colonnato, in cui l'acqua mormorava nei bacini di porfido e le rose e i gelsomini si avvincevano ai fusti delle palme, e accostandosi al fratello, che
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cui si vedeva un ampio cortile circondato da colonne e in fondo un magnifico giardino, il Cavaliere le disse: - Aspettatemi un momento qui, chè salgo
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bene? - Sì, sì, sì - rispose Ruggiero. - Siete bellissime, mi avete dimostrato molto affetto che vi contraccambio, mi avete fatto del bene di cui vi
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Rosetta, convinta che le voleva bene davvero e che era abbastanza punito del disprezzo con cui l'aveva trattata, acconsentì ad accettarlo per isposo
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: - Vicino al carrubbo al cui piede sono seppelliti i tesori, vedrai una pianta di rosa tutta fiorita. Lì conficca la spada che ha sull' impugnatura la croce
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davanti le dice: - Tu sei quella che volevi farmi morire. Per questo ho il diritto di uccider te, - e sfodera una taglientissima spada la cui lama
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l'isola di Sicilia dai Saraceni infedeli, da questo tempio da cui tu lo facesti penetrare in Palermo io ti prego e ti scongiuro di farmi conoscere ove il
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fratello muoia. - È impossibile che i tuoi alleati penetrino nella cappella, su cui sorge la croce. Impossibile che calpestino
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, dei tornei cui aveva partecipato, delle guerre; insomma lo assaliva di domande e gl'impediva di rivolgere a lei quelle che tanto gli premevano, cioè
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s'avanzava sempre. Così, seguendolo, trasportò Ruggiero fino alla sommità del vulcano dal cui cratere usciva tutta quella lava accompagnata da razzi, da fasci
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e troverai una stalla, e davanti alla mangiatoia un cavallo arabo, tutto bardato. - Ruggiero le ringraziò con effusione di tutto il bene di cui lo
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d'imprestito e non d'elemosina, il tono con cui era fatta e l'aspetto dignitoso del fanciullo, coperto di pochi stracci, commossero il capo mastro, che subito
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cambierei con uno dei feudi di cui il gran conte Ruggiero investì il nostro avo normanno in compenso dell'aiuto prestatogli per l'acquisto dell'isola. - E che
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dire alla padrona che si chiamano così e così, che stanno in un bel palazzo da poco tempo. Allora il Cavaliere scrive una lettera, in cui dice che vuole
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tasca e gli ce ne mise un'altra scritta da lui, in cui diceva al Re di scacciar Mariuccia e il piccino e di farla bruciare viva. Il Re, quando lesse
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ispirate alle leggende delle città. Sono dieci novelle in cui l'autrice toscana, che visse a lungo a Palermo e poté raccogliere dalla viva voce del
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