dei suoi contradittori, che capivano il gioco. Fu quella l'unica nota gaia della colazione. L'orrizonte nebbioso, il mare grigio, il caldo che
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tutte cose che non la riguardavano, che non la distraevano neppure un momento dalla sua gaia coscienza di bella donnetta scervellata, libera e felice
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improvvise a cui seguivano riapparizioni aspettate, inconsapevole, poveretta, della spada di Damocle che le pendeva sui riccioli biondi; anzi sempre più gaia e
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