zitto, perchè là Cecina dormisse. Maestà, — disse uno dei ministri — che sia una malìa di quella donna magra, allampanata, fatta . mettere in prigione l
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mio padre e ti mangerà vivo, poverino! — Infatti si sentivano i latrati dei mastini dell' Orco, e la voce di lui che se li chiamava dietro: Té! Té
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cavato il turacciolo alla boccetta e, affacciatasi a una finestra, n' avea versata tutta l' acqua. Sotto la finestra passavano dei ragazzi che
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valenti, non n'avean saputo conoscere la malattia. Dicevano ch'era matto; ma egli ragionava benissimo. Aveva soltanto dei capricci, e dimagrava
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moglie e mandò a domandare la figliuola del Re di Spagna. Ma l' ambasciatore arrivò troppo tardi: la figliuola dei Re di Spagna s' era maritata il giorno
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e più si faceva impertinente. A tavola beccava nei piatti del Re e della Regina; razzolava, come se nulla fosse, nei piatti dei ministri, che non
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' abusava. A tavola beccava peggio di prima, nei piatti del Re e della Regina; razzolava, come se nulla fosse, nei piatti dei ministri che non osavano
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sospettare dei suoi ministri. Una mattina, ecco una voce nell'aria lontana, lontana: — Soldino mio, vo' mille lire! — E, subito, un rimescolio nello scrigno
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i cocci del puttino e li saldò collo sputo. — Ed ora? — Ora — rispose il mago — prepari una bella festa e faccia così e così. - Il Re fece dei grandi
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finchè la battaglia non fu vinta. Tornò a palazzo reale vittorioso e trionfante, perdonò a tutti, e all' occasione dei suoi sponsali diè un mese di
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Il Re diè l' esempio egli il primo; e il palazzo reale fu pieno di gatti, tenuti assai meglio dei cortigiani e anche dei ministri. Inoltre, a tutti
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' era la firma. A poco a poco, nel palazzo reale, delle materasse, delle lenzuola, delle coperte, della biancheria, degli arnesi, dei mobili non rimase
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felici! — Il popolo fece grandi feste. Dei Ministri bruciati nessuno si diè pensiero.
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, dovreste farmi un favore! — Parla, che cosa vuoi? — Vorrei delle fiabe nuove. Voi, che ne avete dei magazzini, dovreste darmene qualcuna. — Fiabe nuove non
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! un'altra! — E quello, preso a caso uno dei regali della fata, che portava seco in una borsa, cominciò: — C'era una volta.... — Non sapeva neppure una
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un carro, su cui eran distesi i cadaveri dei sei figliuoli. — Reginotta, — disse la vecchia — volete sposare Ranocchino? Bisogna prenderlo per un
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dei sassolini ali' impòsta della finestra. Chi poteva essere, a quell' ora? Si fece coraggio, saltò giù dal letto, aperse adagino adagino impòsta, e
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intanto dei sassi, e li metteva l'uno sull'altro davanti la buca. — Sassi, sassi di Dio, Io vi muro e vo'smurarvi io! — Murata la buca, la Regina delle
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? Allora ben mi stia, se le Fate che vennero ad aleggiare tra le bianche pareti del mio studio mentre il sole di gennaio lo scaldava col tepore dei suoi
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Pagina Prefazione
poteva lavorare pochino. Faceva dei piccoli servigi alle vicine, e così lei e la sua creatura non morivano di fame. Quel figliolino era bello come il
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Pagina Titolo
Consiglio di corona: — Che cosa doveva fare? L'Uomo selvaggio era terribile: poteva devastare tutto il regno. — Maestà, — disse uno dei ministri — cerchiamo
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Pagina Titolo
domani. — Ordinò che gli si sellasse uno dei suoi cavalli, e, accompagnato da un solo servitore, s' incamminò per quel paese, dove il ciaba abitava. Per
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Pagina Titolo
anche il Re, accompagnato dai ministri. Vedendo quel campicollo, che pareva un giardino, coi seminati verdi e vegeti, mentre quelli dei campi attorno
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Pagina Titolo
C'era una volta.... divertiva a fare il chiasso sull'erba, all' ombra dei grandi alberi. Sull' ora di mezzogiorno la balia s'addormentava; ma quando
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Pagina Titolo