Quando arrivai, verso sera, l'imbarco degli emigranti era già cominciato da un'ora, e il Galileo Non è il Galileo della Società, di Navigazione
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gli paresse della cucina del Galileo. Egli scrollò il capo e stette un po' pensieroso; poi, con lo stesso accento con cui avrebbe detto: Mi pare che la
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Galileo sarebbero stati in grado di dire che cosa fosse, e neppure avevan curiosità di saperlo. Così di cento altri miracoli meccanici dell'ingegno
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al viso, come un cero. Non capii. Voleva dirmi che la macchina del Galileo era costata un milione. Lo ringraziai, scansando il dito, e mi ritrovai
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messo le dita negli occhi all'altra metà. E non conto le altre sudicerie. E così nelle terze come nelle prime. Veramente, se il Galileo fosse andato a
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curiosità ammirativa di tutti gli sguardi, che già le doveva esser stato riconosciuto il primato estetico tra le signore del Galileo, e che
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quello da farsi, se nelle ultime ventiquattr'ore il Galileo avea filato bene, e se non c'erano novità spiacevoli a bordo, egli sedeva a tavola
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, s'intende, chè gli altri non si contano. Ma sul Galileo c'era una collezione d'altri originali assai più curiosi; ciascuno dei quali, in quei dodici
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tranquille una lunghissima striscia purpurea abbagliante come un torrente di lava accesa che corresse a incenerire il Galileo. E quando il sole toccò
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Galileo rese il saluto. Allora cominciò tra il piroscafo e il veliere un dialogo affrettato, che l'ufficiale traduceva a voce per noi, e che gli emigranti
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della Senegambia, essendosi parlato di negri, dicevano gli emigranti che il Galileo filava a tutta velocità per sfuggire alla costa, dov'era un popolo di
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smentiva senza un riguardo al mondo il suo concittadino. Amabili originali quei tre ufficiali del Galileo, non escluso quel brunotto astuto del dispaccio
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nuovo scoppio di razzo, sonavano più alte le grida: - Viva l'America! - Viva il Galileo! - e più rade: - Viva l'Italia - E al disopra delle teste si
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, che portavano non dubbi sogni d'un lungo e avventuroso servizio. Al bimbo, secondo l'uso, si sarebbe messo il nome del piroscafo, Galileo; il quale
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carezzevole di pietà e di simpatia accolse il piccolo Galileo, che dormiva placidamente, col visetto rosso, ravvolto in una coperta azzurri, con una cuffietta
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. Ora non parlava più con nessuno. Passava delle ore a poppa, appoggiato al parapetto, a guardare la scìa del Galileo, come un foglio scritto
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facilitarmi le osservazioni che avrei voluto fare sul Galileo. Prima che s'arrivasse a Gibilterra, gli andai a far visita. Egli stava di casa in coperta
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dieci tutti sdraiati, silenziosi, con facce di gente che non avesse più nulla a sperare a questo mondo, davano al Galileo l'apparenza d'un lazzaretto
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parso così bello il Galileo. Largo e poderoso ma le curve agili dei suoi fianchi e la grande lunghezza gli davan la grazia d'una gondola smisurata. I
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Aveva sul tavolino un monte di passaporti, di cui mi mostrò lo spoglio. Il Galileo portava mille e seicento passeggieri di terza classe, dei quali
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piccolo Galileo. Trovai sull'uscio del camerino di seconda il padre, seduto sopra una valigia, con uno dei gemelli fra le ginocchia, e la pipa in bocca
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Ma il mar verde e episodio dell'innamorato non schiarirono che per pochi minuti la faccia scura che aveva quel giorno il Galileo. Solamente la
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credo che il Galileo abbia avuto la sua il giorno dopo di quella sepoltura, almeno per tre quarti, poichè, grazie al cielo, non finì com'era
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prodigio dal seno dell'oceano. Era il Dante, della stessa società di navigazione del Galileo, proveniente dal Plata, diretto in Italia, carico di
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Così, osservando parte per parte il Galileo, e sfogliando i passaporti col Commissario, passai i primi tre giorni, che dal Golfo Leone in là furono
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. L'osteria era stata mezzo sconquassata. Ma il poderoso corpo del Galileo non aveva patito altri danni, e non s'era arrestato un minuto; e a quella
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La mattina seguente il cielo e il mare erano splendidi, e tutta la popolazione del Galileo si dava moto, perchè se il tempo durava bello, si sarebbe
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posto, tra la stia e Ia botte, sotto una tenda di fasce stese ad asciugare, all'ombra delle quali il piccolo Galileo, rosso come un gambero, poppava come
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all'orizzonte dei velieri e dei piroscafi di paesi diversi, diretti al Plata, e vari stormi d'uccelli erano venuti intorno al Galileo a gridargli il ben
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polare aveva dato ascolto, il Galileo s'era arreso. - Ah! ora capisco, - diceva agente, piccato, - perchè la scena è andata in fumo! Ah! Porcaie a bordo no
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soldi. Andò a salutare la famiglia di Mestre, e baciò il piccolo Galileo. Vari uomini le si avvicinarono col cappello basso, e stettero discorrendo un
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del Galileo.
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cassero; ecco il saltimbanco tatuato, le due coriste scarmiglione, la famiglia di Mestre, col piccolo Galileo che fa colazione correndo; ecco il portinaio
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in un fianco, esclamando: - Eureka! - e mi fece un cenno col viso. Guardai, a destra, sul cassero del Galileo, e vidi affacciato al parapetto, in un
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del vaporino aiutò gli altri due, e, senza scosse, la deposero a poppa, rivolta verso il Galileo. Tutti gli altri discesero e presero posto: il solo
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onore alla cucina del Galileo. Il prete lungo era un napoletano, stabilito da circa trent'anni nell'Argentina, dove ritornava dopo un breve viaggio in
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qualche impresario mestatore, imbarcatosi sul Galileo per accaparrar lavoratori di sottomano, senza l'incomodo della concorrenza. Queste riflessioni
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colonna, e il calore della sua povera fiamma ignorata andava disperso nello spazio come il fumo del Galileo.
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emigranti del Galileo, in confronto ai tanti altri che, negli anni andati, per mancanza di posti in stiva, erano stati accampati come bestiame sopra coperta
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dormitorio delle donne............................... 186 Il passaggio dell'Equatore............................ 202 Il piccolo Galileo
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