che non vi sia | frequenza | di mutazione differenziale fra A → a e a → A; |
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così, e che cause che influenzano la | frequenza | di mutazione possano avere importanza più che non si creda. |
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di distribuzione si possono avere le forme pure, cioè la | frequenza | di un allele può essere assai prossima al 100%, quella |
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che un carattere rimanga latente è funzione della | frequenza | dell’allelomorfo recessivo nella popolazione. Se l’allele è |
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agli alati, e, nel giro di poche generazioni, la loro | frequenza | si riduce a valori prossimi a zero e la frequenza del gene, |
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la loro frequenza si riduce a valori prossimi a zero e la | frequenza | del gene, che è recessivo, rimane pressoché fissa su valori |
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che avviene indipendentemente nei singoli geni, con una | frequenza | bassissima, dell’ordine (per ciascun gene e per ogni |
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fino a 100 o 150 (secondo la dose di raggi applicati) la | frequenza | normale di mutazione. |
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importanti) ma, come i raggi ionizzanti, moltiplicano la | frequenza | delle mutazioni spontanee. Molte delle sostanze mutagene |
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maggiore, che porta a morte nella prima infanzia. La | frequenza | dell’allele Th è bassa in quasi tutte le popolazioni (0,5-1 |
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queste mutazioni si producono spontaneamente, a caso, e con | frequenza | molto bassa, la quale può essere aumentata con l’uso delle |
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o assenza di un dato allele, quanto per la differente | frequenza | relativa dei vari alleli. Consideriamo ad esempio le razze |
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vistosa ed esaminare la | frequenza | dei vari alleli. Così si è fatto per la talassemia |
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