venuta la notte, e Orlando non fiatava più; forse dormiva. La Giulia cominciò a fantasticare su' casi suoi: perchè non aveva mai potuto avere un'ora
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; e forse non ci pensavano, assorti com'erano in quel primo contatto inaspettato, che li aveva fatti uno dell'altra, più ancora dell'affezione e della
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, cercando, ora con una frase gentile, ora con un verso strampalato di distrarla e ricrearla, qualcosa di nuovo le era nato in cuore. L'amore forse? No, non
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il vecchietto burlatore! Ma lui, sa Dio dov'era a quell'ora; forse fracassato. Ben gli stava! Una orchestra di bravi sonatori intonò d'improvviso
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lingua molle e tiepida del buon cane passava lesta dalla mano della Marietta al viso della Giulia, e lo leccava, lo leccava con trasporto: forse perchè
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anche nell'anima di lei s'era franto, forse, senza rimedio. Il servitore, mandato dietro dalla madre, raggiunse la Marietta, e se la riportò in braccio
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giungesse a mettere il musetto. Gli altri quattro cavalli, alti, in paragone a lui, come monumenti di carne, lo guardavano con bontà, forse, invidiandolo un
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richiamata lei vicino a sè, lei che non le aveva mai fatto il più piccolo male dacchè s'erano conosciute. Ma i giorni passarono; passarono forse dei mesi
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attraverso il vetro, due lacrime, forse, avrebbero rigato quel visetto di porcellana rosea, nell'ultimo distacco dalla prima persona amata.
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più in casa. Avrebbe potuto, forse, procurarsi qualcosa di meglio: non foss'altro de' pezzetti di nastro e di trina da qualche sua compagna di scuola
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avesse risposto! Dormiva, forse? No, non si dorme così altro che quando si dorme per sempre. O allora? Quando avrebbe potuto più stringere la sua
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momento le avrebbe forse fatto piacere di cader a terra, fracassarsi la testa e finirla. In vece, no; la Rachele la teneva serrata con le braccia
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