volti più scaltri del contemporaneo: Jeffrey Deitch, prima | gallerista | a Soho e ora direttore del Museum of Contemporary Art di |
L'arte contemporanea tra mercato e nuovi linguaggi -
|
che langue. Si fantastica che, insieme a un critico e a un | gallerista | compiacente, si possa lanciare un artista a tavolino. |
L'arte contemporanea tra mercato e nuovi linguaggi -
|
cerchia degli addetti ai lavori, critici, artisti e qualche | gallerista | più attento. C'è stato, anzitutto, il lavoro di |
Corriere della Sera -
|
chiamare «modellanti», ovvero costruite su misura da un | gallerista | o da un critico per interesse personale, bensì cercare dati |
L'arte contemporanea tra mercato e nuovi linguaggi -
|
e che il fatto che fosse ieri il papa o il re, oggi il | gallerista | o il collezionista non conta. In realtà, il fatto conta |
Il divenire della critica -
|
non essendo famosi, ma garantiscono all’artista e al suo | gallerista | dei fringe benefits quali il passaparola e il prestigio. |
L'arte contemporanea tra mercato e nuovi linguaggi -
|
allestita in una warehouse newyorkese fatta affittare al | gallerista | Castelli. Vi esposero anche gli italiani Giovanni Anseimo, |
L'arte contemporanea tra mercato e nuovi linguaggi -
|
artisti pop, in buona parte ‘‘scoperti” o evidenziati dal | gallerista | newyorkese Leo Castelli, lo shock che ne ebbe l'Europa fu |
Ultime tendenze nell'arte d'oggi. Dall'informale al neo-oggettuale -
|
tutte le sue incongruenze, sarebbe miope. Anche perché un | gallerista | e un collezionista, al pari di un curatore, non avrebbero |
L'arte contemporanea tra mercato e nuovi linguaggi -
|
stessi interessi, che si tratti di un collezionista, di un | gallerista | o anche di un critico che non pone sul piatto denaro, ma la |
L'arte contemporanea tra mercato e nuovi linguaggi -
|