cosí carico di folla che, se non fosse di solida roccia, rischierebbe di sprofondare. Il barone Lamberto era già famoso prima che l'isola fosse occupata
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, a voce alta o bassa, maschile o femminile, pronunciano a turno quel nome: — Lamberto, Lamberto, Lamberto... A un tratto — ma era inevitabile, c'era da
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sospirare, oggi). — Vi dirò tutto. — Era ora, — commentano i ventiquattro direttori di banca, che si sono infilati anche loro nella soffitta (i ventiquattro
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tempo all'indietro. Invano. Chi aveva i reumatismi, se li dovette tenere. A chi era calvo, non spuntò alcun capello in capo, né biondo né bruno. Chi
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proprie sensazioni, — che i coni e i bastoncelli della mia retina si siano svegliati da un lungo sonno. Il nervo ottico era un tubo intasato: adesso
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, — come mai si chiama Delfina? — Mio padre era un gran re, era il re di Francia. Era un signore molto nobile, con una parrucca fatta di fili d'oro
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visti due che piazzavano un cannoncino. — Tu come lo sai che era un cannoncino? — Saprò ben distinguere un cannoncino da un paiolo per fare la polenta
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, vediamo che porti l'ombrello. — Ci sono affezionato. E un ricordo del mio povero babbo, che era di Gignese e faceva l'ombrellaio. — Bravo, onora il padre
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Venezia e uno a Costantinopoli, che però era di Forlí. Era capitato in Turchia per affari, commerciava in marmellate. Ricordo di avergli chiesto l'ora per
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ricordato che quella poesia era già stata scritta da un altro poeta. Il quale però non parlava del Monte Rosa, ma della Torre Eiffel di Parigi. E non
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il Polo Nord, che ancora non era stato raggiunto da nessuno. Ci sono i teli, le parti della navicella, le bombole del gas. In questa cartella ci sono
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, naturalmente, era il grande pallone che prendeva il volo. Nessuno lo vede salire nel buio, con i ventiquattro Elle accoccolati sotto la sua pancia, nei
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