. Plate) o polifeni (N. W. Timoféeff-Ressovsky). Un caso simile era già noto al Mendel, che si accorse che i piselli a fiori colorati (rossi, porporini
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era stata interpretata in molti casi come un fenomeno di atavismo, cioè come la ricomparsa di caratteri già presenti in qualche antenato più o meno
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sostituita da una discontinuità, finché l’analisi era limitata a una o poche coppie di fattori. Sappiamo ora che la variabilità indotta dalle
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con cariossidi bianche. Era verosimile perciò che tre fattori intervenissero nella determinazione del color rosso e che il rapporto 63 : 1 fosse da
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, la cosiddetta «bizzarria», si originò verso il 1644 a Firenze, ed era costituito da una miscela di diverse specie di agrumi. Famosi anche il Cytisus
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’embrione e contiene riserve nutritizie, manifesti i caratteri paterni. L’endosperma era considerato come parte del corpo materno, e quindi non si
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Questo meccanismo, la cui necessità era stata intuita, da un punto di vista puramente teorico, dal Weismann (1887), fu poi scoperto e illustrato per
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Che il nucleo dovesse essere il portatore dei caratteri ereditarî era dunque opinione molto diffusa anche prima della riscoperta delle leggi di
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basta una piccola ferita per produrre emorragie gravissime; e il daltonismo o cecità parziale per i colori. Da tempo era noto ai medici il singolare
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La questione del valore del cromosoma Y nell’eredità è stata molto discussa; il Morgan era giunto alla conclusione ch’esso fosse «geneticamente vuoto
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grigie, cioè esattamente l’opposto di quanto ci si dovrebbe attendere in base alla teoria. La spiegazione più plausibile di tale eccezione era che i due X
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fossero uniti l’uno all’altro in modo da non potersi mai separare. L’esame citologico rivelò infatti che il corredo cromosomico era costituito dal
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Fino al 1910 questo minuscolo insetto non aveva titoli di speciale benemerenza per le scienze biologiche: era servito per qualche
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ricerca fisiologica, ma non era ancora stato oggetto di ricerche genetiche. In quell’anno Th. H. Morgan pubblicò il suo primo contributo sull’eredità
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Drosofila, analizzati dal Morgan, gli permisero di estendere le conclusioni a cui era arrivato per i cromosomi sessuali anche agli autosomi, e di gettare le
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Nei casi studiati prima di quello della Drosofila, a dir vero, non si era trovata una associazione assoluta, come in quelli ora descritti, ma
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Il Muller scoprì nel 1928 che, per mezzo dei raggi X era possibile spezzare i cromosomi, e che i pezzi spesso si attaccano ad altri cromosomi non
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, pubblicata nel 1934, relativa alla struttura dei cromosomi giganti delle ghiandole salivari delle larve di Drosofila. Era il sogno di tutti i genetisti, dice
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struttura. Riconosciuto X, con lo stesso metodo poté identificare anche i cromosomi II e III, e s’avvide allora che ognuno di essi era costituito da due
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possibilità di ricerca di cui non poche tuttora intentate, ha aperto una nuova era nella citologia e nella genetica.
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alla madre, anche alcuni individui simili al padre. Si era pensato ad un caso di androgenesi, cioè di sviluppo dell’ovulo con il solo pronucleo maschile
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(in Limnaea peregra) Boycott e Diver (1923, 1930) confermarono quanto già era noto, cioè che gli ibridi sono sinistrorsi, o destrorsi, a seconda che la
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Le teorie dell’evoluzione fermarono l’attenzione non tanto sulla somiglianza quanto sulla differenza fra i figli e i genitori. Era importante per
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domesticazione, trasse forti argomenti in favore della sua teoria. Il Darwin come abbiamo già avvertito, s’era accorto che le minime variazioni trasgressive
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Da varie parti si era poi riconosciuto che compaiono, ogni tanto, negli animali come nelle piante, delle variazioni subitanee, discontinue ed
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’animale era incapace di saltare le staccionate — come volentieri facevano le altre pecore — egli ritenne utile conservare tale carattere, e, incrociato il
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poi, nel topo, osservò un caso in cui era citologicamente visibile la scomparsa d’un tratto di cromosoma, e propose il termine di deletion (perdita
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Recentemente (Blakeslee e Avery, 1937, Nebel e Ruttle, 1938) si è utilizzato un alcaloide estratto dal colchico, chiamato colchicina, di cui era noto
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erano presenti nel cromosoma soprannumerario, fu potuto dimostrare che il venticinquesimo cromosoma era differente. È probabile che le 12 razze, a 25
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) ha potuto selezionare una stirpe di ratti albini in cui il rapporto dei sessi era 125 : 100 e una stirpe in cui era 83 : 100. Questi fatti dimostrano
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Un altro passo importante fu fatto dopo la scoperta dei cromosomi sessuali, di cui abbiamo già parlato (pag. 151). Era logico considerare gli
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individui di specie diversa, non si rivelò poi così assoluto come era lecito sperare; ma che risponde certamente ad una più profonda comprensione del
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ordine superiore. Ma si osservò anche che l’apprezzamento delle somiglianze e delle differenze è quanto mai soggettivo, ed era perciò augurabile di
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colorazione delle ali, ecc. Era noto che, incrociando razze provenienti da diverse località, si ottenevano individui anormali, che presentavano una
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. Era noto fin dal 1879 (Spengel), e fu poi ampiamente illustrato da F. Baltzer (1914-1932) come
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Fin dal 1868, Gregorio Mendel, nella quiete del suo convento moravo, era pervenuto alla formulazione di quelle leggi che, passate inosservate prima
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maturi perché esse fossero comprese, e, con quell’avvenimento, si iniziò una nuova era per gli studi sull’eredità. Tosto gli esperimenti si moltiplicarono
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quasi incolori, perché il sangue s’era già scaricato di quasi tutto il pigmento. Nel secondo caso gli strati più esterni sono poco o nulla colorati, i
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credettero di poter dare per dimostrate quelle serie filetiche che appena era giustificato considerare come ipotetiche. E così, con ingenuità pari all
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difficile una soluzione in termini causali. Ma si deve pur riconoscere, d’altra parte, che l’evoluzione meccanicistica, così come era intesa per lo più
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discussioni sull’origine dei vertebrati. L’ambizioso programma degli evoluzionisti era, come si è detto, di tracciare tutto l’albero genealogico del
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fosse vera l’ipotesi della eredità intermedia nel senso in cui era generalmente ammessa ai tempi di Darwin, se cioè ad ogni generazione si avesse la
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Contrariamente a quanto è affermato in varî testi, già il Darwin s’era accorto che non tutte le variazioni sono ereditarie, e ne aveva distinte
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quanto è affermato in varî testi, già il Darwin s’era accorto che non tutte le variazioni sono ereditarie, e ne aveva distinte alcune (sports o single
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, e il botanico francese Alexis Jordan, con pazienti esperimenti su una crucifera, Draba verna, durati circa 30 anni, s’era accorto che la selezione ha
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popolazioni che presentavano la stessa media e la stessa variabilità caratteristica della rispettiva linea pura. La selezione era cioè priva di
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propria dei laghi nordici, che non si estende a meridione delle Alpi. Dopo 12 anni constatò che tale Dafnia si era abbondantemente sviluppata nel nuovo
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animali e piante di specie o di razze differenti; ma nessuno era riuscito nell’intento, tranne forse Ch. Naudin (1865), che si era avvicinato alle
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Fu soltanto 35 anni dopo, nel 1900, quando già l’abate cecoslovacco era morto da tre lustri, che tre botanici indipendentemente e contemporaneamente
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Nelle sette coppie di caratteri analizzate dal Mendel uno degli allelomorfi era sempre completamente dominante nell’altro. Si vide poi che non è
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