(De Siriex s’inchina. – Marka appare al sommo della gradinata, recando un servizio da thè.– Olga sta fiutando i fiori colti da Fedora. De Siriex le
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In fondo, nella gran sala da ballo, Fedora, seguita e aiutata da Loris, porge agli invitati tazze di thè e scatole di dolci. Altre signore siedono
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(Fedora corre nella camera da letto, di cui richiude l’uscio, lasciando vedere per un momento il basso del letto e la lampada dal rosso paralume
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Un’arcata, sorretta da snelle colonne, divide il salone propriamente detto dall’antisala, che serve da sfogatojo. Nel fondo si scorge l’entrata d’una
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Ampio giardino fiorito. – Terrazza a balaustra che dà sopra un vallone, donde si scorge in lontananza la cittadina di Thun in riva al piccolo lago
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(Loris entra frettoloso da sinistra: all’udirne i passi, Fedora balza in piedi.)
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(Movimento generale; tutti inorridiscono. – Grech prende la rivoltella già deposta da Ivan sulla scrivania.)
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Nel mezzo della parete centrale un uscio chiuso: quello della camera da letto.
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(Olga, seguita da De Siriex, sospinto il cancello, rientra, saltellando, dal gran viale.)
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(Olga, vedendo rientrar Boleslao seguito da Borov, Rouvel ed altri signori gli corre incontro.)
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(Condotto da Basilio, entra dal cancello De Siriex in costume da ciclista, e depone la sua macchina contro un albero. Il servo gli addita il gran
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Sul davanti, nell’antisala, in piedi, la contessa Olga Sukarev, circondata da Rouvel, Borov, Boleslao Lazinski ed altri signori.
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(Fedora, sempre accompagnata da Loris, continuando il suo giro, scende nell’antisala. A un tratto, scorge De Siriex, entrato allora dalla sinistra.)
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(Fedora, in ricca acconciatura da teatro, ma avviluppata in ampia pelliccia, entra frettolosa. – Dimitri la segue tutto trasognato ancora. Desiré s
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(Gl’invitati si congedano da Fedora. – Molta confusione nel fondo. La Principessa stringe a tutti la mano.– Le due sale si sfollano rapidamente.)
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(Fedora, leggermente vestita di bianco, è sull’altalena, sospinta da Loris in costume d’alpinista. Ella manda lievi grida di terrore: egli, facendola
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camera da letto.
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(A un cenno di Borov, De Siriex e Loris, ajutati da Basilio, sollevano a braccia Fedora per trasportarla dentro la villa; ma, giunti alla gradinata
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(Fedora s’è strappata dal collo la croce bizantina: ne apre vivamente il castone, e ne versa il contenuto nella sua tazza da thè, rimasta ancor piena
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(Borov, che ha raccolto da terra la croce di Fedora, ne mostra il castone vuoto a De Siriex, mentre Olga asciuga la fronte a Fedora e Loris la copre
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corre alla camera da letto.)
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(Lorek entra nella camera da letto, di cui riaccosta subito i battenti. – Fedora lo segue con lo sguardo atterrita: poi si lascia cadere sul
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(Olga, in costume da sportwoman, discende spigliatamente dallo châlet, e si avanza verso De Siriex, che le muove incontro per nasconderle lo
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(Loris, ajutato da Marka, la sorregge e l’adagia sul canapè entro il padiglione delle mortelle. – Basilio ritorna, recando un bicchier d’acqua. Borov
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Nell’antisala, a sinistra, mettono due uscî laterali con ricche portiere: a destra, due ampie finestre. Un canapè, quasi nascosto da un piccolo
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(Entra da sinistra Basilio con un fascio di giornali, alcune lettere e un telegramma su carta turchina; li depone sul tavolino; indi esce. – Loris si
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(L’uscio della camera da letto si spalanca: Lorek ricompare sulla soglia. Fedora, tutta intenta a guardare dalla finestra, non se ne accorge. – De
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(Fedora s’è staccata da Loris, e guarda ammirata d’intorno i cespi fioriti: corre poi dall’uno all’altro, e si riempie la gonna rimboccata di fiori
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, lievemente: indi, osservatone il francobollo, ne lascia cader due sul vassojo, serbando l’ultima, proveniente da Pietroburgo.)
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(Borov, introdotto da Basilio s’avanza rapidamente dal fondo. – Marka, scende dalla casina, recando un paniere, ma resta attonita appiè della scala
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, riscintillante al chiaror della luna. – Più in su, una credenza russa con suvvi il samovar e un servizio da thè.
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impassibile. – Fedora, appoggiato il capo sul petto di Loris, scorge a un tratto il canestro di fiori già deposto da lei sopra uno sgabello.)
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(Boleslao si ripiega ancora, grottescamente.– Fedora, seguita da Loris, scompare a destra. De Siriex e Boleslao offrono entrambi il braccio ad Olga
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(Due valletti hanno scoperchiato il pianoforte. Lazinski, condotto da Olga, si mette alla tastiera: la Contessa e le altre signore siedono intorno
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Oh, suprema e profonda la pietà che a noi ne viene da un dolore vero che sgorga da un’anima umana!
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Mentre le mousmé ripassano il ponte per ritornare al villaggio, Kyoto rapidamente depone un foglio scritto, tenuto disteso da rios d’oro e mommès
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la bellezza della Vita creata da Te penetra col Sole nella mia vecchia persona!
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Sorpreso e atterrito dalla improvvisa apparizione del Cieco, il taïkomati si dà a strillare:
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Il Cieco, inconscio d’ogni cosa, invano trattenuto da alcuni, continua inferocito in quella rabbia di scagliare fango e ingiurie.
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Là in un angolo un bouddah ride, i piccoli occhi sfuggenti, la enorme epa floscia giù a sfascio sul loto simbolico che gli fa da piedestallo.
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(Ed ora sono i ricchi paraventi che attirano gli sguardi d’Iris: uno è dipinto da Hokusaï e raffigura Daīkoun che fa piovere denari d’oro su di una
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(Osaka e Kyoto, camuffati da istrioni girovaghi, sbucano dalla via entro al cerchio fatto loro dalle curiose mousmé con un codazzo di suonatori
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turno, quello della danza – e, dietro il Teatro, Kyoto toglie fuori da una cassetta i pupi: Dhia (una pupa tutta bianca); Jor (un pupo fantastico tutto
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contendono gli orpelli di Kyoto – un moto di vita sfugge dal piccolo corpo di Iris – e allora, atterriti da quella vita laddove essi supponevano solo la
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avido del giovane i lunghi spilloni cadono e disciolgono liberi i lunghi capelli che tumultuosamente, come un rivo da un colle, fluiscono giù per le
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, sembrano guardare… Sono i guizzi della luce entro alle gocce delle lacrime sue!, e allora le anime di quei merciaioli sono invase da un gran senso di
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. Quante volte non ha essa invidiato chi sapeva trarre codeste misteriose dolcezze da quel delicato istrumento di acero rosato ed ebano?! E un sàmisen
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si agita, ognuno tratto da una febbre, gli occhi accesi, violento il sangue nelle vene, le labbra umide, semiaperte e il respiro ad aneliti brevi, di
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verdi correnti ai declivii di azzurri monti rispecchiati da laghi candidi, non trionfi di cieli e stormi di migranti uccelli, o mari d’argento ed
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, trasformata, piena di energia e di volontà, respinge da sé Kyoto che le è vicino e corre alla finestra che poco prima le ha dischiusa la minaccia del
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