commedia fu rappresentata per la prima volta al Teatro Alfieri di Torino la sera del 6 febbraio 1924, dalla Compagnia Galli-Guasti.
(la conversazione continua. Dalla parte opposta una piccola risata di Candida)
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No, no... Una povera piccola donnina qualunque, sbarcata fresca fresca dalla provincia per fare la vita!...
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E alla vostra, mia squisita amica! Perchè voi siete nata dalla spuma bionda di un bicchiere di champagne!
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, nella più sfrenata baraonda, come mi avevano promesso! Di essere travolta dalla vostra decantata gaiezza!... E mi sono trovata a tavola degli uomini
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(All'alzarsi del sipario, Giacomo e Grazia sono soli, pieni di ansiosa preoccupazione. Giacomo, di tanto in tanto, guarda dalla finestra. Grazia in
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- Coraggio, vecchio! II tuo padrone ritornerà Vincitore dalla tenzone! Così è scritto là!...
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(All'alzarsi del velario s'ode un grande fracasso di oggetti infranti, dalla camera di destra. E subito, Giacomo - il vecchio servitore - appare
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È da ieri che non ne posso più! Da quando tu sei entrato che non ne posso più! Ed è ora di finirla! Di levarsi dalla mia circolazione! Di non
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Diceva: «Ogni palla che esce dalla canna di un fucile reca con sè il suo preciso indirizzo». Evidentemente - signora - l'indirizzo della vostra palla
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Sì, signora; ogni mattina - io - spolverando quei due vasi, tremavo dalla preoccupazione di romperli: voi mi avete liberato dall'incubo e dalla
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Che ti viene a portare dei fondi, a giudicare dalla tua contentezza...
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(A poco a poco durante la scena che segue, dalla finestra aperta si intravvede scendere la sera, e la città illuminarsi)
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(lentissimo riprende il motivo del duettino fra Giacomo e Grazia, quasi l'eco d'un refrain che viene dalla notte parigina)
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di glicine. Una sola porta, larvata dalla stessa stoffa della tappezzeria, a destra. Nel fondo gli alberi del giardino che si immagina in basso
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(E siedono sul divano in disparte, continuando a voce bassa. Dalla parte opposta, gli altri riprendono)
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(Suzuki rientra dalla porta di sinistra e rimane in disparte ad osservare)
(Suzuki esce dalla porta di sinistra. Butterfly la segue mestamente collo sguardo).
(Goro accorgendosi che Pinkerton comincia ad essere infastidito dalla loquela di Suzuki, batte le mani. – I tre si alzano e fuggono rapidamente
(Suzuki accompagna Kate che esce dalla porta di destra, poi sale al piano superiore: Sharpless si avvicina a Butterfly, dandole i danari di Pinkerton)
(Goro viene frettoloso dalla casa, seguito dai due servi: portano bicchieri, bottiglie e due poltrone di vimini: depongono bicchieri e bottiglie su
Un grido di gioja irrompe dalla folla.
Asteria si è già allontanata dalla parte dell’uliveto.
Nerone, in agguato, guarda attentamente dalla parte dell’antrum.
Abbandona Nerone, solo, davanti allo specchio magico ed esce dalla porta dell’antrum.
Scompare dalla porta d’onde entrò Asteria. Asteria udendo quel nome ritorna vicino alla morta.
Rubria si vela il viso e s’avvia rapidamente dalla parte di Roma.
Un raggio iridescente scende dalla volta del Tempio e illumina Asteria la cui immagine si riflette nello specchio.
La notte è piena di canti che giungono dalla vasta campagna, dalle lontananze dell’Appia; frammenti di canzoni portati dal vento, dispersi dal vento.
Tigellino va a calpestare quelle zolle per disperdere le tracce dei seppellimento. Nerone lo ha seguìto. S’odono dalla parte di Roma dei clamori
Dal circo giungono grida di «Euoè! Euoè! Euge! Euge! Macte! Macte!» mentre un’ondata di folla entra correndo dall’esterno nell’Oppidum. Entra dalla
dalla cripta.
Mentre Tigellino sventola ancora il focale, s’ode squillare non lontano una chiamata di bùccine come per un esercito in marcia. Dalla via di Roma i
tumulo e s’allontana dalla parte di Albano.
Nerone, con un gesto appena accennato, congeda Terpnos che esce tosto dalla porta d’onde è entrato. Nerone rimane ginocchioni ad aspettare a capo
Sul lato destro della via, dalla parte di Roma, s’innalza un grande sepolcro che si prolunga nell’erba; gli si allinea d’accanto, progredendo verso
arco trasversale, separa il sacrario, riservato ai sacerdoti ed ai loro misteri, dalla cella ove pregano i fedeli.
Una donna in bianca stola, Rubria, viene dalla parte di Roma, s’arresta davanti alla tomba recente, estrae un’ampolla e la vuota nella lampa
Nerone fugge con Tigellino dalla parte di Albano. L’Erinni fa un passo per inseguirlo, ma il corpo di Simon Mago, prosternatole davanti fra le tombe
del serpente di bronzo e tutti escono dalla porta a sinistra. Intanto Dositèo eseguisce gli ordini di Simon Mago: spegne i lumi, accende un cero che
Gobrias penetra nel nascondiglio. Simon Mago chiude l’uscio segreto su Gobrias, poi ridiscende ed esce dalla porta dell’antrum. Ritorna subito dopo
’Auriga, che ritorna vittorioso dalla gara, porta i colori di parte prasina, ha le redini attorte dietro la schiena e i cavalli rivolti nella
gemme. Ha, come Tigellino, un focale di seta annodato intorno al collo, sul petto una collana d’ambra mista a molti amuleti: dalla cintola gli pende un
levato un calice d’oro. Un raggio fulgidissimo scende dalla volta del tempio e illumina tutta la persona del Taumaturgo. Due sacerdoti situati più basso
della propaganda rivoluzionaria. Il nostro paese non uscirà dalla presente stretta se abbandonata ogni violenza ed ogni pervertimento materialista, non
difendere l’ultima frontiera della Gran Bretagna, essendovi sorpreso dalla morte, diceva sconsolato al suo centurione: Omnia fuit; nihil expedit».
volte applaudito fervidamente dalla vivace assemblea, termina augurando che a tale opera di rinnovamento partecipi Venezia colle sue tradizioni e coll
è causato dalla generale pressione politico-amministrativa e dalla struttura stessa del sistema. Rinunzia per ora a precisarne il carattere e ad
solo dalla difesa pur così legittima e doverosa delle prerogative costituzionali ma è imposto sovrattutto da ragioni di carattere morale e sociale. In
crisi della libertà, il mettersi dalla parte della reazione equivarrebbe a tradire le ragioni d’esistenza del partito. Difendendo la libertà, i