da pranzo, su cui la moglie posava dolci e bevande. Laureato in Cirenaica, ne faceva fede il diploma in mostra nello studio, una volta gli sfuggì di
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trine. La portiera nello sfarzo smesso di un giustacuore verde, le rughe del volto più dolci, gli occhi che nel chiarore velano il nero guarda la porta
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in un sogno cadenzato, come per una melodia invisibile scaturita da quel vagare. Non era dunque il mondo abitato da dolci spettri e nella notte non
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di fuoco delle lampade inquiete e trivellare l'atmosfera carica di luci orgiastiche: ora addolcite: nel già morto cielo dolci e rosate, alleggerite di
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Il mio cuore è una rossa macchia di sangue dove io bagno senza possa la penna, a dolci prove eternamente mossa. E la penna si muove e la carta
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amici e parenti e conobbero i dolci sentimenti la pietà e gli affetti e il pudore e conobbero le parole che conviene venerare Itti e Senia i figli del
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esser un bene e vita sufficiente la diuturna morte. E baci e doni e la mensa imbandita, dolci parole in copia e dolci cose, liete promesse e guardi
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l'onda canuta, né la mensa famigliare e l'usato giaciglio ho rimpianto o il commercio delle care e dolci cose. Né deserto e triste m'è apparso il mar
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con lieto viso incontro al nuovo sole levai il primo canto, e la sua luce era certa promessa alla mia speme - e le dolci figure del mio sogno che
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dolci voli! Oh effluvii, oh grazie del pane e del vino, quando canta la messa un cherubino!
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larve amante, su tante care imagini nei dì perduti errante: il cuore, il puro oceano donde a inneggiar sorgea la giovinetta idea. E penso i dolci studii
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del brando; qui pregár forse gli ultimi tribuni, dalla vendetta dei barbari immuni, tra l'arse insegne e i figli insanguinati, i dolci lari - quando
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fanciullo pallido e sparuto alle dolci anelavo aure dei campi, e avrei pei gioghi del Sempion venduto e Troia e il suo cantore. Ma poi ch'io vidi l'uom
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dei nastri onde l'adorni. Fra le eleganti, che alla fantasia schiudono tanta via, metà coi dolci della faccia incanti, e metà colle vesti auree
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... se' tu l'amante che all'amplesso inviti? Ma invano al gelo della strada io penso, e a chi corre affannato la campagna, per farmi dolci colla pena
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dolci ore dell'estro, le rime in cui son destro fatte d'argento e d'or, fatte di lapislazzuli, di gemme e perle fine che saran serto al crine del
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festi ancella, mi apparisti nei dolci occhi dell'ava e della mia sorella... E fui poeta. - Un povero poeta di te indegno, o divina; un sognatore cui
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!...". Tu schiudi gli occhi alle dolci parole, e quello sguardo tuo somiglia un brando snudato al sole! Mi desto anch'io. Penso ai monti agghiacciati
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