corromperla, sia pure in parte infinitesima, parlando e scrivendo male. Non è dovere soltanto degli scrittori, è di tutti; perchè dove tutti maltrattano e
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materiale della lingua, scoprirete a poco a poco le più segrete virtù musicali degli stili, le finezze più squisite dell'arte dello scrivere, senza sforzo
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miei figliuoli bambini; e molte mi fanno balenare alla mente le sembianze degli scrittori che le predilessero: la fronte grave del Machiavelli, gli
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- degli affari? E in ogni modo, non pare a lei che un uomo d'affari che ha studiato e parla e scrive correttamente e facilmente la lingua, valga, a parità
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. PECORELLE, la schiuma dei cavalloni. - PEDINARE, il correre per terra degli uccelli....
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, passare il pétaso alato di Mercurio, Psiche spiar le forme dell' amante incognito, Ulisse sterminare i Proci, Teseo giustiziare Procuste, Pirra far degli
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. - PÌARE, degli uccelli che cantano in amore, e Pio Pio; e si dice anche PIARE delle castagne e delle patate che metton : - Non lo vedete che queste
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palle degli occhi, a mangiar certe bazzoffie delle trattorie. - Ti s'ha a portare il panchetto? A chi non fini- sce di chiacchierare per la strada. A
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. - PULISCISCARPE e PULISCIPIEDI, che si mette all'entrata delle case, e che si chiama Raschino se è di ferro. - PULSANTINO, la mollettina degli orologi, che
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una parola o una frase lo urtava più forte, prorompeva in invettive contro il fantasma dell'autore: - Ah, italiano rinnegato! - Camerlingo degli
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cure, faccende e pensieri. Per questo tu hai inteso dire mille volte che i ragazzi imparano le lingue più facilmente degli uomini. Via via che
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quanto ha più ingegno. Come non lo comprende? Non è verità evidente che deve posseder la lingua meglio degli altri chi ha idee originali e sentimenti vivi
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che la tua? Non me ne maraviglierei più che tanto. C' è degli italiani che, volendo fare un viaggio di piacere e d'istruzione, vanno prima a Parigi
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sfoggiano una certa ricchezza di vocaboli e di frasi, quando parlano, parlano poco meno scorrettamente e poveramente degli altri, appunto perchè della
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qui il caso di cercare da quale intima sorgente della ragione e del sentimento questo ridicolo nasca. Si ride degli errori dei bambini, piacevolmente
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ancora la famiglia numerosissima degli screanzati incorreggibili, che in qualunque compagnia si trovino, pure sapendo di non esser capiti, s'ostinano
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tirchio allo spendere. Non che fosse propriamente taciturno: alle conversazioni degli amici prendeva parte; ma accennava ogni suo pensiero con poche
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freddo; volevo ridere anch'io, ma non potevo; mi sconcertava il disinganno che leggevo sul viso degli altri; i quali aspettavano tutti qualche cosa
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criticare senza correggere; per la qual cosa non ricaviamo nessun frutto degli errori altrui, che dovrebbero farci aprir gli occhi sui nostri. Ancora
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piace. - Hai ragione di burlarti degli idiotismi altrui; ma in fatti ne dici tu pure. Sono da lei, caro bolognese. Pensava ch'io la potessi
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fratelli d'Italia, che ti riconoscono maestro dalla nascita, devi guardarti anche tu dai dialettismi, non con altrettanta, ma con maggior cura degli altri
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vérde, frésco, césto, Róma, dóno, enórme, e le desinenze degli avverbi in ente, che sono uno degli orrori della nostra pronunzia, veramante! E a dare il
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arguto; ma riusciva insopportabile per quella sua parlata artifiziosa e bastarda. C'era fra gli altri, nella brigata degli amici, un genovese, che pativa
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di cui c'è costato qualche sforzo l'apprendere il senso. Ma questo non basta. Tu, che sei sulla via degli studi, devi fare questo studio in forma
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grande palazzo della vostra memoria; non la soffocate nei ripostigli oscuri degli scartabelli. La lingua è pensiero, è sentimento, è bellezza
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varie pubblicazioni informate allo stesso concetto, ad uso degli studiosi; ma io tirai innanzi egualmente, con la persuasione che nessuna di quelle
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