Vocabolario dinamico dell'Italiano Moderno

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Le Stelle. Saggio di astronomia siderale

477953
Angelo Secchi 50 occorrenze
  • 1877
  • Fratelli Dumolard
  • Milano
  • astronomia
  • UNIPIEMONTE
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quadrato di Pegaso, e coi piedi raggiunge Perseo, il suo liberatore dal mostro a cui era stata sacrificata. Ai suoi ginocchi a destra è Cassiopea la

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. Questo è un mostro immenso che è distinto da un ampio ventaglio di lucide stelle nel cui centro è una rossa viva, il suo cuore, detta Antares e che è

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Fino dalle nostre prime ricerche spettrali e appena che avemmo inventato lo spettroscopio semplice a visione diretta di cui abbiamo detto sopra

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e dopo attraversa un prisma il cui spigolo refringente è parallelo alla fessura stessa è rivolto in alto, si avrà su di un cartone lo spettro col

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stende il suo tortuoso corso l’Eridano, le cui sinuosità includono numerose stelle minute; e dopo queste viene la Balena vastissima costellazione la cui

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nel mezzo da una magnifica cintura che è posta quasi sull’Equatore celeste. Da essa pende la spada la cui elsa è ornata della superba Nebulosa che

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, Schoenfeld, d’Arrest, Birmingham, Webb, e molti altri dilettanti, dai cui lavori si è fatta così ampia messe di fatti pei quali è venuto a formarsi un

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Anno 134 av. G. C. Nello Scorpione tra β e ρ. Questa probabilmente è quella stessa di Ipparco. La vivacità e la scintillazione di cui si parla negli

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Anno 1572. 11 Novembre: Stella di Ticone di cui si disse sopra.

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loro aperto un campo ben più largo di ricerche. La prima stella a cui toccò in sorte questo studio fu quella del 1866, col che si inaugura veramente un

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cui divergono parecchi raggi, tre de’ quali sono distintissimi in alto (v. fig. 38.

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Toucano e l’altro di ω Centauro, in cui le stelle sono a migliaia: l’ultimo occupa almeno 20' ed è composto tutto di stelle di dodicesima e

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le Nebulose di cui passiamo a parlare.

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In astronomia il circolo fondamentale, a cui si riferiscono le posizioni delle stelle, è l’Equatore celeste, poichè esso può sempre facilmente

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diffusa di cui doveano esser formate. Il signor Huggins applicando lo spettroscopio a questi oggetti, trovò che il loro spettro si componeva di tre sole

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Vi sono poi delle Nebulose doppie e triple, di cui è un saggio nellafig. 6 Tavola VII le quali però finora non han dato segno di legame fisico, ma

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accorciamento di onda nel mezzo in cui esse si svolgono =.

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4.° I moti apparenti saranno soggetti ad una legge molto semplice: le stelle sembreranno divergere dal lato verso cui cammina il Sole, e convergere

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di convergenza; e questo apice segnerà sul cielo il luogo verso cui è diretto il Sole.

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facendo però notare che qualche variazione dipendeva da alcune incertezze di cui erano affette le osservazioni di Bradley, e mostrando che la

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Siccome in tutti questi valori l’error probabile sta tra i 3 e i 5 gradi, quindi si vede un accordo assai soddisfacente tra questi risultati, il cui

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Le stelle doppie di cui si è finora calcolato il periodo sono poche assai, e di queste stesse incerte sono non poche. Solo il tempo potrà renderci

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l’idea dell’esistenza di numerosi sistemi in cui si aggruppano i corpi principali.

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che ci persuaderà anche più lo studio della massa stellare di cui passiamo a trattare.

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Da queste cifre non si può facilmente rilevare la grandezza dello spazio in cui tanti corpi sono diffusi, se non si ha una approssimata misura delle

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, essendo essa la sola base da cui possiamo partire per misurare l’universo.

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Il primo a cui si attennero gli antichi fu di dedurre la distanza del Sole da quella della Luna: il metodo è però più ingegnoso che sicuro, ma merita

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una parte maggiore ora una minore della parte illuminata. Se pertanto si colga il momento in cui il raggio condotto dalla Luna al Sole fa angolo retto

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nella prima stazione la durata è allungata, nella seconda sarà ritardata e viceversa. Quindi le durate dei tempi in cui si descrivono le corde sono rese

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Con tale artifizio conoscendosi la distanza delle due stazioni, e la velocità con cui gira la ruota, si può sapere qual frazione di secondo impiega

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l.° De’ Pianeti principali i cui elementi delle orbite sono i seguenti:

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in media = 8", 91 a cui corrisponde una distanza lineare di 148 milioni di chilometri. Tal’è l’unità con cui si misura lo spazio celeste.

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cui rimettiamo i lettori pei pianeti minori.

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1876, a cui rimettiamo i lettori pei pianeti minori.

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diventate inquilini permanenti, e circolano come pianeti attorno al Sole in orbite ellittiche: di queste sono conosciute come periodiche le seguenti i cui

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vedrà il senso in cui si prende dagli astronomi, e dietro quali elementi essi vengano formando il loro concetto.

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esistere nello spazio, comparando i risultati ottenuti da diverse supposizioni, di cui han fatto uso finora gli astronomi con quella che può dedursi dalle

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Sud, ecc. Questa confusa indicazione noi abbiamo voluto esaminarla un poco più in particolare, ed ecco le conseguenze a cui siamo arrivati.

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gradi, mentre pure si arriva ad essa per legge di continuità, anche nelle osservazioni telescopiche, salvo alcuni casi in cui i gruppi stellari sono sì

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Qui si vede a colpo d’occhio che domina una maggior frequenza di stelle nelle regioni II e V in cui la zona è attraversata dalla Via Lattea più che

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Per risolvere questo problemaW. Struve ha calcolato quale esser dovrebbe il raggio della sfera in cui possono chiudersi le stelle di ciascun ordine

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satelliti oscuri, la cui esistenza è abbastanza provata dai fenomeni che presentano le loro fasi di luce e i loro movimenti.

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3.° In molti casi questi sistemi semplici sono sostituiti da sistemi estremamente complessi che formano i gruppi o gli ammassi globulari, le cui

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’apparire le altre più piccole. Probabilmente le maggiori a noi più vicine formano uno di questi sistemi superiori, di cui fa parte il nostro Sole, molti

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11.° Calcolando con queste proporzioni dietro gli elementi più probabili della fotometria, e dei moti proprii, la distanza degli altri oggetti a cui

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’incomprensibile; sono artifizi con cui impiccoliamo il grande per renderlo capace di esser contenuto nella nostra piccolezza!

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mezzo continuo, che chiamiamo etere, e noi siamo in contatto con le regioni più estreme dello spazio mediante questo mezzo misterioso, le cui vibrazioni

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mostrano una astronomia originale indipendente dalla nostrana. Certi caratteri con cui si indicano le costellazioni dai Cinesi sono così poco capiti dagli

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, e costituiscono la fascia Zodiacale, nel cui mezzo corre l’orbita apparente del sole, l’ecclittica. Queste costellazioni sono notissime coi nomi di

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È dimostrato oggidì che il Sole è una massa incandescente la cui superficie esterna è mobilissima, e presenta tutte le accidentalità proprie di una

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