Vocabolario dinamico dell'Italiano Moderno

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Risultati per: era

Numero di risultati: 35 in 1 pagine

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I ragazzi della via Pal

208088
Molnar, Ferencz 12 occorrenze
  • 1929
  • Edizioni Sapientia
  • Roma
  • paraletteratura-ragazzi
  • UNICT
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alcuni poveri studenti di Pest. Il campo era vuoto come deve essere un campo. Lo steccato si allungava sul lato della via Pal. A destra ed a sinistra

rosicchiava ancora un tozzo di pane. Ed era impaziente di veder comparire Colnai sulla porta per affrontarlo: troppe cose gravavano già sulla coscienza

. Il cartello era un proclama che Boka aveva scritto sacrificando una notte di riposo. Era dipinto a grandi caratteri stampatello, con inchiostro di

Il pomeriggio del giorno seguente il piano di battaglia era pronto. La lezione di stenografia finiva alle cinque e sulla strada già stavano

Il giorno della battaglia era una meravigliosa giornata di primavera. Alla mattina s'era messo a piovere ed i ragazzi avevano guardato attraverso la

sarebbe stata fatta comunicazione dell'esito della spedizione dei tre nell'Orto Botanico. Tutti oramai sapevano già che la spedizione era riuscita

dimenavano sulle loro panche; guardavano in aria e non stavano attenti a quello che era interrogato. E non soltanto quelli della via Pal erano in questo stato

lampada Bunsen, s'accese, a dimostrazione di quanto il professore era andato assicurando, una striscia di bellissimo color verde smeraldo. Proprio in quel

risposta era sempre la stessa: — Male! Molto male! Alcune donne avevan portato dei doni: — Signora, prenda un po' di questo vino vecchio... Oppure: — Senza

pallidi i raggi della luna. Il saluto militare era fatto a Franco Ats che attraversava frettoloso il ponte. — Ci sono tutti? — chiese alle guardie. — Sì

, perchè era stata motivata da un equivoco e l'assemblea dichiara quindi che il socio suddetto è stato offeso senza motivo dalla Società ed egli

deferito al tribunale di guerra. Quest'affermazione forse era troppo severa, ma tutti capivano che in guerra non si riesce altrimenti. Perciò

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I miei amici di Villa Castelli

214224
Ciarlantini, Franco 23 occorrenze
  • 1929
  • Fr. Bemporad & F.°- Editori
  • Firenze
  • Paraletteratura - Ragazzi
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I SOLDATI Stamane da Villa Castelli son passati i soldati. Mario stava accudendo ad alcini suoi lavori di vimini quando udì un suono di fanfana. Era

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tentò un'altra e un'altra ancora e tutte dovette buttarle con gran gioia delle galline. Una delusione per Mario! Proprio non c'era da fidarsi delle

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non puliti ad accanto a cui era deposto il letame dei campi. Anche l'acqua del pozzo di casa può essere pericolosa, infatti il secchio e la corda o la

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in un castello alto alto e scuro scuro, abitava un gigante che si chiamava Gigante Zucca. Questo Gigante era assai cattivo; derubava la gente, faceva

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gli era offerto; figurarsi che balocco di lusso per la bestia! Mario avrebbe voluto levarglielo, ma s'accorse che aveva una certa paura.... Tentò, ma

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adulto, per darne meno a lui che era minore. Ma ecco Amalindo ch' essi credevano venisse a far giustizia. Come fece bene le parti! Egli prese tutte le

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scuola s'inclinavano e tutti i presenti facevano il saluto romano. Mario, che era in fila coi suoi compagni proprio davanti alla lapide, si sentíva

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UNA BUONA AZIONE Una vecchietta che passava sempre a chiedere l'elemosina, era stata al bosco di Cusona a raccogliere legna per riscaldarsi. Nel

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neve, fin che giunse in una specie di grande pianura. Anche lì il suolo era tutto coperto di neve. Neve da per tutto. La bimba si sentì smarrita, e

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riscaldò. Intanto si fece intorno una gran luce e un Angelo si mise a carezzare il bambino annunciando forte che era nato il Salvatore del Mondo, Gesù

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appena una camicina di velo e un fiocchetto rosso sui capelli. Ma non c'era di meglio in quel luogo, anche ad aver molti danari. Pensava il buon

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una rozza baracca oscillante sopra le ruote. V'eran due uomini bruni di pelle e alcune donne scarmigliate e vestite di cenci variopinti; c'era pure una

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al bene ed alla virtù. Si racconta che quando aveva dodici anni, passeggiava un giorno per una campagna di Stresa, sul lago Maggiore. Era con lei suo

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. Questo fanciullo si chiamava Raniero e non faceva proprio male a nessuno. Era molto timido e la gente credeva che invece fosse molto superbo. Per questo

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. Partirono a piedi prima dell'alba. L'aria era fresca e la campagna silenziosa come se dormisse. Mario seguiva il babbo, dandosi un'aria di uomo fatto

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, pensava invece che quel capretto era una bestiola adatta alla sua statura e che gli sarebbe stato abbastanza facile condurlo al pascolo e insegnargli

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gente per obbligarla a trascinare un cannone, che si era affondato nella strada, lanciò un sasso contro quei soldatacci stranieri. Allora tutti

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maschi dicono: - Quello di Sèrafo, quello di Sèrafo!- Sèrafo aveva proposto -La superbia andò a cavallo e tornò a piedi.- Si chiama Giorgio che era fuori

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, perchè quando il fiume diede di fuori si buttò a nuoto, salvando una bambina che veniva portata via dalla corrente e si era aggrappata ad una tavola, ma

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UN BRAVO CONTADINO Furio Crescino era un bravo contadino che viveva in tempi lontani, quando Roma comandava in quasi tutti i paesi del mondo. Questo

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dosso la paura. Sentite questa favola e cercate di capire perchè mai queste bestiole abbiano paura. «Una volta c'era un coniglio bianco, assai bello

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LA CAMICIA DELLA FELICITÀ C'era una volta un principe di nome Febo il quale, pur avendo castelli e ricchezze immense, era sempre scontento. Un giorno

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fragranti. Un Re aveva, condannato a morte un contadino, il quale era stato sorpreso a rubare. Però, poichè il contadino si era mostrato pentito e

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