22. Moto uniforme vario. - Al concetto fondamentale di accelerazione si perviene valutando, per così dire, la rapidità con cui da istante ad istante
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traiettoria e considerando il caso particolarmente semplice (si può dire il più semplice dopo quello del moto uniforme) in cui la velocità scalare (n
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vale a dire si pone
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Nel primo la sarà positiva o negativa secondo che è cioè il moto sarà retrogrado prima dell’istante vale a dire nella fase ritardata; progressivo
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sempre accelerato. Si può così dire che nel moto uniformemente vario si hanno due fasi, separate dall’istante di arresto: la prima ritardata, la seconda
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il che vuoi dire che, con riferimento ad una data terna di assi, si conoscono le componenti a x, a y, a z di a in funzione dei sette argomenti
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di cui la seconda non può mai esser positiva, il che vuol dire che il vertice non cade mai al di sotto dell’asse x.
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onde si può dire che P y, muovendosi di moto armonico di periodo e di ampiezza uguali a quelli di P, presenta rispetto a P x una differenza di fase
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Si ha dunque che ogni intervallo di tempo T determina, per così dire, sui caratteri del moto una contrazione (smorzamento) nel rapporto
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Noi non ci indugeremo su ciò e piuttosto indicheremo un procedimento simmetrico, che, ove sian note l e λ, genera per così dire automaticamente
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fisso di Φ, perciò (n. 10) il centro istantaneo J si trova sulla perpendicolare ad MN', il che è quanto dire sulla parallela ad MT', condotta per I.
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e ρλ le rispettive ordinate, vale a dire i raggi di curvatura delle due curve, presi col segno dovuto, in relazione al verso IN, assunto come
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Ciò val quanto dire che, quando l ha compiuto un giro completo, ogni punto P solidale con l si trova ruotato attorno ad dell’angolo
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Notiamo ancora come dalle formole (8) risulti immediatamente il teorema del Cardano (n. 13) vale a dire che per b = 2 a l’ipocicloide traiettoria di
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si può dire che il grado di libertà di un sistema olonomo è il numero di parametri essenziali da cui dipendono le sue configurazioni in un generico
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lagragiane; onde possiamo dire che il caso considerato al n. prec. fornisce un esempio di vincolo anolonomo omogeneo.
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Un vettore di lunghezza 1 dicesi unitario; e si può dire che ogni vettore unitario individua una direzione orientata e viceversa.
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opposto - δP i; o come si suoi dire, pei sistemi olonomi tutti gli spostamenti virtuali sono reversibili.
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Ravvicinando analogamente i risultati del n. 17 a quelli del n. 13, possiamo dire che i vincoli bilaterali, siano di posizione o siano di mobilità
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Dalle equazioni (4) e (6) dei nn. 14, 15 risulta che per l’equilibrio di un punto, vale a dire perché esso abbia un’accelerazione costantemente nulla
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Per una nota proprietà del prodotto scalare si può anche dire che il lavoro è dato dal prodotto delle componenti della forza e dello spostamento
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Più espressivamente si può dire che tutte le volte che la forza spende lavoro, di altrettanto si accresce l'energia cinetica del punto; tutte le
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trascurabile e una brusca variazione finita di velocità diconsi impulsi o percosse. Esse si valutano mediante il rispettivo impulso istantaneo, vale a dire
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Ad analoga conclusione si giunge se delle n misure q l, q 2, q 3 due sole siano indipendenti, o una soltanto: vuol dire che i fattori del numero puro
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Il cono d’attrito si rinserra, per così dire, attorno alla normale, e la (2) si riduce allora a
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Insomma, data l’arbitrarietà di scelta delle direzioni r ed s nei due coni di attrito, nulla possiamo dire circa l’intensità e la direzione delle
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Questo val quanto dire che il potenziale U deve ammettere un massimo nella posizione M. Si vede subito che, reciprocamente, se U ha in M un effettivo
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onde, usando quel linguaggio espressivo che il Calcolo legittima rigorosamente, possiam dire che μ fornisce il rapporto tra la massa di una
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Si vuol dire con ciò che v' è al più un numero finito di superficie attraverso le quali la funzione presenta variazioni brusche (discontinuità).
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Il centro di gravità G è il punto medio del segmento, tagliato dal solido sopra questa retta g. Si può anche dire: il centro di gravità del solido
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Per momento di inerzia di P (o, come si suol dire, della sua massa m) rispetto all’asse r, si intende il prodotto mδ2 della massa di P per il
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A, B, C conservano manifestamente il loro significato e sono per conseguenza i momenti d’inerzia relativi agli assi principali, o, come si suol dire
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principali. Assumendoli allora come assi coordinati, si può dire (n. 22) che tutto si riduce ad assegnare le tre somme
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universale) in ragione composta delle masse ed inversa del quadrato della distanza. Precisamente dobbiamo dire che Ciascuna delle due masse esercita sull
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masse distribuite con continuità entro un campo a tre, o due, o una dimensione; vale a dire di un corpo, o superficie, o linea materiale C.
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del Calcolo, possiamo dire che
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29. Dati i significati di δ e di ζ, il prodotto δcosζ non è altro che la componente del vettore Q - P secondo la OP. Si può anche dire che
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che si intende dire che, ove S sia ad un dato istante in quiete, le forze considerate non determinano su di esso alcun fenomeno di moto.
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Si vuol dire con ciò che le conclusioni ricavate, considerando uno o più appoggi come privi d’attrito, sono a fortiori atte ad assicurare l
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quelle il cui momento risultante rispetto all’asse (orientato nel modo dianzi convenuto) è positivo. Perciò un dato stato di equilibrio si potrà dire tanto
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Più precisamente, se sulla linea l e sulle relative tangenti si immagina assunto per verso positivo quello delle t crescenti, si può dire che il
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, per così dire, secondario.
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, portar l’asse y a passar pel punto in cui la tangente è orizzontale, vale a dire pel punto in cui è (e vedremo ben presto che si tratta di un punto
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Queste esprimono che il vettore ove non sia nullo, è perpendicolare ad un tempo a b e a t, il che è quanto dire parallelo ad n. Si può pertanto porre
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Possiamo anche dire che questa espressione, presa in valore assoluto, misura il tratto di filo che, nel considerato spostamento virtuale del sistema
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il che vuoi dire che le due rette O E, CH debbono segarsi in un punto della BD.
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Possiamo perciò dire che anche le componenti lagrangiane derivano da un potenziale.
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Se ricordiamo che le componenti di un vettore unitario non sono altro che i coseni direttori della rispettiva direzione orientata, possiamo dire che
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dire è la proiezione sul piano z = 0 della velocità di P.
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si potran dire le equazioni del moto in coordinate polari.
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