Vocabolario dinamico dell'Italiano Moderno

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signorina color tabacco aveva varcata la cinquantina, e non  era  per nulla superiore a questa disgrazia. Lascio pensare come
Mi ricordo di un servitore che s'aveva in casa, il quale  era  d'una bruttezza proverbiale. Si diceva: Brutto come
come Tommaso, per dire l'ultima espressione del brutto. Ma  era  tanto buono e carezzevole coi bimbi! Io lo adorava; lo
di carezze e di baci; e quando udivo dire che Tommaso  era  brutto mi mettevo a piangere, e protestavo che era bello,
Tommaso era brutto mi mettevo a piangere, e protestavo che  era  bello, con una convinzione, ed una fede che avrebbe smosso
di una maestra che ebbi più tardi, la quale, poveretta,  era  gobba, ed aveva il naso schiacciato. Mi pareva un prodigio
il naso schiacciato. Mi pareva un prodigio di bellezza:  era  la mia ammirazione. Mi sforzavo di tenere alta una spalla,
finestre, nella speranza di rassomigliarle. La Gemmolina  era  nella stessa ignoranza su quell'argomento; a lei per
quell'argomento; a lei per complimento tutti dicevano che  era  bella, e le era sembrato giusto di dirlo anche lei alla
a lei per complimento tutti dicevano che era bella, e le  era  sembrato giusto di dirlo anche lei alla persona a cui
il babbo aveva interrotta la sua lettura; la signora s'  era  ritirata nella sua camera in collera: un silenzio glaciale
ritirata nella sua camera in collera: un silenzio glaciale  era  succeduto a tutte le gentilezze che l'avevano accolta un
punto, le parve che esagerasse; si  era  messo a mordicchiarle un orecchio. Staccatasi bruscamente
si toccò l'orecchio dolorante: un orecchino di smeraldi  era  sparito.
con sé per l’asciolvere; e così ogni giorno si praticava.  Era  a vedersi come si comportava Enrichetto; pareva un uomo
premura dimandava ai padroni di casa di loro nuove, appena  era  entrato; né mai si sedeva a mensa prima che vedesse seduti
aveva occhio a scegliere sempre la porzione più piccola, ed  era  sempre lì ad avvertire col gomito Sandrino, che era
ed era sempre lì ad avvertire col gomito Sandrino, che  era  piuttosto ghiottioncello, quando lo vedeva ricercare il
e sgarbato colui che bada solo a sé; ghiottone, che  era  tutto per il ventre, e che gli sapeva male di quel che
andato a far colezione dall’amico del padre. Nel bere poi  era  moderatissimo, e temperava sempre il vino con l’acqua.
Cinese per udire la zitellona parlare in quelle due lingue.  Era  una Lombarda. Aveva fatto molte conoscenze; ma il suo
Lombarda. Aveva fatto molte conoscenze; ma il suo contegno  era  perfetto. Accompagnava sempre la nipote al ballo, ma non
sempre la nipote al ballo, ma non ballava mai. Ne  era  pregatissima; e tuttavia non l'ho udita rispondere, come
bagnanti, dimostrava di essere innamorato di sua nipote.  Era  quello che si suol dire un brillante partito. Ricchissimo;
d'ingegno,e forse era; ad ogni modo, aveva molto spirito,  era  perfetto gentiluomo, e, per giunta, bell'uomo. Ma aveva
trentasei anni, giusto il doppio della ragazza. La zia  era  impensierita da questa circostanza; la fanciulla invece
bravo inventario di ogni cosa; e così riconosceva se tutto  era  in ordine, se vi era mancanza, deperimento o altro. Gian
ogni cosa; e così riconosceva se tutto era in ordine, se vi  era  mancanza, deperimento o altro. Gian Matteo le avea mostrato
ella se ne giovava per tener i conti. Già abbiam detto, che  era  dessa che portava a libro la contabilità della campagna; ma
speciale tutto suo per la contabilità domestica. Le  era  capitato in mano un libro per le scuole femminili, un buon
nelle feste da ballo, sui pubblici passeggi e nelle chiese  era  incomodissimo l'uso senza parlare dell'economia. È andato a
sempre un episodio della compianta Regina Margherita.  Era  il 17 novembre 1878: il cuoco Passanante aveva attentato
vita al Re. Miracolosamente incolume, Umberto di Savoia,  era  rientrato con la Regina a palazzo reale. La folla si
reale. La folla si addensava sotto le finestre. Margherita  era  salita nelle sue stanze, pallida, disfatta, tremante. Pur
diplomanda, per dare a questa alcune lezioni. La madre  era  malata, e mi fete pregare di passare io stessa un momento a
momento, e la sorella maggiore - la mia futura allieva -  era  dovuta scappare in farmacia per una medicina. Mentre la
Davanti alla finestra, che aveva tende di mussola candida,  era  una tavola ricoperta d'un tappeto chiaro e abbastanza ampia
sunti, su cui forse la giovinetta scriveva prima d'uscire,  era  restato aperto; e dalle sue pagine limpide, senz'orecchie e
del quaderno. Alla parete a mancina della finestra  era  appesa una scansia, dalle cui assicelle pendeva una lista
c'era il cassettone di noce con marmo candido, su cui  era  posato uno specchio a bilico. Nel corsello del letto, da un
di mammole pioventi da un alto vasetto di cristallo.  Era  in ogni mobile una semplicità quasi rudimentale; ma ogni
m'avessero risvegliato il ricordo. La mia allieva  era  veramente come la sua cameretta me l'aveva rivelata:anche
la così detta cena o pranzo!... All'epoca romana, il pranzo  era  fissato alle tre del pomeriggio e doveva durare tre ore!...
della Repubblica - in cui i costumi erano sobri e la vita  era  castigata, - il pasto era semplice e schietto, di poche e
i costumi erano sobri e la vita era castigata, - il pasto  era  semplice e schietto, di poche e semplici vivande, con
Gli ospiti erano rari, invitati con semplicità; scarsa  era  la conversazione e abituale, invece, la lettura.
ospiti, diventava cosa di grande importanza; il «menu»  era  non soltanto studiato dal padrone di casa, ma da lui
dal padrone di casa, ma da lui commentato agli ospiti, ed  era  composto di tre parti: «gustatio» o antipasto, cena, e
che sarebbe come il moderno «dessert». Con l'antipasto  era  servito vino allungato con acqua, col dessert vino puro.
a piccola altezza sul giardino d'una villa. Il terrazzo  era  ornato di grandi festoni di fiori e di fronde fra cui
i viali, di sotto le piante, presso le fontane zampillanti.  Era  uno spettacolo fantastico, che faceva pensare alle panzane
non portavano altri ornamenti che fiori e rami d'edera.  Era  tutto un sorriso di roselline da siepe e rose splendide, di
Per l'aria calda della notte di luglio, fra la luce viva,  era  tutta una bellezza, una festa di colori, di voci argentine,
serena e lieta della letizia che la circondava ed  era  opera sua, si aggirava fra gli invitati e le invitate; con
fondo al giardino, in un coffee- house in forma di pagoda,  era  scelto, squisito, elegantissimo per vasellame, argenteria,
l'istruzione che si dà ora alle fanciulle. Allora  era  generale l'opinione dell'Arnolphe di Molière circa le
mezzanotte, precedette tutti in un attiguo salone, dove  era  preparata la tavola con i rinfreschi: la tovaglia era
dove era preparata la tavola con i rinfreschi: la tovaglia  era  bianca, ricamata di rose, il servizio era d'argento. Pure
la tovaglia era bianca, ricamata di rose, il servizio  era  d'argento. Pure d'argento erano gli artistici animali -
stavano pronti presso il «samovar» acceso, ma nessuno  era  destinato a servire gli ospiti. Il gentiluomo di servizio
mai in pubblico senza toga, la quale, come é noto,  era  l' abito d' onore de' Romani: perciò era vietato agli
come é noto, era l' abito d' onore de' Romani: perciò  era  vietato agli esiliati di portarla nel loro esilio . . . Io
Enea la sua origine divina, e dice che da molto tempo gli  era  noto il di lui nome; che Belo, il di lei padre, benché già
Milton, Pope erano uomini assestatissimi; quest'ultimo, che  era  di gracile complessione, fu l'oggetto delle più tenere cure
a crescere fama a un letterato e a un artista. Ugo Foscolo  era  uomo sereno e gentile in societa; il filosofo Hume
sterline di rendita con un carattere tristo. Cuvier  era  amabilissimo con tutti. Talma, il grande attore, non aveva
e non vi fu mai maestro più amorevole coi giovani; ond'egli  era  da loro amatissimo. Meyerbeer era così modesto e di così
coi giovani; ond'egli era da loro amatissimo. Meyerbeer  era  così modesto e di così semplici costumi che di lui diceva
viaggiatore, dice Boccalini,  era  importunato dal rumore delle cicale; egli volle ucciderle,
la bocca, ma mi sembra superfluo affermare che tutto ciò  era  un'autentica porcheriòla e nessuna padrona di casa la
la rispettabile somma di quattordicimila cinquecento lire.  Era  uno stecchino qualunque; ma era stato regalato a un
cinquecento lire. Era uno stecchino qualunque; ma  era  stato regalato a un gentiluomo da Re Carlo I. d'Inghilterra
crudele alla signora che le ha collocate così. Quando io  era  giovane, in temporibus illis, fui invitata ad una sagra di
si scandolezzino di trovarsi seduti accanto a tavola.  Era  una logica da dar dei punti ad Aristotile. E lei agì come
jeu. Ma una, una sola, una signorina di villaggio, che  era  uscita per l'appunto di collegio, cominciò a guardarsi
o due Don Giovanni venuti là per rapirla. Uno, che non  era  punto Don Giovanni, ed ancora meno lion, si senti tutto
quella poveretta! Parlava a monosillabi. Rifiutava tutto,  era  tutta sulle difese, pareva che fino i fiocchi del suo
altro lato della tavola, fremeva. Finalmente, vedendo che  era  giunta al dessert respingendo ogni piatto, e stava per
le gridò : - Via, accetta una volta! Non è veleno. - Ah!  era  di questo che aveva paura, signorina? ed io che mi
che avesse paura di me! le disse il suo vicino. La lezione  era  meritata. È appunto in tali circostanze eccezionali, che
senza incoraggiare una confidenza sconveniente. Altre volte  era  di rigore che le signorine mangiassero pochissimo, e non
si volesse interpretarla, quella continenza cenobitica,  era  una sciocchezza. Le fanciulle intendevano con quel mezzo di
ideale, non d'altro nudrito che di poesia e di sogni.  Era  un'idea da precieuses ridicules. Le mamme incoraggiavano
beve punto. La sposino, via. Non costa nulla a mantenerla.  Era  un calcolo da Arpagone. Ora, se Dio vuole, il
un'allegrezza guardarle. Se qualcuna delle mie lettrici  era  rimasta in arretrato, ora lo sa. La civiltà vieta soltanto
nemici nel consiglio di Fiorenza, l' uno di essi, il quale  era  di casa Altoviti, dormiva; l'altro che gli sedeva vicino, e
Altoviti, dormiva; l'altro che gli sedeva vicino, e che  era  di casa Alamanni, per ridere, toccandolo col cubito, lo
stessi gusti; Petrarca parla d'un uomo, il gusto del quale  era  si depravato, che non poteva tollerare il dolce canto degli
i denti ad un fanciullo di sette anni nella Slesia, gliene  era  sorto uno d'oro al posto d'uno de' molari caduti. Horstius,
nel 1595 la storia di questo dente, e pretese ch'egli  era  in parte naturale, in parte miracoloso, e che era stato
ch'egli era in parte naturale, in parte miracoloso, e che  era  stato spedito da Dio a questo fanciullo a fine di consolare
Un altro dotto d'eguale calibro raccolse tutto ciò che  era  stato detto sopra questo dente meraviglioso, e vi aggiunse
l'ebbe esaminato, risultò che questo preteso dente d'oro  era  una foglia di oro destramente applicata al dente; ma si
assunse come "tutto fare" un giovane disoccupato che  era  stato in altri tempi "comparsa" a Cinecittà: alto e grosso,
Quinn e Carnera. Alle amiche che le chiedevano se non  era  imbarazzante, in certe occasioni, dover ricorrere a un
per lei le persone di servizio non avevano sesso e che le  era  perciò assolutamente indifferente girare svestita davanti a
girare svestita davanti a lui, e dirgli « avanti » quando  era  immersa nel bagno. Ma una certa sera l'intero caseggiato fu
più audace, la più indomita, fra le Dee dell' Olimpo greco,  era  vergine : vergine era Minerva la dea della saggezza.
fra le Dee dell' Olimpo greco, era vergine : vergine  era  Minerva la dea della saggezza. Vergine era la fiera
: vergine era Minerva la dea della saggezza. Vergine  era  la fiera selvaggia Brunhilde, la Walkiria che proteggeva
proteggeva con le fiamme il suo sonno e la sua castità :  era  vergine la Pulzella d'Orléans, celebre nelle cronache
il verde letizia, amicizia sincera, speranza. Il giallo  era  un colore penoso; diceva la fierezza chiusa in sè medesima;
inalterabile. Il lilla diceva : « Ricordati »! L'amaranto  era  il colore dell'indifferenza e della freddezza: il fulvo
secca indicava diffidenza e disinganno. Nell'olivastro  era  l'invidia della felicità altrui, nel verde bruno la segreta
inoltre separata dalle altre classi pel sucidume in cui  era  involta.
cognizioni e dare in cambio le proprie. Questo bisogno  era  tanto più forte, quanto che prima della stampa altissimo
tanto più forte, quanto che prima della stampa altissimo  era  il prezzo de' libri, come tutti sanno; nacquero così le
Come starà la Mariuccia ?... Dio mio, come starà?...  Era  tutta Bianca come di neve, aveva gli occhi chiusi, la
il medico, che ci avevano veduti attraversare la piazza; ed  era  una desolazione generale. A me nessuno pose mente; pareva
increspava appena, come accarezzato dalla brezza; il cielo  era  quasi sereno: solo lo macchiavano poche nuvolette bianche,
che c'era nell'aria odore di temporale; e soggiunse che non  era  prudente prendere il largo in quel momento. Ah cocciuto
- Andiamo. - Si corse giù in fondo al giardino ove  era  assicurata la barchetta, e dentro. - Il tempo minaccia! -
adagiata la bambola su la punta della barchetta ed ella si  era  posta a sedere su la panchina di mezzo. Si filava diritti
a sedere su la panchina di mezzo. Si filava diritti che  era  un piacere. E il piacere ci portò lontani dalla riva,
biancheggianti su la cima, e il lago, in un attimo, s'  era  fatto scuro, nero, pauroso. La paura mi prese lì per lì. Il
fontanella della gola. Sopra il lago minaccioso il cielo si  era  fatto nero, come di notte; e in quel nero presero presto a
portata dal vento. I remi mi erano sfuggiti di mano; si  era  abbandonati all'ira della tempesta. Fu un momento
dolore; tutto uno schianto di affetti. Mariuccia che mi si  era  avvinta al collo singhiozzando, ad un tratto rallentò la
braccia; la portai fuori della barchetta. Intanto la gente  era  accorsa; tutto il paese era lì, palpitante, commosso. -
barchetta. Intanto la gente era accorsa; tutto il paese  era  lì, palpitante, commosso. - Gliel'avevo detto io ! - sentii
l'uso di accompagnare sin nel vestibolo ogni visitatore  era  considerato come la più distinta forma di cortesia
e fuggì verso la sua carrozza. Ma il duca De Coislin non  era  uomo da perdere la bussola per così poco. Più svelto
di qualche anno, a progredire negli studi che egli si  era  incaponito di troncare, prese a studiare con lui. Da lui si
tribolata dai continui malumori di cui il fratello  era  causa in famiglia per la vita dissipata che conduceva fuori
intellettuale, per opera della sorella sua, la quale  era  riuscita con le dolci preghiere e la gentile persuasione, a
- Non siete più la moglie dell'uomo di spirito? E perchè? -  Era  troppo spiritoso. Una donna che voglia sapere che cos'è la
volta, chi  era  invitato a un pranzo importante doveva fare, nei giorni
distrazione della madre, sulla spalla dell'eroe bambino si  era  incollata una foglia di tiglio, che lo lasciò vulnerabile
di noi gli si avvicinava per chiedergli una spiegazione,  era  disposto a ripetergli tutta la lezione; ma se gli si
in una fiamma. La cattiva prosa dei giornalisti francesi  era  la sua foglia di tiglio.
La signora Bianca nelle veglie, che teneva in sua casa,  era  tutta in ciò, che gli ospiti suoi si trovassero bene, a
per esser lì a tutti e a tutto. Quando la veglia  era  in casa altrui, appena entrate nella sala, Marina dietro
vistoso; non s'attruppava colle altre ragazze, se non le  era  dalla madre concesso. Nel trovarsi fra molte fanciulle
fra molte fanciulle insieme a conversare, Marina non  era  di quelle che han sempre la parolina da susurrar
aveva famigliare quella massima, bada a quel che fai; onde,  era  sul giuoco? Rideva e scherzava del meglio dell'anima; era
era sul giuoco? Rideva e scherzava del meglio dell'anima;  era  sul serio? E intendeva all'opra con tutte le potenze della
di declamare qualche poesia; porgeva così bene, che  era  un amore a sentirla. Il verso sul suo labbro non era un
che era un amore a sentirla. Il verso sul suo labbro non  era  un suono comechè sia, ma un'immagine dipinta, un sentimento
un sentimento incarnato, un'armonia ispiratrice; perchè  era  il cuore, era la mente, che venivano lì alla bocca per
incarnato, un'armonia ispiratrice; perchè era il cuore,  era  la mente, che venivano lì alla bocca per manifestarsi.
la persona si può dire che declamasse; onde il comando  era  comando, la preghiera preghiera, e la pietà pianto.
e la pietà pianto. L'attenzione, non si parla nemmanco,  era  universale, e nella fronte di tutti s'improntavano gli
recatasi meglio in sè declamava il suo componimento. Non  era  pericolo, che restasse lì a bocca aperta, smemorata, o che
purché il matrimonio sia chic. L'uso antico, patriarcale,  era  di organizzare, al completo, la casa dei novelli sposi: le
degli sposi, alla novella casa. L'uso antico, che non  era  chic, ma che era tenero e dolce, e con cui migliaia di
alla novella casa. L'uso antico, che non era chic, ma che  era  tenero e dolce, e con cui migliaia di uomini e di donne si
nella nuova casa, con tutte le leggende di augurio, ma non  era  chic. Adesso, il più misero impiegato, maritando la figlia,
di un grande avvocato napoletano. Ebbene, egli che  era  ricco, che era di una condizione elevata, che maritava la
grande avvocato napoletano. Ebbene, egli che era ricco, che  era  di una condizione elevata, che maritava la figliuola
massima cura del letamaio e della stalla. Il suo letamaio  era  là sempre ben raccolto in un mucchio dietro la stalla verso
i colaticci, e coi medesimi bagnava il letamaio quando  era  troppo asciutto. Le acque de'tetti le dirigeva altrove;
inacidiscono; e le bestie non son contente. La lettiera  era  sempre abbondante, costruita in modo che presentava una
urine colassero del continuo in un canaletto coperto, che  era  al margine, e di qui scorrevano in una vaschetta fuori
che occupò un posto così importante nella scienza e che si  era  acquistata una grande fama nelle assemblee politiche, visse
cui l'insigne professore aveva attaccato il suo nome». «Non  era  questa, che una caritatevole e pia menzogna, era un mezzo
«Non era questa, che una caritatevole e pia menzogna,  era  un mezzo di far accettare dal delicato amico, dall'amato
modesta esistenza. E se questa rendita che Cerise pagava  era  così modesta, egli è perché l'austero e virtuoso Buchez
parola poteva applicarsi al Cerise, la cui morte prematura  era  un doloroso avvenimento per quelli che l'avevano conosciuto
l'avevano conosciuto ed amato, e pei suoi malati dei quali  era  non solo il medico ma anche il consolatore e l'amico»
sul colore grezzo della tovaglia. Il vaso centrale  era  pieno di rose bianche - e una foglia di rosa bianca era
era pieno di rose bianche - e una foglia di rosa bianca  era  nell'acqua dei bowls; i bowls erano in Murano, nello stesso
stesso tipo e colore, con piattino analogo... Il vasellame  era  in finissima porcellana bianca con un filetto azzurro, il
porcellana bianca con un filetto azzurro, il lampadario  era  di vetro simile a quello della cristalleria e tutto
vetro simile a quello della cristalleria e tutto l'insieme  era  di mirabile finezza e gusto..., adatto alla casa
a cui tutto ciò apparteneva, e all'ospite altissimo che vi  era  atteso a un'elegantissima colazione.
cosa importa? Il forte e bello non compariva, e Jolanda  era  sempre lieta ugualmente come un raggio di sole. Non parlava
D'Azeglio - scrive il fratello Massimo nei Ricordi -  era  giovane di temperamento bollente, di passioni impetuose:
giovane di temperamento bollente, di passioni impetuose:  era  preso tavolta da sfuriate di collera tremende: sentiva
natura. E tutti domò, tutti vinse. Prima de'trent'anni  era  diventato d'una dolcezza e serenità di carattere che non
letto, è stato chiuso, nè si rileggerà più, mai più. Forse  era  un delicato poema, ideale e vago come un sogno, pieno di
pieno di raggi, di rose, di sorrisi e di malinconie. Forse  era  un romanzo strano, appassionato, ardente, ricco di emozioni
spezzato con violenza a metà della pagina più bella; od  era  un dramma che dal principio lasciava intravedere la sua
servitore con l'ingiunzione che tornasse il domani; quello  era  giorno di ricevimento; il salotto era pieno di signori e
il domani; quello era giorno di ricevimento; il salotto  era  pieno di signori e signore; capiva bene !... non era quello
era pieno di signori e signore; capiva bene !... non  era  quello il momento nè il suo posto !... E la persuadeva con
qualità che specialmente segnalava Enrichetto,  era  l’ amore e la venerazione che portava a’ suoi genitori.
gli pareva mill’anni d’essere dal padre e dalla madre;  era  così dolce vederli! Quando udiva di tali che non
in questo mondo. La preghiera più calda che facesse a Dio  era  che gli conservasse sempre i genitori. Per lui la pienezza
Per lui la pienezza della forza, del consiglio, del sapere  era  suo padre; la madre era il tipo della bontà, della grazia e
forza, del consiglio, del sapere era suo padre; la madre  era  il tipo della bontà, della grazia e della virtù. Egli non
virtù. Egli non sentiva di star proprio bene se non quando  era  in loro compagnia; nel loro aspetto, se aveva qualche pena
burla sconveniente, o con qualche beffa, perché talora  era  un po’ brontolona, egli subito gli accennava di desistere,
perché rigido ed imparziale nel far osservare le leggi  era  poi discreto e modestissimo, tantoché viveva con esemplare
all'infuori dell'onore del supremo comando. L'eloquenza che  era  in lui grandissima non adoperava a redigere boriosi
in un Fabio Massimo di cui diceva Catone: che in esso  era  una gravità condita di cortesia, né la vecchiezza gli aveva
console a 23 anni per unanime consentimento di popolo,  era  così famigliare alle sue genti che disimpegnava al par di
Ma non vi sembrerà più, quando vi dirò che la poveretta  era  vedova da un pezzo, che aveva perduto il figlio nella
un amore di bimbo, e che, abbandonata anche dalla nuora,  era  rimasta sola con quel gatto spelacchiato? Questo gatto
sola con quel gatto spelacchiato? Questo gatto spelacchiato  era  stato il gioco preferito del nipotino, e poi le era rimasto
era stato il gioco preferito del nipotino, e poi le  era  rimasto fedele più della moglie stessa di suo figlio; se
più nulla al mondo, e nessun filo la legava alla vita.  Era  già così gonfio il suo cuore, che questo nuovo dolore più
de’ suoi figliuoli, li conduceva al teatro. Oh il teatro  era  il trasporto più bello di Enrichetto! Non c’era pericolo
sul suo volto animato e aperto. Il maggior suo dispiacere  era  quando qualche saccentello voleva raccontargli il dramma
raccontargli il dramma prima che si recitasse; oppure, se  era  all’opera, quando qualche vicino si metteva a canticchiare
mai. Provava però anche delle grandi disillusioni. Se  era  al teatro regio, un chiasso ne’pachetti, un chiacchierio da
altri teatri poi, come il Vittorio Emanuele; il Gerbino,  era  un’altra la pena. S’attruppavano a volte stuoli di giovani,
animati solo dal talento del disordine; sicchè certe fiate  era  un finimondo, prima un gran baccano per far suonare la
i tre balconi centrali prospicienti sulla larga via, ed  era  ammobigliato con lo squisito gusto personalissimo della
Ella aveva raccolto intorno a sè nel corso della sua vita.  Era  diviso in tre parti: nella prima, - a cui si accedeva dal
in esso sentiva rivivere i migliori dei Savoia... Il salone  era  chiuso da una parete su cui c'era un grande organo, e
oggetti per dar la sveglia alle facoltà dell’anima; il che  era  un promuovere una ginnastica morale per creare la forza
si sarebbe detto che fossero sempre vissute insieme. Marina  era  una di quelle nature amorevoli, che hanno bisogno di sempre
per sempre più allargare la cerchia delle loro affezioni.  Era  quindi un giubilo per lei, un piacer sempre nuovo tutte le
già così viva, così espressiva. Onde la scuola non le  era  punto uggiosa e pesante, ma una festa, un luogo caldo di
delle compagne, quanto delle maestre e della direttrice.  Era  di modi così gentili, di animo così amorevole e buono, e di
volentieri a’loro giuochi, a’loro divertimenti, che non  era  poco; perché nelle scuole per le generali le allieve delle
compagne o col disprezzarle, come alcuna faceva, quando  era  ammessa ne’crocchi delle maggiori, ma essa ringraziava,
accarezzava e stava bene dappertutto. Nelle ore di lezione  era  tutta intenta alle cose di studio,pendeva dal labbro della
onde non è a meravigliarsi se faceva progressi mirabili, se  era  quasi sempre la prima: e come era fiera della sua medaglia,
progressi mirabili, se era quasi sempre la prima: e come  era  fiera della sua medaglia, che portava sempre sul petto! Né
Onde tutta la famiglia di Enrichetto fu citata in giudizio.  Era  un giorno di giovedì ed Enrichetto e Sandrino, pulitamente
madre e del padre s'avviarono al tribunale. La citazione  era  per le ore otto, e alle otto in punto entravano
colla famiglia. Ritornato alle nove, dimandò all'usciere se  era  in tempo; ed ebbe in risposta: si che è sollecito lei!
e il richiese a che ora sarebbe il dibattimento, per cui  era  citato; e s'ebbe un ma secco, secco; s' avvicinò ad un
piazza! In quella un signore, di modi gentili, venne a lui,  era  il cancelliere, il quale, o per aver conosciuta la
di citazione, indi si diede a scorrere un libraccio, che  era  aperto sur un leggìo, poi disse: la causa, in cui essi son
di molto obbligato, e volse in bene quella bizza, che gli  era  montata contro quell'uffizio. Tanto è vero che un piatto di
non foss'altro, per prendere una boccata d'aria; per lo più  era  dopo pranzo, e uscivano insieme il padre, la madre e
pranzo, e uscivano insieme il padre, la madre e Marina.  Era  abitudine questa consigliata dall'igiene; un po' di moto
s'andava a vestire pel passeggio, e in men che non si pensa  era  lesta; perchè la madre l'aveva avvezzata a non farsi mai
che venivan dietro, per non iscostarsi troppo da loro. Se  era  lieta di accompagnarsi colle amiche non aveva però tutti i
non aveva però tutti i suoi gusti di unirsi con Gemma.  Era  Gemma figlia d'un fratello della signora Bianca, giovane
vanesia e leggera, non contrariata mai nelle sue voglie,  era  la tiranna della casa; guai a chi si fosse arrischiato di
in niente, civettuola a più non dire, suo unico pensiero  era  quello di brillare. Aveva sempre abiti vistosi, da farsi
di tutte specie. Sicchè qualunque passasse anche lontano,  era  impossibile che non si volgesse a guardarla, del che
passava una brigata di giovinotti, codiava coll'occhio se  era  osservata, e lì a dire: e quegli ha guardato me; e questi è
procedere a Marina non garbava nè punto, nè poco; perchè  era  contro quella vereconda e modesta dignità, che devono
compagnia, con cui si trovava, non pensava ad altro. Se  era  salutata rispondeva con un modesto e benevolo inchino e
suo arcolaio, e diessi a cercare il bandolo. Una grossa ora  era  passata, e la matassa si faceva più che mai arruffata. Ma a
notte, camicie per conto di un grosso negoziante;e come non  era  nè ghiottona, nè ambiziosa, del guadagno ne aveva d'
per tutte le tristezze della vita, onde la sua soffitta  era  il ricapito di tutte quelle famiglie, che abitavano lì
di quelle soffitte. Quando, poveretta, cadde essa malata!  Era  sola, nessuno poteva badare a lei, nessuno accenderle un
gente si divise le cure e non le si lasciò mancar nulla.  Era  cosa che consolava l'animo veder quella donna, che non
mondo, fatta oggetto di tante premure! Enrichetto, chè egli  era  il medico fatto chiamare, in quella soffitta si sentiva
non potrebbero più tirar innanzi; la si pensi che ella  era  capace di passare le intere notti a' nostri letti; e i suoi
su il suo ritratto; e veramente del color del rame ne  era  la pelle tirata sugli ossi, che si potevan contare. Nessuno
intorno al letto, la portinaia che l'aveva accompagnato  era  subito scomparsa; onde Enrichetto, mosso a pietà, veniva
Il medico lo confortò, e visto che il male non  era  prodotto che da mancamento di cibo e da prostrazione di
malfidente se v'e n'è uno. La Bettina quanto aveva  era  nostro, seguitava essa, ci aiutava, ci vuol un bene a
mezzo e lo stromento per soddisfare a' nostri bisogni; ma  era  un dir a sordo. I nipoti colla più schietta allegria, ne
se, sotto i regni di un Nerone e di un Domiziano, non  era  guari permesso di parlare sui fogli, come non lo era sui
non era guari permesso di parlare sui fogli, come non lo  era  sui libri, né in pubblici luoghi, di cose alte; avendo gli
Stato; e quindi, in mancanza di fonti buone o cattive, non  era  ad essi possibile di tener informati i lettori delle
agli auguri, facevano parte delle pratiche religiose e non  era  quindi nemmeno lecito, sotto pena d'anatema, ai Denza, e ai