accosto ai fianchi, come in attesa di qualche comando. Aveva una fisionomia grave ed ingenua. - Da quanti giorni sta così? — chiese piano la monaca. - Sette
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stimerei un vecchio matto da legare, se certe corbellerie mi saltassero in testa: certe corbellerie che del resto — soggiunse in tono più grave — a te
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, danzavan lenti, al ritmo di musiche vaghe, tristi, insistenti, un ballo grave e monotono.... Chi potevano essere quegli dèi? Spiriti infernali, di
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, quando aveva molto dormito in giornata, di quel sonno riparatore delle forze ch'è tanto necessario a chi esce da una grave e penosa malattia, egli si
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