quindi costruibili con treni d'onde pressochè della stessa frequenza e direzione di propagazione.
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Passiamo ora al caso di radiazione non monocromatica, p. es., di due radiazioni di frequenza aventi anche, eventualmente, direzione e intensità
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Si manda nella direzione dell'asse x della luce di frequenza nota v: si raccoglie poi in uno spettroscopio la radiazione diffusa dalla particella nel
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Questa equazione vale, a rigore, solo per onde «monocromatiche», ossia di una sola frequenza. Il principio di sovrapposizione permette però, come si
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», ossia di una sola frequenza. Il principio di sovrapposizione permette però, come si vedrà meglio al § 29, di passare agevolmente al caso più
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«indice di rifrazione» dello spazio per le onde di De Broglie e che sarà funzione, in generale, oltrechè di x, y, z, anche della frequenza v di queste
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dipende dalla loro frequenza, C ed E saranno da considerarsi funzioni di v.
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Tenendo conto della (125), la relazione (123') tra la velocità di fase V delle onde di De Broglie di frequenza v ed il potenziale U diviene
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sola frequenza).
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corrisponde a quello ottico della sovrapposizione di onde della stessa frequenza ma di direzione diversa.
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Inoltre, l'energia sarebbe irradiata sotto forma di radiazioni la cui frequenza fondamentale coinciderebbe con la frequenza del moto orbitale
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ricordare enunciandola così: l'energia dell'oscillatore deve essere un multiplo intero dell'energia di un fotone di frequenza uguale alla frequenza
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monocromatiche, di frequenza cioè della forma (128) del § 27.
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Assai notevole è poi la legge che lega la forza viva w con cui sono emessi gli elettroni alla frequenza v della radiazione incidente: essa è
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era monocromatica di frequenza v, lo spettro della radiazione diffusa presenta, oltre alla riga di frequenza v, una riga di frequenza v' leggermente
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La formula (341) permette di calcolare la frequenza delle varie componenti di ciascuna riga: noi ci limiteremo ad osservare che le differenze di
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quindi divengono a loro volta centri di emissione di onde: ma queste oscillazioni si devono compiere con la frequenza della radiazione incidente, e
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fotoni è legata alla loro frequenza dalla relazione E = hv, il fotone diffuso deve avere una frequenza minore di quello incidente: è così giustificato
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variazione del suo «momento elettrico» il quale è funzione delle coordinate lagrangiane q, che sono funzioni periodiche del tempo, ciascuna con la frequenza
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periodica del tempo, con la frequenza , e potrà svilupparsi nella serie semplice di Fourier,
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Quindi la frequenza emessa nel salto quantico considerato è
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iniziale, e quindi la frequenza della riga dello spettro quantistico diviene approssimativamente uguale alla frequenza , della riga corrispondente nello
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Si suol dire perciò che, al limite per numeri quantici elevati, le righe «corrispondenti» (nel senso spiegato sopra) hanno la stessa frequenza (1) Si
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(1) Si osservi che il teorema vale con la stessa approssimazione anche se si fa corrispondere la riga dello spettro quantistico, di frequenza (354
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deve essere soddisfatto non solo nei riguardi della frequenza ma anche delle altre proprietà della radiazione emessa. Tale postulato, noto col nome
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Lo sviluppo d Fourier si riduce dunque ai soli due termini di frequenza , e cioè mancano tutti i termini in cui l'indice non è uguale a ± 1. Saranno
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dove è la frequenza del moto di rotazione e le sono delle costanti: le somme contengono tanti termini quante sono le cariche. Alle prime due
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frequenza del lento moto di precessione, si ha
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l'angolo del raggio vettore con l'asse x' sarà, al pari di r, una funzione periodica con frequenza cosicchè si potrà scrivere lo sviluppo di Fourier
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(l) È invalso nella spettroscopia l'uso di chiamare «frequenza» di una radiazione non solo la vera frequenza v (numero di vibrazioni al secondo
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Per evitare equivoci, basta aggiungere alla designazione della «frequenza» quella dell'unità di misura, che per le frequenze propriamente dette v è
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dalla fig. 6, la quale suppone la dispersione proporzionale alla frequenza. Come è manifesto dalla figura, queste righe si riuniscono in tre gruppi
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l'uso di chiamare «frequenza» di una radiazione non solo la vera frequenza v (numero di vibrazioni al secondo, legato alla lunghezza d'onda λ da v= c/λ
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ovvero, introducendo la frequenza classica dell'oscillatore,
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Applichiamo i risultati del § precedente al caso in cui la forza perturbatrice è funzione sinusoidale del tempo, di frequenza v: tale caso si
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solo radiazioni di frequenza , e le assorbe per quanti hv: così il postulato di BOHR sulla relazione tra energia e frequenza resta dimostrato (per il
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In tutte queste formule — come in quella di Balmer — la frequenza di una riga si presenta come differenza di due termini, di cui il primo resta
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cui sono eccitati contemporaneamente due sistemi di onde stazionarie, uno di frequenza ampiezza , fase , l'altro di frequenza , ampiezza , fase . La
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Si noti che non sono costanti come cs e , ma variano periodicamente e lentamente: la loro frequenza è infatti piccola, rispetto alla frequenza del
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ugual frequenza e leggermente «accoppiati»: p. es., tra due pendoli della stessa lunghezza, appesi a uno stesso filo orizzontale non troppo teso: questa
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assorbendo o emettendo la differenza di energia, la quale — quando è sotto forma di radiazione — ha la frequenza data dalla legge (18). Così si
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dell'ordine di [numero eliminato] secondi) ritorna allo stato fondamentale, emettendo l'energia residua sotto forma di radiazione, di frequenza data dalla
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Noteremo infine che ad ogni potenziale di eccitazione o di ionizzazione corrisponde (secondo la relazione di Einstein tra energia e frequenza) una
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la quale rappresenta la frequenza di un quanto di luce avente la stessa energia di un elettrone che è caduto attraverso la d. d. p. V.Se poi v si
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diretta della realtà fisica dei livelli energetici, e della validità della formula di Bohr che lega la frequenza emessa alla differenza di energia di
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fondamentale eseguendo il salto inverso, ed emette quindi l'energia che aveva assorbito, precisamente sotto forma di radiazione della stessa frequenza.
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, purchè però ognuno di questi contenga esattamente l'energia necessaria all'eccitazione dell'atomo. Così, se l'atomo è colpito da luce di frequenza
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ciascuno di questi emettono luce di una frequenza diversa: p. es. dal livello E3 passeranno al livello E2 con emissione della riga di frequenza , indi
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dove v è la frequenza propria dell'oscillatore e h la costante di Planck. Nel caso limite, in cui hv sia trascurabile di fronte a kT, la formula
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), l'energia media kT. Quindi, nella radiazione del corpo nero, l'energia raggiante di frequenza tra v e v + dv dovrebbe essere:
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