SULL'OCEANO. EMONDO DE AMICIS SULL'OCEANO DELLO STESSO AUTORE (EDIZIONI TREVES) In-16. Novelle. Settima impressione della nuova edizione del 1880
sdegno dello stomaco doveva aver già fatto il grande repulisti, desiderato da ogni buon comandante, delle solite frutte cattive di cui s'impinzano a
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la tazza dello Champagne, disse con accento grave: - Je Bois à la santé de notre brave Commandant... a la Société de navigation.... à l'Italie
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mondo, fuorchè sopra un piroscafo che attraversi un oceano: il sentimento d'un'assoluta libertà dello spirito. Potevo dire, insomma: per venti giorni
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per i "signori." La sera dello stesso giorno, invece, sguardi benigni, avvertimenti ai ragazzi che ci lasciassero passare, e anche parole amichevoli
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, ed anche dello stato d'animo straordinario nel quale si trovavano, quella moltitudine di emigranti dava luogo, nel corso di pochi giorni, a una
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atteggiamenti e i più piccoli gesti abituali di tutti, e i titoli di tutti i romanzi che leggicchiavano da due settimane, e la nota musicale dello
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seccature dello sbarco, e dalla molestia d'un brucior di gola che m'aveva lasciato un sigaro cattivo. E mi faceva perfino dispetto l'agitazione degli
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medico, - quello un omone con un fil di voce, questo un mezz'uomo con una voce di gran cassa; - i quali, dopo essersi informati dello stato sanitario dei
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, derivante dalla coscienza dello spirito commerciale e marinaresco e dei cinquant'anni d'emigrazione fortunata della loro razza: avevan l'aria o se la davano
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gonfiandolo, giacchè il Correggio è veramente l’inconscio generatore dell’arte barocca. Questa teatralità fu effetto dello sfarzo che allor dominava
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che si possa dire la sovrana maestria dello stile, la sicurezza della linea, il magico giuoco del chiaroscuro e del colore. Queste superbe figure
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delle impostature, dello svoltar delle linee, dei piani delle forme. Vide viva muoversi innanzi ai suoi occhi un’arte in cui fervea l’irrequietudine
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Questi bei fiori erano stati trapiantati a Bologna da Marco Zoppo, che ne avea colto a dovizia nel giardino dello Squarcione. Ma non dee ripetersi il
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cantata la messa dello Spirito Santo, il magnifico signore uscì, e prima di rientrar nella casa, si fermò sotto un elegante baldacchino, che maestro
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’abbiano resa domestica fin dagli anni più giovani e consociata cogli atti abituali dello spirito. Si direbbe ch’egli abbia sempre un po’diffidato di sè
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sperimentalmente e si concretano i caratteri dello stile che ho accennati in modo sommario; ma ciò mi condurrebbe a discorso sì lungo, che devo astenermene
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: si guardi ad esempio, nel Museo Civico la prima pagina dello Statuto dei Drappieri, miniata nel 1523 di G. B. Cavalletti, presumibilmente scolare del
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Mettete in un bicchiere dello zucchero in polvere, sino a metà e versatevi sopra tanto aceto sino a due terzi di altezza del bicchiere medesimo
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’acqua, la si apre in mezzo pel lungo con un coltello robusto, dal mezzo della schiena al mezzo del ventre, si toglie .la vescichetta dello stomaco (di
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Prendete degli asparagi, e legateli a mazzi, unendo al pari le punte verdi, e mozzando un poco la parte bianca dello stelo. Così legati fateli
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coltello stendetela tenendola dello spessore d'un centimetro circa, e con la costa dello stesso coltello fatene cadere dall'estremità della spatola un
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fatte mettetele in una casseruola dello stesso diametro, colla loro parte rosolata al disopra (avendo prima unta la casseruola medesima con burro), e
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bagnate con un bicchiere di vino di Spagna, lasciate sobbollire per alcuni minuti, e messe in un piatto le fette dello storione, legate al fuoco l'intinto
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a che avrete formata una pasta, piuttosto morbida, sbattendola bene con una spatola. Posta poi la padella dello strutto od olio sul fuoco, fate
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della grossezza di mezzo centimetro circa, copritene tutto l’interno dello stampo, mescete nelle mela 60 grammi di cedro confetto tagliato a fette
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sarà raffreddato, riempitelo di crema, ponetelo in un tegghia o casseruola con acqua fredda, cioè 3 o 4 centimetri sotto il livello dello stampo
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pasta col matterello, allargandola come una pezza di panno dello spessore di 2 millimetri, mettetevi nel mezzo il burro ben asciutto, rivolgendo su
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Fatta la pasta sfogliata colla regola suddescritta ed assottigliata dello spessore di un centimetro circa, fate un rotondo di carta da 15 a 20
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bel colore, levateli e vuotateli come si disse del vol -au- vent. Se avessero a servire per dolce, allora li polverizzerete con dello zuccaro passato
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preparata a parte sopprimendo però l'agro di limone; terminate di riempire la forma con uno strato dello steso risotto, e coperto il tutto con una sfoglia
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polverino dello zuccaro passato al velo e fateli cuocere a forno allegro Essi non devono essere troppo coloriti alla superficie; perciò, attenzione al
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come meglio credete, polverizzandoli con dello zuccaro passato al velo; fateli cuocere di color biondo a forno moderatissimo.
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Prendete 2 mele o pere mature, levate loro il torso con un cannello di latta di 2 centimetri di diametro circa, pelatele e fatene diverse fette dello
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d'ora prima di servirli, ponete la padella dello strutto sul fuoco, e quando sarà bollente, con un cucchiaio leverete la pasta facendola cadere nello
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coltello stendetela, tenendola spessa un centimetro circa, e colla costa dello stesso coltelo fatene cadere dall'estremità della spatola un bastoncino di
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, finchè avrete formato una pasta piuttosto morbida, sbattendola bene con una spatola. Posta poi la padella dello strutto od olio sul fuoco, fatelo
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servirla, bagnate alquanto l'esterno dello stampo nell'acqua tiepida, poi rovesciatelo su d'un piatto d'argento o di cristallo; ciò farà un bell'effetto
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Preparate un secchio di legno, largo 12 centimetri circa in più della sorbettiera, mettete sul fondo di esso una lastra di ghiaccio dello spessore di
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700. Chiarificazione dello zuccaro.
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fette dello spessore di 8 millimetri circa, ciò vi darà tanti piccoli pezzetti quadrilunghi a tre colori, che lascerete asciugare e servirete poi semplici
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fatta fare dal Ministero in forma solenne dal Capo dello Stato: è come una traccia di lavoro legislativo, un compito, una specie di programma di lavoro
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Ora io mi domando se, in coscienza, possa un Governo mettere nella bocca del Capo dello Stato le parole: valore dello nostre armi, quando le nostre
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tributi ed alle economie, che debbono condurre al pareggio del bilancio dello Stato, al riordinamento del credito, che deve liberare la nazione dal
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più necessarie, e che meglio possano essere discusse e votate senza recar peso al bilancio dello Stato, e senza nuocere, anzi giovando, all'economia
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Dello spoglio della votazione por la Commissione sull'amministrazione del Fondo per il culto, hanno incarico gli onorevoli:
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il dover loro, d'intervenire alle urne politiche, potrebbe esercitarsi domani per indurli a disobbedire ad altre leggi dello Stato, con ben più gravi
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“chiunque vilipenda le instituzioni dello Stato” e nell'articolo 139 il quale punisce, anche più severamente, “coloro i quali, con violenze, minaccie
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parmi pieno d'alto significato; trattasi invece di una offesa o quando meno di una derisione delle leggi dello Stato. E ancora, già dissi, mi
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qualsiasi caso tutelare i diritti dello Stato italiano, la coscienza o libertà dei cittadini.
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