un agnellino sperduto: guardando meglio si accorse che era un bambino, avvolto in una vecchia sciarpa di pelo nero; così piccolo che al sopraggiungere
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il suo fallo era involontario. La zia ascoltava, con gli occhi aperti, di nuovo triste e vinta: si volse a guardarmi e io le accennai di sì: sì, il
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, per le solite spese. Era presto; lungo la strada ancora deserta s'allineavano le casse delle immondezze; eppure l'aria odorava di fiori, di mare, di
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giardinetto verde pieno di fiori gialli e rossi. Tobia era lì; in maniche di camicia, abbandonato su una sedia con la spalliera inclinata verso il
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millesettecento lire: e la cambiale era a sei mesi di scadenza. Che importa? Che importa? Anche Dio spesso ci dà la felicità a usura: tutto è a usura nella
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La vita in casa, continuava come prima: la zia non accennava mai alla cosa che era in fondo a tutti i nostri pensieri, e io pure non mi confidavo con
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facessi per finzione. Poi fui condotto dal Commissario di polizia. Camminavo come un ubriaco: sebbene convinto che il portafoglio mi era stato rubato
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disfatto, uscii dalla mia apatia. Un bambino di pochi mesl, nudo, con una cuffietta rossa, mi si era aggrappato alle gambe, sfuggendo alle mani di una
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Mi svegliai sulla sabbia: sopra di me il cielo era tutto cremisi, e una figura che mi pareva sospesa su questo sfondo come una nuvola dalle strane
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quello che più mi agitava, in fondo, era l'accorgermi che i suoi sentimenti a mio riguardo erano mutati: i suoi occhi mi guardavano con un'espressione
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La sua indifferenza a ogni altra cosa era tale che neppure la vista del bambino che Elisabetta le depose accanto sulla panca la scosse. Solo domandò
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riconoscermi: il suo bel viso in colore di pesca si illuminò di un sorriso che subito si spense. Il vecchio me la presentò; era sua figlia, la moglie del
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dolcezza, come se mi addormentassi. Intorno alla donna quieta, che subito immaginai dovesse passare la sua vita intera seduta a quel posto, tutto era
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Ma ero un altro uomo oramai; non che sperassi davvero di pagare il debito, o avessi altre speranze concrete, ma perchè la speranza in sè stessa era
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per dirmi qualche cosa che gli altri non potevano sentire; e quello sguardo mi rimescolava tutto. Era come se noi due fossimo complici in qualche
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sentivo che era ben altra la mia passione. Me ne stavo di nuovo a casa, di nuovo con un senso misterioso d'attesa: solo la mattina presto andavo a far le
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. Accettai: accettavo tutto, quel giorno. II pasto era buono: c'era un grosso pesce dalla polpa lievemente rosea che sembrava carne, e il vecchio me lo
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Ancora non sono certo di non aver sognato. So che d'un tratto gli usci si riaprirono: riapparve il vecchio, che s'era tolto le scarpe per non
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che la moglie del mio creditore non faceva nulla per favorire la nostra passione. Era una donna timida, casta e buona. Mi voleva perchè ero giovane e
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pomeriggio c'era probabilità di trovarci soli. La serva aveva libertà, il droghiere chiudeva bottega e andava al paese vicino a trovare certi suoi parenti
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, pensavo, viene per impormi di non frequentare più la sua casa. Lo feci sedere presso il tavolino, al posto dove s'era seduto il nano. Era tutto vestito
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. Poi mi rivolsi all'uomo e gli domandai se non era vero ch'egli acconsentiva a prendere la mia creatura. Ed egli parve ricordarsi di qualche cosa che
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gita al paese vicino; non era per visitare i parenti ch'egli andava, ma per conferire col nano; forse per dargli la mia risposta affermativa. Mi alzai
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, dentro, come se contenesse tutto il mare, ma non era disperazione; no, era anzi un senso di potenza, un eccesso di forza che mi turbinava dentro poichè
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In quei giorni la zia cadde malata. Era una semplice pleurite, la sua, ma io mi misi in mente che ella fosse malata di crepacuore per i dispiaceri
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condannato. E andai nella camera di lei per soffocare il mio rimorso: ma ogni mia cura riusciva inutile: ella aveva la febbre sempre più alta ed era agitata
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Ecco, dunque, che avevo dato via la mia bambina, senza neppure vederla, senza neppure toccarla. II nano era sparito fra la nebbia, il vecchio aveva
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. Doveva aver fatto i suoi calcoli, lei, e sapere che la creatura a quell'ora era nata: e mi spiava in viso i segni della verità, ma non mi diceva nulla
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Poi tornai altre volte. La zia non aveva più febbre, ma era così debole che non poteva reggersi in piedi: per la debolezza sonnecchiava sempre, e la
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Il diavolo mi aiutava e mi spingeva. Passando davanti alla casa di Tobia vidi che la persiana e la porta a vetri del salottino erano socchiuse. Era
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tutti i lamenti e i canti che salgono dalla profondità della mia anima; ma a dire il vero la bambina non si agitava nè piangeva; era tutta dura
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che aveva da badare a tanti astri, a tante foreste, a tanti oceani, s'era accorto di me che andavo nell'ombra come un insetto notturno? Non è vero
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fermai, pronunziando parole vaghe, confuse, come quelle dei bambini che cominciano a parlare. La gioia era tale che vinceva il dolore. Per alcuni momenti
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Finalmente ebbi l'idea di uscirmene davvero, da questa vita, con la mia creatura in braccio. Non c'era più posto per me nella vita. E andai di nuovo
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sofferenti. Anche la padrona era ricaduta nella sua triste indifferenza: lasciò che Albina le prendesse di grembo il bambino già di nuovo addormentato e lei
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camminò. Dio, Dio mio! Era come Gesù che camminava sulle acque del mare. Ti ricordi, Albina? E quando lo mettevi sul letto egli si divertiva ad afferrarsi i
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Albina dormì poco, quella notte. II calore del bambino si comunicava al suo corpo duro e legnoso ma sopratutto alla sua anima. Era un'anima dura
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Perchè ella era una donna superstiziosa e sognante. Da qualche tempo, poi, quest'impressione di sogno che l'aveva sempre guidata, s'era intensificata
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Per poco non si avverò il sogno di Bona. La voce che c'era in casa quel bambino misterioso fece subito addensare davanti al portone un mucchio di
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lana lo avvolgevate, d'inverno; era un bel bambino, però! E bello anche da ragazzo. Mentre il dottore parlava così, Bona si sentiva un sassolino nella
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alzare il nuovo Elis. Lo alzarono. Albina gli aveva lavato il vestitino, e gli ravviò i capelli fini ondulati e lunghi. Era bello, adesso, d'una bellezza
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Elis commovendosi per questo falso Elis. Ma già lo strato della sua indifferenza s'era incrinato: o meglio, era come quando il gelo si scioglie sul
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tutta, così, di tanto in tanto, per ogni gesto ed ogni grido del bambino. Forse era la primavera, col suo alito materno, a scioglierle quel gran dolore
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Intanto, pensa e ripensa, guarda e riguarda di qua e di là, il tempo passava: era quasi sera e Davide pensava anche a sua moglie che s'inquietava
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loro. Anche il cieco era venuto piano piano a mettersi in una piega del muro, cercando di non farsi vedere per non irritare la padrona, ma odorando
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infelice, forse anche un po' idiota, che si ha l'obbligo di mantenere e di proteggere. Era una donna un po' strana anche lei, d'altronde. Non usciva mai di
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E già lo provavo: ed era questo che mi faceva soffrire. Pensavo a tutti i delitti misteriosi che vengono commessi nelle strade solitarie, nei boschi
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. Era una vera sterpaglia, e i cespugli fioriti della ginestra e i rovi coperti di rose canine non confortavano col loro colore e iI loro profumo la mia
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dal mio delitto, e sopratutto per il bene che ha accompagnato questo dolore, perdonami. Ma ella non perdonava. Era bella, nel suo dolore e nel suo
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, ed ebbi vergogna di me stesso. Quella sera uscii; andai verso il mare. Era una notte di luna, d'una chiarezza inesprimibile: il paese era pieno di
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