Vocabolario dinamico dell'Italiano Moderno

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Risultati per: cose

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Il Corriere della Sera

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AA. VV. 3 occorrenze

quell'eloquenza sia stata superflua. O non bastava il comizio a dimostrare che le cose dell'istruzione vanno a rotoli, in Italia?

suoi. Pensa che hai quattro figli. E poi... alla tua età non si fanno più certe cose.

Regina le rispose con parole rassicuranti dicendo che le cose accennano ormai a migliorare ed è sperabile che tra non molto i poveri profughi possano

Trattato di economia sociale: introduzione all’economia sociale

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Toniolo, Giuseppe 44 occorrenze
  • 1906
  • Opera omnia di Giuseppe Toniolo, serie II. Economia e statistica, Città del Vaticano, Comitato Opera omnia di G. Toniolo, voll. I-II 1949
  • Economia
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o si tratta di fenomeni inerenti alla natura essenziale degli uomini e delle cose, immutabile in qualunque tempo e luogo, fenomeni che perciò si

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-naturali) da ciò: che la natura degli uomini (mondo interno), come quella di ogni ordine di cose (mondo esterno) è una nella essenza e varia negli

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o si tratta di fenomeni connessi bensì con la natura degli uomini e delle cose, ma che non ne compongono la essenza, ma soltanto le manifestazioni

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luoghi e per tutti i tempi e di valore assoluto,sicché l'opposto ripugnerebbe alla natura degli uomini e delle cose; — e la induzione invece serve a

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offre un valore del tutto relativo al grado di svolgimento della mente in consonanza con quello di tutte le cose (relativismo). Tre concetti di

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uomini e delle cose; ed essenzialmente buono e non in parte corrotto e corruttibile dall'umano arbitrio o dalle passioni (la bontà nativa dell'uomo) donde

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,ritratto dalla natura irreformabile degli uomini e delle cose e integrato dall'osservazione esterna induttiva,preparando così i germi di ulteriori

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2. Ciò premesso per l'economista: utilità è l'attitudine delle cose materiali a servire ai fini umani e quindi a soddisfare ai bisogni

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che sperimenta l'uomo per l'applicazione delle cose ai propri fini. Si dice perciò che sono cresciute o diminuite le utilità umane,quando aumentano o

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Attività economica. ‒ È l'esercizio delle facoltà umane dispiegato sulle cose materiali, per applicarle alle umane soddisfazioni (dei bisogni). È

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Il concetto di attività economica deriva da quello di utilità delle cose, combinato con l'altro dello sforzo o sacrifizio imposto all'uomo dalla

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procurarsi e usufruire le cose utili propriamente materiali (senza di che sarebbe una attività più elevata, ma non economica), ovvero all'intento coordinato

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Ricchezza. ‒ 1. Per ricchezza in senso economico o beni economici si intende: l'insieme delle cose utili materiali accessibili alla attività umana

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Le cose utili, fornite dei tre caratteri di materialità, esteriorità e limitazione,contraddistinguono dunque come differenza specifica i beni

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economisti, può semplicemente con ogni verità scientifica definirsi: il complesso delle cose utili, materiali, permutabili.

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utilità delle cose materiali, in relazione al bisogno umano e quindi alle soddisfazioni che quella apporta, — l'altro intorno alla limitazione (dell'utilità

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gli è inutile, e men che mai è disposto a sopportare per essa sacrifizi. Sinché la potenzialità del valore, ossia la possibilità che le cose acquistino

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senza sforzo alcuno. Il valore sorge invece appena che la utilità inerente alle cose è limitata in quantità: — o perché è ristretto il numero delle cose

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sempre l'utilità. E ciò, non solo perché senza di essa non è possibile il concetto essenziale di valore (non si apprezzano cose inutili), ma perché a

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Distinzione del valore. ‒ 1. Il giudizio del valore si istituisce con duplice fine o intenzione: — o immediatamente, al fine di applicare le cose

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il valore di uso, che è la stima delle cose, per l'intento immediato di usarle o consumarle da parte di quelli stessi che se le procurano da sé

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le soddisfazioni dell'usufruire le cose, superino i sacrifizi per acquistarle.Chi affronterebbe una attività penosa, per ritrarne una semplice elisione

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il valore di scambio è la stima delle cose all'intento di permutarle (concambiarle) con altre da parte dei rispettivi dispositori.Il valore di

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economie interne private. In tal caso i singoli individui (anche in piena economia di scambio) si procurerebbero da sé le cose utili, rinunciando agli

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per conseguirla, si misura definitivamente dalla somma delle soddisfazioni che quella fornisce e quindi dalla quantità delle cose utili disponibili per

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3. Il valore di scambio suppone invece rapporti reciproci fra individui e gruppi in società, fra cui la permutazione delle cose interviene. Perciò, a

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della ricchezza si fa dal punto di vista delle soddisfazioni definitive, ossia delle cose utili disponibili per esse. Il valore d'uso è sempre l'ultima

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1. Quale premessa logica, si rammenti che il valore è un giudizio complesso di stima delle cose, che risulta da altri giudizi elementari posti in

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Variazioni del valore in genere. ‒ Il valore delle cose è essenzialmente variabile.Quali le cause e l'ordine di procedimento o leggi di queste

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l'economia. Esse si ripercuotono su tutte le manifestazioni della attività economica: — se il valore d'uso cresce o scema nel giudizio soggettivo delle cose

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cose istituita dalla stessa persona (individuo, famiglia, società) che intende procurarsi tali cose o beni da sé direttamente colla propria attività

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b) che, come nel valore in genere l'utilità delle cose è essenziale (chi darebbe pregio ad una cosa inutile?) e la limitazione è accidentale sebbene

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cose in cui, nel giudizio della stessa persona produttrice e consumatrice, i sacrifizi suoi propri trovano equo compenso nei godimenti suoi propri

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Ogni scambio di cose si fa dietro un giudizio di equivalenza fra gli oggetti che si vogliono permutare; e quanto più questi si moltiplicano tanto più

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la legge del valore di cambio normale è designata invece, di periodo in periodo storico, da quella stima media delle cose, nella quale rinvengono un

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la legge del valore di cambio commerciale seconda, di momento in momento statistico, il variare accidentale di quella stima delle cose permutabili

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cose, ed essendo onerosa (costando sacrifizi) quale prodotto dell'arte umana (mineraria e metallurgica), riceve essa stessa un valore che segue

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3. Ne deriva che il prezzo il quale denota e misura il valore di tutte le cose, paragonato col valore della moneta ed espresso in unità di essa,(si

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cose,perché indefinite e continue sono le circostanze influenti nel mercato sulla produzione ed uso di esse; e solo eccezionalmente e subordinatamente

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possesso delle cose esterne sensibili e che perciò dicesi benessere materiale.Così essa, per il suo carattere di dottrina dell'utile esterno materiale,si

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natura stessa delle cose altri elementi (tollerati o sfuggenti a quell'ordinamento artificioso) di lavoratori semi-liberi, di coloni, di industriosi e

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sopprimere certe prestazioni forzate (non contrattuali e non rimunerate) di cose e servigi verso i proprietari del suolo a titolo di dominio privato

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riconoscimento giuridico della spettanza o appartenenza esclusiva alla persona umana (individua o collettiva) delle cose utili materiali, per un atto di

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risponda il più integralmente possibile alla natura dell'uomo e delle cose, cioè un atto soggettivo di volontà e di operosità, che si estrinsechi e si

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Note sul clero meridionale

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Sturzo, Luigi 1 occorrenze
  • 1906
  • Scritti inediti, vol. i. 1890-1924, a cura di Francesco Piva, pref. di Gabriele De Rosa, Roma, Cinque Lune-Ist. Luigi Sturzo, 1974, pp. 295-298.
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Il cozzo delle due tendenze era una necessità di cose ineluttabile, e venne: imprudenze e audacie, resistenze cieche e ragioni da ambe le parti (per

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Per l'autonomia politica dei cattolici. Democratici e Cristiani

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Murri, Romolo 1 occorrenze
  • 1906
  • Murri, R., La politica clericale e la democrazia, I, ne I problemi dell’Italia contemporanea, Ascoli Piceno-Roma, Giuseppe Cesari–Società Naz. di Cultura, 1908, 56-72.
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intendere quello che di nuovo, di diverso, di non previsto avvenendo nelle cose e nella vita, impone, ad uomini e partiti di azione, mutamenti e

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Clericalismo

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Murri, Romolo 1 occorrenze
  • 1906
  • Murri, R., La politica clericale e la democrazia, I, ne I problemi dell’Italia contemporanea, Ascoli Piceno-Roma, Giuseppe Cesari–Società Naz. di Cultura, 1908, 73-85.
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Le parole: conservatore, liberale, progressista, dicono oramai troppe e troppo vaghe cose, nel campo religioso: ad indicare gruppi e sfumature

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