Vocabolario dinamico dell'Italiano Moderno

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Risultati per: facevo

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quella notte, quando piangevo, quando ti raccontavo, non ti  facevo  pietà?
a stento) Perché mi avete svegliato?  Facevo  un bel sogno. Mi pareva ...
 Facevo  degli esperimenti sopra i soldati intorno ai mutamenti che
IL DOTTORINO È QUELLO?... LO  FACEVO  PIÙ GIOVANE, LO SPASIMANTE DI LEONORA!...
SIGNOR ROSSI, COME  FACEVO  A SAPER CHE IL VENTO MI AVREBBE SEGUITO FIN QUI?
avevo anche abortito, ero stata abbandonata, e non ti  facevo  pietà?
bordo? delle vostre confidenze là, sull'oceano, quando vi  facevo  compagnia, sul ponte, durante l'ora della vostra guardia?
Lazzaroni. La Sant’Agata, n. 381 della Coll. Gualtieri  facevo  ridurre ad «attribuzione», dato che mi pareva opera del
Se sono andato a Castelletto, gli è perchè  facevo  parte degli invitati; se ho avvertito la Duchessa, l'ho
In casa mia la signora Gioiosi?! Ecco un caso impreveduto!  Facevo  proprio conto di divertirmi; ma, capirete, Barone...
Massaio! Un sacerdote! Un ministro dell'altare!... Io lo  facevo  pel bene... Prendevo quel po' che mi davano... elemosina,
Berlusconi: «Prodi dice che  facevo  una cena con Forlani e mi dava una frequenza, una merenda
con esattezza e con vivacità tutto ciò che avevo visto, e  facevo  così un ottimo esercizio. Brani del mio diario servivano
due stupidi, io anche per i soldi, e tu anche perché ti  facevo  pietà. E perciò il nostro matrimonio è marcio, marcio nelle
in basso ed un altro alla meta. La persona sulla quale  facevo  un'esperienza adattavasi bene la maschera e coricatosi in
le classi, che descrivevo brevemente; di quelli marini  facevo  anche dissezioni approssimative, ma data la mia incapacità
B) nella seconda edizione; il San Francesco (403) di Rovigo  facevo  retrocedere ad «attribuzione», vedendolo cosa veneta tra il
nella Galleria Nazionale di Roma. A semplice «attribuzione»  facevo  invece regredire il Cristo nell'orto di Berlino (414),
Meglio di quella volta sulla lavatrice, quando da ragazzina  facevo  a gara con le amiche per fare nuovissime esperienze».
il loro rapporto con l'iconografia e la tematica alchemica.  Facevo  due domande molte precise, sottolineando che avrei
perchè non parlavo: perchè me ne stavo nel cortiletto e  facevo  parte dei suoi animali domestici.
magari, perché poi, nel contropiede «granata», non mi  facevo  sempre trovare al mio posto, ma l'ala-tornante nacque
le ha detto che neanche se lo sognava, e che io magari  facevo  fortuna, magari diventavo davvero un'attrice famosa, e li
quella che io cerco per il mio film! Cosí in principio non  facevo  niente, gironzolavo per le strade e aspettavo, e consumavo
come tant'altre giovani mogli. Piangevo, supplicavo, gli  facevo  intendere che avrebbe dovuto secondarmi per lo stato in cui
tenuto il segreto e mi ero chiuso nel silenzio, e non ce la  facevo  più». La realtà e le aspirazioni, i desideri e il tracollo.
E Lucia dal canto suo: - Almeno l'avessi saputo, che non le  facevo  mancare il medico e lo speziale, ora che ho 20 onze. - Ella
ma pure rispondeva volontieri alle domande che gli  facevo  continuamente per udire i suoi discorsi così pieni di buon
allo spinterometro del ricevitore e del trasmettitore, come  facevo  prima del 1898, non era possibile avere alcun accordo
di quel blocco: nel dubbio, davano il punto a loro. Anch'io  facevo  chiasso: serviva a mettere in cascina qualche stoccata di
Io  facevo  appello, da principio, alla vostra esperienza religiosa nel
molto di malavoglia. Non era cosi da bambino, quando mi  facevo  accompagnare alla Stazione grande di Modena a veder
onde giungere in tempo alla casa d'un mio amico, e intanto  facevo  meco stesso queste riflessioni. La è pure una grande
ora un’altra, di cui subito pigliavo nota; ma, ripeto,  facevo  ciò per semplice curiosità, e anche per quella vivissima
di aver cento malanni come il Cavallo di Gonnèlla; e ciò  facevo  per destare in loro maggiore interesse e darmi così agio a
o facendolo partire ad insaputa della persona sulla quale  facevo  l'esperienza che stava dentro la campana.
Giuliana? Enrichetta? Iole? Rina? Cesira? - Oh, guarda,  facevo  un peccato di curiosità:si predica bene e si razzola male!
malgrado le canzonature del mio compagno, ad ogni tratto  facevo  uscire dalla mia borsetta il piumino della cipria e il
di luce, mentre io fo il massaggio... o per dir meglio lo  facevo  perché dopo questo fatto non lo fo più. Pare che a questo
che è in una stanza molto distante da quella dove io mi  facevo  il massaggio, e rimanervi un'ora, trascorsa la quale
compagno: — Che tristezza dover stare qui inoperosa, io che  facevo  tutto da sola e volavo piú alta delle nuvole! — E piangeva,
pregai venisse invitato dalla Comunità stessa mentre io lo  facevo  avvisare anche per mezzo dell’on. Battisti. Nel mio
- Sí, se sono vecchi e rari. Lo so, perché una volta  facevo  collezione. Saltò in piedi e cominciò a rimescolare le
questo volevo morire. Era una specie di atto d'accusa che  facevo  contro gli uomini. Il vecchio mi guardava, aspettando che
il malessere, diveniva più seria ed apatica. Quando  facevo  con mio fratello delle esperienze a forti depressioni, i
nel culo. "Lo sapevi che era male?" "Non lo sapevo che gli  facevo  male." Assegnato al riformatorio. Buona scuola: il
velo, e devo dire che come dama convinceva abbastanza. Io  facevo  ancora resistenza. - Guarda che non ci riesco, non son
colla signorina Ipsilonne, che, ad ogni complimento che le  facevo  me ne rispondeva un altro, come se si giocasse di scherma.
Meno espansivo io ero, più confidenze ricevevo. Non  facevo  che ascoltare, attentamente, religiosamente. L'importanza
giusto - qualche volta lo lo avevo; come impedirlo? Non  facevo  però nulla per tradurlo ad effetto. Non so se un casuista
e il porta-bandiera. Io li schieravo sopra un tavolo, e li  facevo  manovrare per due, per quattro, a plotoni contrapposti; ed
divenuta inquieta, nervosa. Pareva l'avesse con me. Io non  facevo  nulla da dispiacerle. "Verso capo d'anno, fu annunziata la
protestò, commossa, che era sempre quella di prima, che le  facevo  male parlando così. Allora le proposi di andar via insieme;
fatto quel giorno. Sostenne il mio sguardo: perchè le  facevo  quella domanda? Le dissi io quello che aveva fatto. Negò
la fiducia, la vita in comune non poteva più durare. Io mi  facevo  sempre più umile, sempre più paziente, sempre più
una morte, come quando la mamma se ne era andata .Poi mi  facevo  una ragione: se non voleva più stare con me, potevo
col suo naso lungo a piangere su di me, e a dirmi che forse  facevo  bene a tornare Pieve di Montesecco, sennò cascavo in un