talmente la fantasia, mi commoveva a tal punto che, poco dopo, non canticchiavo piú reminiscenze, ma facevo un'improvvisazione. Non sorridere. Io che
non si amano punto. Da prima, lo confesso, non ero di questo parere, non facevo distinzioni; confondevo scioccamente il violento desiderio coll'amore
facevo queste rapide riflessioni, però non mi decidevo a tagliar corto al discorso per non andare piú in là. Sentivo un'ebbrezza voluttuosa montarmi
villano era un gran sforzo che facevo mio malgrado. Mi ritenevo impegnato per mille ragioni a non cedere; e, temendo di esser preso da qualche
capire piú né quel che facevo, né dove mi trovavo. Ella prese, alla sua volta, la mia mano, e stringendola forte: - Grazie, Eugenio - esclamò
Trosse, qualcosa di simile. Parlavo, facevo ogni cosa proprio come quand'ero sveglio; né piú, né meno. A vent'anni però ebbi una gran malattia (fui
della mia - L'amerò? - insistevo finalmente a domandarmi - l'amerò? E facevo e rifacevo un rigoroso esame di coscienza; però conchiudevo sempre di no
addietro, nel venire quassú, facevo la strada simile a un sonnambulo, dubitando sempre che e tu e questa palazzina e questo salotto e la nostra vita di