Vocabolario dinamico dell'Italiano Moderno

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Risultati per: facevo

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a stento) Perché mi avete svegliato?  Facevo  un bel sogno. Mi pareva ...
di luce, mentre io fo il massaggio... o per dir meglio lo  facevo  perché dopo questo fatto non lo fo più. Pare che a questo
che è in una stanza molto distante da quella dove io mi  facevo  il massaggio, e rimanervi un'ora, trascorsa la quale
nel culo. "Lo sapevi che era male?" "Non lo sapevo che gli  facevo  male." Assegnato al riformatorio. Buona scuola: il
un giorno o l'altro d'esser picchiato per le bizze che  facevo  quando ero piccino di due anni!...
faccia è sorprendentemente giovane _ ammette tutto: me la  facevo  con la madre di questo qua ma non per forza, dice che lo
mi lasciava parlare e voleva sempre dire la sua e allora io  facevo  lo stesso. Noti che era una in gamba e di faccia era anche
gridellino, con la ragazza sotto che mi guardava, e io che  facevo  l' erlo a venti metri di quota, senza neppure la cinta
giusto il mondo, lui che era prudente era caduto, e io che  facevo  il balengo tutto il tempo non mi sono fatto niente. E
di tutto, a cominciare dalla neve d' estate e del cine che  facevo  io per farle impressione. Basta, la prima sera lassù non me
fino alla morte si tirava solo fino alle sei di sera. Io mi  facevo  coraggio pensando alla ragazza, ma intanto ogni giorno che
poi, dopo che siamo tornati a Torino, io le telefonavo e le  facevo  delle proposte, e lei non diceva di no, ma consentiva con
Così bolliva sordamente: - E dire, o giovinettino, ch'io ti  facevo  solo buono a toccare il salterio e a startene sul cuscino
raccontarle una gran bricconata e la mirabile morte. Allora  facevo  la pratica presso l'illustre medico chirurgo ... No, non
il convoglio si mosse - m'ero sdraiato lungo sui cuscini,  facevo  le viste di dormire - lo sposo senza tanti scrupoli
Per questo ho dovuto travestirla da mulatto; e io che  facevo  il padrone che l'abbandonava l'ho lasciata sola laggiù; poi
tutto? "Ma perché," mi sfugge. Voglio accertarmi. "Mica la  facevo  arrabbiare io," dice a un tratto senza quella montatura
dura meno di un minuto secondo. Quand'ero un po' stanco,  facevo  il morto. Mi coricavo sul mare come sopra il più morbido
nero - un bel cane, che nuotava meglio di me, e che mentre  facevo  il mio bagno in alto mare, era venuto a salutarmi con molta
dura meno di un minuto secondo. Quand'ero un po' stanco,  facevo  il morto. Mi coricavo sul mare come sopra il più morbido
nero - un bel cane, che nuotava meglio di me, e che, mentre  facevo  il mio bagno in alto mare, era venuto a salutarmi con molta
le riflessioni ch'io  facevo  fra me tornando dalla Testa Grigia dove avevo voluto
Beppe, smilzo, gramo. Era notte chiusa. Affrettai il passo;  facevo  d'indovinare le pietre meno aguzze per posarvi il piede,
Non per dire, è un bel lavoro anche quello; io non mi  facevo  l' idea, ma si va giù magari anche cinque chilometri, e
una dimora. Non c' era verso. Dopo qualche giorno io gli  facevo  segno di portarmi su le traverse giuste, e lui volava giù e
- Una violenta febbre malarica se lo divorava. Io gli  facevo  da infermiera, per carità cristiana. Certe notti, durante
Ed io soffrivo, zitta, imperterrita, quel dilaceramento, e  facevo  sforzi per nascondere nel piú profondo ricettacolo del
Pàli, wie geht's?" e mi sentivo pieno di gioia, e lo  facevo  entrare e spiegavo ai miei chi era, e che veniva da
punto che, poco dopo, non canticchiavo piú reminiscenze, ma  facevo  un'improvvisazione. Non sorridere. Io che non conosco una
zoppa, la quale mi dava il vino bianco e le tinche fritte.  Facevo  centro a Bagolino, ma poi, partendo all'alba e spesso non
di. Ballavo dal tramonto all'alba, nuotavo nel lago d'Idro,  facevo  all'amore. Una sera, sentendo che il Beato Antonio, di cui
punto. Da prima, lo confesso, non ero di questo parere, non  facevo  distinzioni; confondevo scioccamente il violento desiderio
appiccicata nello sfacelo; poi, con la punta di un piede lo  facevo  ruzzolare in un angolo. - Perchè? Perchè? - Perchè? -
appiccicata nello sfacelo; poi, con la punta di un piede lo  facevo  ruzzolare in un angolo. «Perché? Perché?» «Perché?-
... Chi sapeva la via? E senza un soldo, come avventurarsi?  Facevo  scrivere una lettera di tanto in tanto ... anche al sindaco
a sedici anni, sapevo appena un po' di grammatica, e  facevo  il chiasso per le vie coi ragazzi miei pari, senza berretto
o pressappoco, diceva Orazio, ed il piccolo clan di cui  facevo  parte fu scosso da una leggera e deliziosa scarica
rivolta la nostra fiacchezza di sensi. In quel momento io  facevo  queste rapide riflessioni, però non mi decidevo a tagliar
a mandarle via! - Mi ero messo in vena di Don Giovanni e  facevo  il bellumore - Sai che qui, in due, ci si sta proprio bene?
come andavano le cose, venivo tutto rosso per la vergogna,  facevo  promesse, tiravo in lungo, e mi sembrava di remare, voglio
il grumo era già passato; oppure, spinto dal nervosismo,  facevo  scattare il cucchiaino addosso a un grumo immaginario. Poi
sul Trovatore , un giornaletto teatrale di Padova, e glieli  facevo  pervenire con delle iniziali molto trasparenti. Seppi più
nella mia vita. Avevo riveduto miss Nelly, fuggevolmente.  Facevo  rare e brevi apparizioni in casa Olgani. Tre sere avanti
pensò che il povero marchese poteva aver fame, e mentre io  facevo  il giro della vigna, presto presto, un tovagliolo, un pajo
c' erano? _ C' erano, ma io non ho mai dovuto occuparmene.  Facevo  un altro mestiere. _ Facevo anch' io un altro mestiere, ma
non ho mai dovuto occuparmene. Facevo un altro mestiere. _  Facevo  anch' io un altro mestiere, ma un cavallo come quello non
li conosco bene, meglio di tutti, meglio di Venja stesso;  facevo  già la guida nel 191., per i partigiani rossi, proprio da
non faceva niente, ma era simpatico lo stesso. Io anche non  facevo  niente; di notte dormivo come un papa, in un silenzio che
alta così che mi riprendeva la paura e perdevo la bussola.  Facevo  tutti i miei esperimenti, e quando mi sentivo stanco o
che ho conosciuto qui non erano fannulloni certamente. Io  facevo  la parte del diavolo, per aizzarli a par- lare. Che serate!
ridendo del mio cicaleccio. Poi, già sotto le coltri, mi  facevo  ripetere dalla Baronessa le cose che più m'avevano colpito.
io non ci volevo più stare qui dentro? Non capisci che ne  facevo  di tutte apposta per farmi mandar via? Che non mi par vero
una parola più forte dell' altra; anzi, a dire la verità  facevo  fino fatica a capire quello che diceva perché parlava senza
per traverso, si infilava per il collo e negli occhi, e  facevo  fatica a respirare. Ne era venuto forse un mezzo metro, ma
difatti si vedeva che era un po' incrociato; quando parlava  facevo  più fatica a capirlo che se fosse stato un americano d'
nervose. Non credo che mi occorrerà più cambiarla, come  facevo  fino a poco tempo fa: non è più un problema. Dove invece il
della voglia di bestemmiare, domandavo scusa al Signore e  facevo  voto di starmene cheto ed anche ..... anche di perdonare
quattro sì e di quattro no? Tacqui. E da quell'istante mi  facevo  dell'umana giustizia un concetto chiaro, definitivo, che
esposi questi miei dubbi, ma Cesare mi guardò impermalito.  Facevo  del sabotaggio, era chiaro: era tutta invidia. Si rimise le
otto - ed ero coetaneo di Vittorino, il nipote del conte;  facevo  con lui la terza elementare in quella triste scuola dei
- Già non ne poteva avere. Li consegnava tutti a me, che  facevo  le spese. Ma se non me ne ricordavo io ... - e porse al
e giungerà alle nari della tigre, - continuò Tremal-Naik. -  Facevo  così quand'ero il cacciatore della jungla nera e le belve
la pazzia o il suicidio, che è un atto di vera pazzia. Lo  facevo  sorvegliare notte e giorno. Noi abbiamo tante
- Che cosa fate qui? - chiese una delle tre guardie. -  Facevo  una serenata alla mia bella, - rispose il guascone. - Una
e dovevo disingannarlo, dirgli a che mi serviva, perché  facevo  tutte queste cose – e glie lo dissi! Gli dissi che mai, mai
dai Carpazi fino alle vie nere della città mineraria. Così  facevo  da una settimana, esplorando i dintorni di Katowice. Mi
Io mi ribellavo contro me stesso, m’accusavo di viltà, non  facevo  nulla – ma restavo. La divorante e mortale curiosità di
si mette a gridare "Al ladro, al ladro". A lei non le  facevo  niente, non mi conosceva, e non conosceva neppure quella