sapientemente intese nelle distanze e nelle sporgenze, che, quando l’opera capitò all’Accademia di Venezia, fu una maraviglia generale, rotta solo dalle
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distanze di queste zone, seguendo la stessa proporzione di distanze nelle stelle e nel gas, almeno per certi composti, riesce difficile negare la
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misurate le medesime distanze delle linee metalliche sulle righe della stella, e si trovò una coincidenza perfetta in tutte le linee principali del
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completamente compatta. 2.° La loro densità apparente diversa dipende certamente in gran parte dalle distanze: essi sono a distanze stellari certamente
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centro è alquanto meno luminoso. Il diametro è = 25",8, il che vuol dire che se questa massa fosse solamente anche alla unità delle distanze stellari
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selva o in una campagna qualunque tutti gli alberi ed altri oggetti posti a differenti distanze, benchè fissi gli sembrano in movimento. Potrebbe
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, benchè poste a distanze diverse, e vediamo quali sarebbero le conseguenze dovute al solo moto solare.
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Considerando questo moto nello spazio dietro le distanze ipotetiche suddette, risulterebbe essere di poco più che un raggio e mezzo (1,623) dell
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È però necessario saper le distanze stellari per valutare il moto assoluto del Sole nello spazio. Struve fondandosi sui principii delle distanze
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legge: per ora dobbiamo considerarli come accidentali. Questo è quello che ha fatto Struve e supponendo gli ordini diversi delle stelle alle distanze
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una ellisse e per la maggioranza de’ casi è perfettamente ellittica. Ma lo stabilire con precisione questa curva non è cosa facile. Le distanze
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al centro, e attraente in ragione diretta semplice delle distanze; 2.° da una forza tendente al fuoco e in ragione inversa del quadrato delle medesime
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doppie, le cui distanze sono minori di 4", risulta che non si è trovata nessuna stella doppia otticamente. Per gli ordini superiori che da 4" vanno a 16
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questo rapporto è indipendente dalle distanze; supposti al solito i moti proprii in ragione inversa delle distanze.
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Per formarsi una idea adequata delle distanze stellari, è mestieri partire dalle dimensioni del nostro proprio sistema planetario, che forma il
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distanze di un sistema dall’altro. A ciò pertanto aiuterà il conoscere primieramente le dimensioni del nostro sistema planetario, e per ciò abbiamo
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facilmente a trovare le distanze relative dei pianeti espresse per la distanza stessa della Terra dal Sole presa essa stessa come unità.
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Dette a e a' le distanze medie e T, T' i tempi periodici dei due pianeti, si ha
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Keplero profittando di questi valori, e aggiungendovi quelli delle distanze da sè concluse, riuscì a questa legge importantissima che «i quadrati dei
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Distanze assolute dei corpi celesti dalla Terra.
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Le osservazioni fatte a questo modo sono molto più sicure che non le altre fondate sulle distanze zenitali dirette. Il metodo si riduce a confrontare
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si fa con Marte. Si può bensì riferire al Sole, ma sempre a grandi distanze e perciò in condizioni meno favorevoli, e siccome la parallasse agisce
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distanze all’orlo mp, mn, fig. 64), ma ciò implicherebbe l’uso dei micrometri che appunto cercasi di evitare. Fig. 64
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I moderni sperando molto sulla fotografia hanno cercato nel 1874 di fissare queste distanze con questo mezzo istantaneo, che permette di moltiplicare
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Distanze delle Stelle.
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Veduto questo cenno sulle vastità delle dimensioni del sistema di una stella, passiamo a studiare le loro reciproche distanze.
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più sicura e grandiosa che non avrebbero dato le parallassi; ma essa non poteva definire le distanze stellari.
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terrestre, è presa per unità nel calcolo delle distanze stellari. Ma nessuna stella ancora, che si sappia, ha parallasse di un intero secondo; quindi
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perciò che si usa piuttosto esporla pel tempo che la luce impiega a percorrere queste immense distanze. La velocità della luce essendo 300 mila
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Delle distanze relative delle stelle.
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, dovendo queste diminuire in ragione del quadrato delle distanze. Ma la uniformità di grandezza reale non è presumibile affatto, e perciò è irragionevole
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apparirebbe come stella dell’ordine immediatamente seguente. Fondati pertanto su questa regola di probabilità si è formata una scala di distanze relative che
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Un altro elemento per giudicare delle distanze relative delle stelle, si ha dai moti proprii. Anche qui è evidente che se tutte le stelle avessero
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Tavola comparativa delle distanze stellari, concluse dalla fotometria e dai moti proprii.
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A proposito di queste distanze si è domandato se le stelle più vicine non potessero disturbare l’azione solare sui pianeti e le comete più lontane
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a tali enormi distanze che le loro azioni reciproche devono esser minime ed insensibili, e perciò sono anche minimi i loro moti proprii apparenti.
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), egli trova secondo le varie zone di distanze al piano galattico quanto segue:
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Da questa si vede con quanta rapidità dovrebbero crescere le distanze stellari andando verso il polo della Galassia, e quanto cresca la densità nel
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di grandezza supponendole 1° distribuite uniformemente; indi 2.° tenendo conto della densità. È da avvertire che qui non si tratta di distanze assolute
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della sfera che può contenere tutte le stelle delle rispettive grandezze poste a distanze uniformi; la 6.a colonna contiene il risultato dello stesso
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legge della densità apparente l’abbiamo da Struve conclusa sui lavori di Herschel. Da essa si traggono le seguenti distanze:
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indirettamente si potrà conoscere dal confronto di questi raggi sferici colle distanze medie concluse di già dalla fotometria e dai moti proprii. Ecco il
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insensibili per le distanze.
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9.° Le dimensioni assolute che hanno le stelle e le Nebulose e le loro reciproche distanze ci sono affatto sconosciute, mancando esse di parallasse
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10.° Valutando con mezzi indiretti le distanze stellari, ed esprimendole solo in moduli relativi, rileviamo che collocando le stelle più vicine alla
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assurdo (Cauchy). . Ma sebbene non assolutamente infinito, il mondo per noi è come se lo fosse. Per esprimere in brevi cifre le distanze si adopera per
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riguardarsi che come un istante. Le stelle doppie per poco che siano sensibili le loro distanze, già compiono i loro periodi in secoli. La
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magnetici. Questo mezzo è quello che tutto lega l’Universo e a tutto dà l’unità malgrado le immense distanze.
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. Le linee essendo curve col prisma angolare, le misure delle distanze sono impossibili, mentre col prisma diretto esse sono dritte e le misure
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ferrate potevano spostare le condizioni naturali delle distanze della viabilità ordinaria, in modo da mettere Girgenti così lontana dai centro da
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