precauzione si lasci asciugare bene per due o tre ore senza cambiare la posizione orizzontale della tela. Quando la colla è bene asciutta si rifaccia bollire
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boccetta due cucchiaini da caffè d’olio di papavero scolorito, un cucchiaino di essenza di trementina o di petrolio, un cucchiaino di aceto bianco
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’essere molto diluito nell’essenza di trementina; questo disegno asciuga in qualche minuto, allora si dà a tutta la tela la seconda mano di colla e le due
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vernice bisogna allungarla con un po’ d’essenza di trementina rettificata nella proporzione di due terzi di vernice per un terzo di essenza; la Damar
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Il modo di preparare la tela di cui ho già parlato e che consiste a dare due mani di emulsione a tempera sopra una tela già preparata a gesso è
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dalle due parti perché non s’imbarchi. Per maggior sicurezza contro i brutti tiri dell’umidità bisogna sempre, finito il lavoro, dare una mano di
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la tela la tavola dalle due parti contemporaneamente. Ma oggi che i quadri d’un pittore sono destinati a viaggiare molto e, spesso, lontano, l’uso
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distinguere due generi di tempera: la tempera magra e la tempera grassa. La tempera magra sarebbe il colore macinato con sostanze solubili nell’acqua e
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Come tela si userà una tela a gesso su cui si saranno date due mani di quest’emulsione senza allungarla con l’acqua. Per lavorare con maggior
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aggiungono due cucchiai da minestra di olio di lino cotto che si sceglierà di prima qualità; si aggiunge ancora un cucchiaino da caffè di trementina
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Resta inteso che con tutte le tempere finora menzionate bisogna dipingere su tele a gesso su cui si saranno date in ultimo le due mani di emulsione
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tecnica di alcune belle tavole di Rubens. Per ottenere meglio tale risultato è bene dare alla tela, dopo le due mani d’emulsione, uno strato di colore a
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Dice Plinio che anticamente vi fossero due modi di dipingere all’encausto: sulla cera (cioè sopra una imprimitura incerata) e sull’avorio per mezzo d
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con le altre, soltanto che le tavole e i cartoni si preparano a gesso e poi con due mani d’emulsione d’uovo e d’olio di lino, come per la tempera a
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un panno azzurro e come sfondo due pareti di cui una è in luce e l’altra nell’ombra. Si comincerà coll’osservare bene il colore e il grado di tono
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col mestichino due toni neutri, uno più chiaro per le parti in luce, l’altro più scuro per le ombre. Data questa preparazione su tutto il disegno si
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Piangendo e singhiozzando si dirige verso il portone che dà sulla strada. Lo apre. Vede tutto buio, fuori, e arretra. E si odono, vicine, le due voci
Gherardo ha assistito al breve assedio dei due soldati dal cortile della sua casa. Due tre volte ha mosso il piede, per andare e intromettersi, ma
Gherardo si riscuote, si desta. Alza il capo, si volge e vede i due, là in fondo presso la porta. Sta intento ad ascoltare, un momento. Poi si muove
La piazza è per metà occupata da popolo in tumulto. Quattro famigli armati, che tengono per le braccia due ragazzi, avanzano a stento tra la folla
Le due guardie vanno verso Gherardo, che indietreggia sino al camino, tendendo le braccia quasi a difesa.
Rumore di passi dalla strada verso il torrente: son due uomini armati, famigli del Podestà. Gherardo li vede: afferra per un braccio Mariòla, e
A questo punto Glierardo balza, ed è di fronte ai due, con gli occhi dilatati e sbarrati dal terrore.
diverse strade dalla piazzetta. Due tre volte alza il braccio per un gesto che non riesce a compire: due tre volte apre la bocca per un grido che gli rimane
Accosciato sull'ammattonato, la testa sul braccio appoggiato alla panca, Gherardo dorme. Due guardie armate di picca stanno ai lati della porta
, chiusa, alla quale si accede per due scalini, v'è una tettoia di legno sostenuta da travicelli infissi nel muro. Le finestre sono tre, una a lato
Le voci dei due ubriachi si confondono, lontane, in una sghignazzata. Gherardo lascia cadere il coltello e si volge. Mariòla è là, appoggiata al
ha udito viene sulla strada per sapere. Due donne, sopraggiunte dalla prima strada a destra, s'incontrano in un uomo che veniva dalla strada più
Uno stanzone a pian terreno del palazzo vescovile, verso il cortile. Due strette ed alte finestre inferriate nel muro di fondo, una porta a sinistra
, che da lontano s'avvicina, un canto s'ode venir dalla strada. Due voci alterne cantano la canzone d'un trovatore di Provenza: le voci son d'uomini
All'ordine del Vescovo, due dei famigli si pongono ai lati di Gherardo e lo fanno avanzare, la faccia rivolta al popolo, sino al limitare della
lato sinistro della scena ed ha al piano terreno due finestre inferriate e un portone a sesto acuto preceduto da un pianerottolo rialzato su tre
La Piazza Maggiore di Parma. A destra il Palazzo del Vescovo, preceduto da un ripiano rialzato su due scalini: un loggiato chiuso da cancelli di
momento dopo si vedono schiudersi le due ante del portone ed essa esce sulla strada. Esita, guarda in giro, si ferma presso uno dei pilastri. E chiama
esce. Esce e si appoggia al muro, come ebro, quasi impotente a camminare. Lentamente le due ante girano sui loro cardini e si ricongiungono. Al