dubbio che la pittura di Munch subì una radicale trasformazione a contatto della grande cultura figurativa francese; ed echi manifesti di Toulouse
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stessi, come più tardi Chagall, Soutine, Modigliani; un artista, Munch, nutrito della cultura simbolistica e decadente di Ibsen, Strindberg, Maeterlinck
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una non meno solenne e pianificata divulgazione di notizie; però da quando Picasso si è posto al centro della cultura figurativa europea del secolo XX
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di cultura e in modo particolare nessun artista del nostro tempo, ha saputo fare a meno della esperienza picassiana.
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denominatore a uomini di cultura tanto diversi e fin anche opposti? Insomma, in che cosa consisterebbe la fisionomia di Picasso? Abbiamo accennato, e
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«distacco» dalle ragioni prossime dell’opera: ma nel fatto che la cultura figurativa in cui opera l’artista non è quella, poniamo, di Goja.
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una cultura, a noi che eravamo usciti da un mondo chiuso e faticante, appena tre anni prima! «Io non sono un pittore rivoluzionario — ha scritto
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arte, surrealista... di nascita, anzi di cultura e di storia.
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frattura, un vuoto non facilmente colmabile, pena la grave rinuncia da parte dell’artista ad una cultura europea da lui conquistata a Vienna, Monaco e
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, soltanto un importante avvenimento nel campo della cultura figurativa italiana, ma il modo, definitivo, con cui possiamo formulare un giudizio sul pittore
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oggi ad un altro modo di intendere la vita e la cultura, ad un altro modo di intendere la nostra storia e quella, amarissima di Scipione, l’artista più
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fatto del calcio l’unica loro cultura, l’unica loro ragione di leggere i giornali; ma insieme a questi «candidi per forza» Scipione frequentava — con una
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, ché allora gli uomini di cultura erano si e no un centinaio in tutta Italia e una recensione valeva un’adozione, una stretta di mano assai più di una
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diversa, di ispirazione e di cultura assai più consapevoli di quelle dei vari «ribelli» antinovecentisti, che si andavano costituendo in gruppi: i «Sei
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Ma in che cosa dunque si diversifica la Raphael dai suoi compagni di battaglia? Prima di tutto nella «cultura»; mentre Mafai e Scipione apparivano
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avanguardia e miti della cultura italiana, sopravvissuti al principio del secolo, tra aspirazioni psicologiche e populistiche ai ferri corti con l’aneddoto, e
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raro e suggestivo: e se allora in Italia un’arte come quella di Carlo Levi poteva considerarsi un fatto nuovo, nell’onda montante della cultura europea
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Ciò nonostante le opere sono restate, a documentare tappa per tappa l’estro e la cultura di uno dei nostri più alti pittori della generazione dei
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Nella prima sala della Mostra il visitatore si incontra dunque con personaggi noti del mondo della cultura e dell’arte, nella seconda con gli oscuri
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della Quadriennale: sono, insomma, gelose opere della nostra cultura cittadina, queste dello «sguardo» di Castelfranco, uno «sguardo dal ponte» si
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della cultura plastica di casa nostra ha cominciato a sospettare, ad esprimere perplessità, quasi che occuparsi del passato in termini così celebrativi
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dicono quasi nulla per la cultura d’oggi... Le loro voci isolate ci rammentano che anche la rinuncia deliberata alla rettorica, la repugnanza per il
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critico tutt’altro che insensibile, Silvio Branzi, che le opere della antologia stavano a indicare «il nostro deciso ritorno alla cultura europea»? Branzi
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propensa a vedere in tutti i momenti di sviluppo della nostra cultura figurativa una caratteristica costante, la sua provincialità e sudditanza rispetto a
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Sulla importanza del futurismo come primo e più vasto e organizzato movimento svecchiatole del costume e della cultura italiani, come contributo
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curioso di viaggiare nella cultura, se pure anche questa non è sempre stata una delle sue molle maggiori, portata salda e scattante dalla Sicilia. In
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Ma quale è la via stilistica e dietro essa la cultura figurativa, attraverso cui il pittore raggiunge la sua immagine? E, questa immagine, è sempre
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sintesi plastica, in virtù della quale assorbire il sensibilismo e il pittoricismo che sono al fondo della sua natura e della sua cultura.
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’irrazionale, dovevano possedere parecchi requisiti di concretezza e di suggestione per la mente lucida e per la cultura raffinata dei loro ideatori
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presentazione del Maestro fatta in occasione della sua retrospettiva alla Medusa nel 1957, che nel dopoguerra «altri elementi confluiscono nella cultura di
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carte in regola per cultura e persuasione. La sua partenza è di un più sottile e «impressionistico» , come si avverte nella soutiana «Casa rossa» del
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del tutto sorretti da una cultura pienamente decantata. «Valpurga» pare la condensazione tra divertita e commossa di una folla romantica.
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decorativa, Liberty, che cova al fondo della cultura dell’artista: orrido e angoscioso è il mondo di questi esseri freneticamente cordiali; come in Paolozzi
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Stupefacente, ricchissima, aperta agli echi delle più svariate discipline, alle suggestioni di tutte le arti, fu la cultura di Delacroix, a
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