galassie poi catalogate come M 65 e M 66 nella costellazione del Leone: sono una spirale vista di piatto e una vista di profilo, un accostamento
Pagina 144
erano in realtà galassie formate da miliardi di Soli.
Pagina 151
solo 439 erano già stati osservati. Sondò poi le Nubi di Magellano, catalogando 1163 oggetti di ogni tipo, indizio che si trattava di altre galassie
Pagina 153
Progressi enormi si ottengono anche nello studio di nebulose e galassie (all’epoca la distinzione era ancora molto incerta). Il “New General
Pagina 208
Nebulose o galassie?
Pagina 221
più grande del mondo, mostrò per la prima volta la struttura a spirale delle galassie, suggerendo che Hershel aveva probabilmente ragione nel
Pagina 221
stata lei a procurarci il metro per misurare gli immensi spazi tra le galassie. All’inizio del Novecento si conosceva abbastanza bene la distanza di un
Pagina 228
Nubi di Magellano, Grande e Piccola, sono due galassie nane in orbita intorno alla Via Lattea ma allora erano considerate semplici ammassi stellari
Pagina 229
La soluzione arrivò con la scoperta che l’universo si espande fatta da Edwin Hubble nel 1929. Poiché le galassie si allontanano tanto più velocemente
Pagina 248
Già nel 1917 Vesto Slipher aveva pubblicato un elenco di 25 galassie, ognuna con la sua velocità rispetto alla Terra, e quasi tutte risultavano
Pagina 249
A completare il quadro venne la scoperta che l’universo stesso nel suo insieme si espande: le galassie sono come schegge di una bomba esplosa
Pagina 249
Ma ciò che qui ci interessa è che nel 1998 si è scoperto che non solo l’universo si espande con velocità tanto maggiore quanto più le galassie che
Pagina 249
nebulose fossero in realtà altrettante galassie come la Via Lattea, ma a distanze enormi. I due partiti avevano, naturalmente, i loro leader. Harlow
Pagina 250
fece la sua parte per farla emergere: aveva ragione Curtis, ci sono milioni, miliardi di galassie come la Via Lattea...
Pagina 250
espansione né la parola galassie, ancora prudentemente indicate come “nebulose extra-galattiche”. Eppure proprio un lavoro di Hubble aveva stabilito che
Pagina 250
Il pugile che guardava le galassie
Pagina 251
pubblicazione de L’origine delle specie di Darwin. Dopo questo risultato clamoroso Edwin continuò a raccogliere dati sul rapporto tra la distanza delle galassie e
Pagina 253
Andromeda per individuare stelle variabili e nove. Da quel cumulo di dati usciranno una classificazione delle galassie (1925) ormai quasi abbandonata e
Pagina 253
Halton Arp, autore di un atlante di galassie anomale nell’aspetto e nel comportamento. L’ex campione di pugilato sferrò qualche colpo basso: approfittando
Pagina 254
ad allora la distanza delle galassie era stata sottostimata di un fattore due e nel memorabile convegno della International Astronomical Union
Pagina 254
Ma la tentazione di interpretare la fuga delle galassie come manifestazione di un remoto evento esplosivo che avrebbe creato lo spazio-tempo era
Pagina 255
Ma a mettere in crisi lo “stato stazionario” arrivarono nuovi dati sperimentali. Il conteggio delle radiosorgenti molto lontane, e poi delle galassie
Pagina 255
stelle si accesero molto presto, 200 milioni di anni dopo il Big Bang, e quindi sembra che le galassie si siano formate dopo, dall’aggregazione di queste
Pagina 258
bosone di Higgs). La polarizzazione e le piccole irregolarità della radiazione di fondo svelano i “semi” dai quali sarebbero poi nate le galassie.
Pagina 259
galassie che va da Andromeda a Perseus.
Pagina 261
Le supernove erano oggetti meravigliosi e incredibili. Zwicky si mise a dar loro la caccia fotografando migliaia di galassie con il telescopio
Pagina 271
Nel 1937 propose di usare gli ammassi di galassie come lenti gravitazionali. Sembrò una follia. Neppure Einstein credeva alla possibilità di
Pagina 272
Come ogni veggente, aveva le sue cecità. Fino al 1956 rimase scettico sull’espansione dell’universo e cercò di spiegare il redshift delle galassie
Pagina 272
sui tempi. Nel 1933 analizzò la rotazione delle galassie a spirale e ne dedusse che dovevano avere intorno una grande massa di materia oscura
Pagina 272
corrispondere né a stelle né a galassie. All’epoca i radiotelescopi avevano ancora un potere risolutivo troppo basso per stabilirne con precisione coordinate e
Pagina 277
galassie e struttura dell’universo a grande scala. Presto si fece notare per un lavoro che metteva in relazione la densità dei gas interstellari con il
Pagina 277
Ricerche successive hanno chiarito che Quasar, Qso e altri oggetti simili si trovano al centro di galassie molto deboli a causa della loro lontananza
Pagina 278
come mille galassie).
Pagina 278
Sappiamo già che nel 1933 Fritz Zwicky aveva fatto notare che gli ammassi di galassie della Chioma di Berenice e della Vergine non starebbero insieme
Pagina 281
constaterà poi che una situazione simile è comune a tutti gli ammassi di galassie, ma solo negli Anni 70 del secolo scorso gli astrofisici incominciarono a
Pagina 281
Eppure Zwicky aveva trovato un altro indizio della sua presenza ancora più evidente studiando la rotazione di singole galassie a spirale. Il moto
Pagina 282
Georges Gamow, uno dei profeti del Big Bang, notò l’intelligenza della ragazza e avviò con lei una ricerca per stabilire fino a che punto le galassie
Pagina 283
, rimanesse alle galassie un moto residuo. I dati che raccolse erano sconcertanti: in alcuni casi rimanevano moti in avvicinamento, in altri di allontanamento
Pagina 283
600 chilometri al secondo verso un “grande attrattore” poi identificato come un superammasso di galassie locale. Doveva però esserci anche lì una
Pagina 284
maggiore doveva succedere con galassie o ammassi di galassie. Nel 1924 il fisico russo Orest Khvolson lanciò l’idea dell’”effetto lente gravitazionale
Pagina 284
Confrontando le velocità di allontanamento di galassie più o meno remote Perlmutter e colleghi intendevano confermare la Legge di Hubble sull
Pagina 286
miliardi di volte la luminosità del Sole) e possa essere usata come “candela standard” per stimare la distanza delle galassie nelle quali la supernova
Pagina 286
Perlmutter, allora quarantenne, basandosi su nuove misure della velocità di allontanamento delle galassie più remote, scoprì che, dopo alcuni miliardi di
Pagina 286
ha osservato ventimila galassie, 130 mila stelle e 90 mila altri oggetti cosmici e ammassi di stelle. A Iras siamo debitori della prima scoperta di un
Pagina 290
espulso i loro strati esterni, dischi di accrescimento intorno a pulsar e buchi neri, nuclei di galassie attive.
Pagina 290
lontano. Dai primi risultati sembra che arrivino dai nuclei attivi di galassie a non più di qualche centinaio di milioni di anni luce da noi.
Pagina 293