terzo giorno, si vide entrare in campo un carretto a quattro ruote, guidato festosamente da Yankel, uno Häftling: era un giovane ebreo russo, forse l
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(nessuno Häftling lo era), né facilmente creduti. Quando il carro di Yankel varcò la soglia famosa, rimanemmo sbalorditi. Buna-Monowitz, coi suoi
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tela da Häftling, una camicia di cotone, una giacca pure a righe, e basta: il mio bagaglio consisteva di una coperta e di una scatola di cartone in
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messo radici in terra. Finiti i mantelli, incominciava a togliersi giacche di tutti i generi (fra cui una rigata da Häftling, in omaggio alla nostra
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