Vocabolario dinamico dell'Italiano Moderno

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le straordinarie avventure di Caterina

215610
Elsa Morante 28 occorrenze
  • 2007
  • Einaudi
  • Torino
  • paraletteratura-ragazzi
  • UNICT
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ginnasiale; ma una mattina decise di non andare a scuola, e si mise a fare il brigante. Da allora gira per i castelli, ruba, scappa e fa tradimenti di ogni

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storie a voi, in un bel libro stampato da un vero Editore. Essa spera che questo libro vi piaccia, e vi faccia divertire. La vostra amicizia sarebbe per

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? — brontolò Tit. Il povero mercante, vedendoli da lontano insieme alla sua Grigia, diventò di tanti colori; ma in fretta Tit gli gridò: — Tutto male! Il

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! Pensato! Saremo ricchi, oggi! Saremo milionari. Ehi, Pic! Un ornino che passava di là si avvicinò. Era vestito da « gangster », col ciuffo e un tatuaggio

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e nessuno ha piú bisogno di me per guardarli. E le bambine imparano da sole a fare la calza. E andrà a finire che anche la terra si zapperà da

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. - Mezzo boccone di pagnottina. Rosetta sospirò. - Andrò a vedere se c'è qualcuno che ha calze rotte da rammendare e fazzoletti da lavare. Chi sa che

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non era ancora Rosetta. Era Tit, questa volta, il quale viene sempre da lontano, e, vedendo quel lume, aveva bussato. Aveva preso molta pioggia; aveva

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era anche buona. Non parlava mai, e rimaneva sempre in quel cantuccio, senza chiedere mai da mangiare. — E cosí, se n'è andata... — No, non se n'è

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. — Come? Come? — strillò il gallo, — avete forse qualcosa da dire, voi, contro le bandiere e i Capitani? — Ma per carità, — disse la rondine.

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? Che cosa avete da dire contro di me? — tempestò il gallo, furioso. — Signori, signori, — disse la topina, — possibile che anche qui si debba

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nidi, stavano molte case e casette di legno, buie e chiuse. Solo, lontano, si vedeva una luce che veniva da una bella casetta di legno verniciata d'oro

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cingallegrino maggiore che già andava a scuola. Quanto a intelligenza, tutti i maestri lo affermavano, non c'era niente da dire, ma era svogliato

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Caterina era stanca e aveva voglia di dormire: — Buona notte, Tit. Invece non poté dormire. Da una finestra aperta entrava un raggio di luna e il

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intorno, e volevano vedere il regalo: — Tutti gli onori sono per lei, — borbottavano, allontanandosi. Tit girava fieramente da un gruppo all'altro, e

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Era presente anche la Regina delle Fate che parlava di una nuova servetta che aveva da poco assunta nel suo palazzo: — Si chiama Grigia, — diceva

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assalirti, — disse con voce piú mite, — ma soltanto per saccheggiare il castello di questa stupidissima Signora del Pineto, che si tante arie. Sono

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si volse: — Quella è la finestra, — disse. — Saltate per di là, carte moschicide. Levatevi di qua, divoratori di brodo. E se vi farete vedere ancora da

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compassione, — disse, — e vi cedo il posto. Farete voi da infermiera —. Allora tutti i nani la complimentarono per il suo buon cuore, ed ella se ne andò

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soffitto si mise a ballare. Una foglia di quercia si affacciò e gentilmente si mosse per fare da ventaglio. Tit si sollevò con fatica, e alla vista di

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anche qualche tigrotto. Sull'ingresso di una grotta c'erano tre tigri piú grandi di questa casa, e io quando le vidi da lontano avrei voluto portare un

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di polli arrosto, di pane caldo e di calze da rammendare riunite dentro un cesto presso una poltrona. Un canarino dentro una gabbia simile a un

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Caterinuccia anche questa volta dovette sospirare. Il mercante continuava ad ammirare la casina, e volle donare un nastro da mettere sulla spalliera del

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comperata per quattro soldi da uno stracciarolo, — spiegò la Regina. — Oh, ma chi poteva immaginare che la Grigia fosse una Bellissima? — Con un soldo

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Doveva essere nata da poco tempo, perché era circa della statura di Bellissima; aveva un grembiule bianco con un bavero d'oro e una reticella d'oro

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Principe Felice! — Automobile! — gridò Tit. — Preparati ! Bisogna andare ai palazzi rossi. Principessa, vi accompagno io da vostro padre. Entrò un grande

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tua trombetta d'argento! — ma vide che sopra c'era scritto: Questa è per Caterina. Intanto l'automobile correva lontano. Da quella sera, Caterinuccia

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che porterai a spasso il mio canino. — Quanto mi ? — Un soldo al giorno. — Sta bene. Allora la Marchesa chiamò il canino, e questo venne. Aveva un

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dire così bene: — Ombrellaio, donne! Chi ha ombrellini e ombrellacci da accomodare? Forse passeranno sotto le vostre finestre, amici, se non hanno

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Pane arabo a merenda

219788
Antonio Ferrara 22 occorrenze
  • 2007
  • Falzea Editore
  • Reggio Calabria
  • paraletteratura-ragazzi
  • UNICT
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Quando suona i nostri vicini corrono a sentirlo e ognuno gli porta qualcosa da mangiare, da bere o da vestirsi, così ogni volta Aziz se ne va via con

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dev'essere il quinto o sesto foglio di via che gli fanno e ogni volta Aziz loro un nome diverso, in modo da non accumulare troppi fogli con lo stesso

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borsa c'è un telefonino e un portafoglio. Dentro il portafoglio ci sono cinque banconote da cinquanta euro: duecentocinquanta euro! Guardo meglio e vedo

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È il tamburo il mio strumento preferito. Appena torno da scuola, giusto il tempo di scaraventare lo zaino sul divano, e subito attacco a suonarlo

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Pane arabo a merenda scritto e illustrato da Antonio Ferrara FALZEA EDITORE ISBN 978-88-8296-225-8 Copyright 2007 Falzea Editore s.r.l. Viale

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le forbici lunghe che la mamma tiene nella cesta da cucito e ho accorciato i pantaloni da solo. Nello specchio la misura adesso mi sembrava proprio

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la massima attenzione. Di tanto in tanto inclinava la testa da un lato, come se si sforzasse di capire bene, ma questo succedeva soltanto quando la

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Aldo è il più ricco della classe. Dice che ha una bella camera con tante cose da far vedere, ma che di rado viene qualcuno a vederle. - Io le vedrei

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. Da allora, non so perché, non è mai più venuta a trovarmi e mi manda soltanto una cartolina al mio compleanno. E pensare che gira tutto il mondo per

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vuoi — ha detto. Marístella a casa sua la penso come una palla di gomma chiusa dentro una scatola. Una palla che vuole uscire, che vuole rimbalzare da

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, mi guarda con la faccia chiusa come un pugno, abbassa il vetro del finestrino e sibila tra i denti: - Grazie, il parabrezza me lo pulisco da solo

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, oggi — si lamenta la maestra — va a posto, che è meglio. Ma domani guarda che ti interrogo ancora! E metto il voto! - All'uscita da scuola è lì come

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piange mai. L'aiuto a rialzarsi e torniamo verso casa sua a piedi, tenendo le bici per il manubrio. La signora Nasochiuso ci vede arrivare da lontano

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? Io? - Bene, benissimo! Ora sentiamo un altro. Mi e proprio andata bene! Torno sempre allegro da scuola. - Bravo, Nadir. Se torni così allegro dalla

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. Parlano di regali di Natale. - Un regalo sbagliato — dice la Nasochiuso con tono da esperta — è un'offesa irreparabile. L'anno scorso, per esempio

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carrello, così recupero la moneta da due euro. Le prime volte mi vergognavo un po, adesso sono il più veloce di tutti. Alcuni sono contenti di

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impazzire. Un giorno è venuta a bussare alla nostra porta. Ero a casa da solo. - Sono venuta a chiederti dove fai la pipì — ha detto con la sua

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ancora più forte per il dispiacere. Nel negozio di frutta e verdura la nonna compra datteri, meloni, sceglie da grandi ceste, annusa il pepe, la cannella

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Lavoro dalle quattro e mezzo del pomeriggio fino alle sette e mezzo, cioè da quando chiude la scuola a quando chiude il supermercato. Alle otto sono

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marmellata. Lascio cadere nel carrello una scatola formato famiglia di fazzolettini di carta da soffiarci tutti i nasi del mondo! Acciuffo con indifferenza

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scusa, Nadir, mi sono comportata come una stupida — dice con gli occhi lucidi. - Non importa. Succede — le dico con tono da uomo vissuto. - Siete stati

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Ho dieci anni e vengo da Casablanca, in Marocco. I miei genitori non sono bianchi e non sono neri, perché sono arabi, così adesso sono arabo anch'io

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