, l’incastro ben marginato dei colori tipografici (giallo, rosso, blu, nero, raro, in fondo, il verde), ed infine la frequenza molecolare del retino
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dalle figure di Steve Canyon o di Johnny Hazard e ritrovare nei loro linguaggi Seurat e Matisse: l’ottica analitica del primo nell’ordinata frequenza
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, variandone la frequenza ed inventando nuovi raggruppamenti dei puntini, ma non fino ad interrompere con un colpo brusco i rapporti con tutti gli altri
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