato il cavallo? Nella locanda? Non ricordavi che noi siamo parenti? Eh che, dunque? Perché siamo poveri
tornò al lavoro, la fanciulla andò in cerca del servo. «Tu ti chiami Anania! Tu hai moglie!», gli disse, e gli occhi le fiammeggiavano di rabbia
ieri con me!» «E perché non le hai prese tu?» «Volevo prenderle con te, ecco; ora vediamo se troviamo il nido della cornacchia.» Il piccolo pastore
riconosciuta, diavolo!» «Tu non l'hai riconosciuta!», esclamava Anania, palpitando, meravigliandosi di Bustianeddu e pensando a sua madre. Ah, egli l'avrebbe
morire. Tu hai fatto il tuo dovere, ed essa ... forse anch'essa fece il suo, sebbene il Signore ci abbia dato la vita per penitenza, imponendoci di
grande uomo commosso — Tu hai fatto di mia figlia una creatura pia, dolce, buona, affettuosa, felice, e credi ch'io voglia tentare di distruggere