Milano: e ogni momento guardava l'orologio, tutto contento che gli ci mancassero poche ore alla partenza. Il giorno di Natale, a Dio piacendo, egli si
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, fuori d'una porta; e ad ogni urtone la Giulia si premeva sempre più involontariamente al suo povero buon compagno: povero e buono come lei. Egli
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furono tutti a casa, Nannina depose Orlando in un angolo della rustica stanza da letto dove dormiva tutta la famiglia; ed egli parve rimaner lì impalato
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a chi le vuol bene. - Ah, birichina! Ti ripiglio la bambola, sai! - fece il babbo. La Marietta gli diede subito qualche altro bacio; e siccome egli
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gli ridevano gli occhi, vispi e bonari. - Quanto a me - dichiarò egli - regalo a tutti un bel carrattello di vin Santo; vi garba? Figurarsi se la
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più atroci, forse chi sa? l'ora della morte, s'egli era destinato ch'ella dovesse morire così, senza più rivedere il sole. Il topo si avanzò nell'ombra
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sul viso ossuto d'un giallastro terrognolo. Egli girò più volte rapidamente gli occhi piccoli e vivi per la stanza, e andò a stendere sul letto una
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! - ordinò egli alla sorella con piglio rabbioso. Seria, come chi vuole esser giusto nel suo commercio, la Rachele obbiettò: - Umberta ha pagato. - Per
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. Vedendo che la Giulia non rispondeva, egli riprese:
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per quel gran fantoccio così curioso, così spaccone, e che doveva egli pure aver tanto sofferto in questo mondo! - Bei tempi! - riprese l'altro
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risposta del burattino. La bambola Io guardò tristemente: perchè si faceva beffe di lei? - Giulia? - rispose Orlando - ma ti par egli un nome, cotesto? Ti
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son brutto. Sfido io! con tutti questi ferravecchi addosso! Oggi piacciono i bellimbusti profumati e azzimati; un soldataccio come me, a chi può egli
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