mai!... La balda sicurezza che spirava dalle parole di Alvise aveva dissipato la paura della fanciulla. Poteva infatti non sentirsi tranquilla con un
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, per le sue forme tozze, dalle imbarcazioni più snelle e agili dei Veneti e dei loro alleati. Tali caratteristiche non potevano sfuggire a uno sguardo
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adorate. Durante l'estate, dalle finestre aperte entrava il delizioso profumo delle rose che fiorivano in un'aiuola in mezzo all'orto e il fresco olezzo
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cucine improvvisate, dalle quali veniva odore di polenta e di pesce. Al largo, vele bianche e arancione si delineavano sullo sfondo azzurro del cielo
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nella calle deserta. Il vento e l'acqua la investirono in pieno. Rabbrividì, ma andò innanzi, stringendo sotto il braccio, al riparo dalle intemperie
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dalle ricche tende delle finestre, e la luce del crepuscolo filtrava iridata dai vetri a rulli multicolori. - Come ti chiami, cara? - Loredana Sagredo
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Dalle bifore leggiadre entrava il dolce sole invernale a illuminare il sontuoso salone di casa Pisani Moretta. Un tepore delizioso si diffondeva
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, leggera e rapida, e si perse alla svolta del canale. Giunte in piazza San Marco, esse salirono nella sala dei Procuratori, e dalle finestre assisterono
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pieno d'intima grazia. I suoi fregi, un po' smussati dalle intemperie, avevano acquistato la morbidezza Il balcone di marmo d'Istria, sopra l'ampio
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seriche cappe dei nobili si alternavano al semplici abiti dei popolani, e le gondole snelle dalle quali facevano capolino graziose teste femminili
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L'estuario veneto si estende dalle foci del Po a quelle dell'Isonzo, lungo tutta la costa settentrionale dell'Adriatico. È formato da una striscia di
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delirante nel suo letto di dolore, e le spese sostenute per curarla erano state tante. Gli occhi di Loredana, così grandi nel visino smagrito dalle
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si stendeva mollemente sul rio che lampeggiava, simile a uno smeraldo liquido. Il fresco odore che emanava dalle fronde e dalle zolle pareva esalato
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sollevato il capo dalle ginocchia materne e i suoi begli occhi scuri guardavano intorno le squallide pareti, che sarebbero sembrate ancora più squallide
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vigilato dalle cime austere delle Marmarole e dell'Antelao), - e non mi dici perchè non venisti da noi, ieri sera. - Un'ombra scese sul viso di Alvise
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. - Dio lo voglia, Alvise! - Mi aiuterai, dunque? - Un profondo sospiro sfuggi dalle labbra della fanciulla. - Sia fatto come tu vuoi, Alvise! - Grazie
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estivo. L'aria era satura dell'olezzo delle zagare, e dalle argentee chiome degli ulivi scendeva una fresca brezza a mitigare la grande calura. Il
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, battuti dalle raffiche, scivolavano giù con volo incerto non sapendo dove posarsi, finchè si accasciavano impauriti sulle galee e s'impigliavano tra le
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La pioggia diminuì a poco a poco e il sereno riapparve nella volta celeste. Un tenue raggio di sole filtrò dalle nubi, ancora turgide e minacciose
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dei campi, la loro vita e la loro liberazione. Quando, di tanto in tanto, la brezza cadeva e la zattera si fermava, cullata dalle onde tranquille
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