, e proprio in quanto può raffigurare qualsiasi cosa, è pittura di storia: ma la funzione della storia, e della pittura di storia, non è di esaltare
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sull'interesse per la struttura della cosa: perciò le illusioni ottiche e psicologiche, a livello del conscio e dell'inconscio, acquistano, come componenti
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a spiegare la grandiosa rappresentatività dell’architettura barocca: a che cosa, precisamente, vuole persuadere la rettorica dell'architettura? Che
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“popolo”; disprezza i materiali nobili, i marmi preziosi, tutto si può fare con i mattoni e lo stucco, perché il valore non è nella cosa, ma nel fare
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, pesanti; conservano l’impronta del pennello, del tocco. Celare l'arte non significa fare che la cosa dipinta sembri naturale, ma nascondere l’artificio
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fare in scultura una palma scossa dal vento, una veste trasparente, una cascata d'acqua. Ma, sempre, ciò che si cerca non è la similitudine della cosa
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rapporto tra gli individui presuppone un giudizio di valore: ciascuno vuol sapere che cosa è, ma soprattutto che cosa è per gli altri, per il mondo. L
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sugli occhi bada al vomere e al solco, non vede nulla; anch'esso è soltanto una cosa della natura, che colpita dal raggio fa ombra. Il mondo è pieno di
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Non vi sono gerarchie, neppure tra cosa ed immagine della cosa: il cielo non è meno reale e concreto di un albero, di una roccia; non c'è uno spazio
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l'attualità, la verità del valore; l'interesse non dà più la nozione della cosa, ma, anch'esso, il valore. Il dato della sensibilità è soggettivo, ma il
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un valore che trascende quello della cosa reale o il quadro vale soltanto come dimostrazione di una perfetta tecnica dell’imitare. Quest’ultima non è
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forme dei frutti raggiungono nello stesso tempo un’evidenza di cosa reale e un'astrazione quasi geometrica. È come il supplizio di Tantalo: quanto più si
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la cosa in sé e lo spazio, o tra l’unità e il tutto, quanto quella di spiegare il nuovo rapporto che passa tra l’uomo e le cose a cui è legato da una
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da un Claesz, un Metsu da un Kalf, da un Heda, da uno Snyders, da un Huysum. È chiaro che, nel processo che volge la cosa in rappresentazione
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costruisce con esse. Rifiutare di partire, dallo spazio universale per arrivare alla cosa particolare e, invece," partire dalla cosa per cercare uno
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giustifica con il riconoscimento della capacità dell'uomo di compiere scelte e di definire valori. A che cosa, di fatto, si vuole persuadere con questi
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Il Seicento non risolve il problema del concetto e della cosa in sé, dell’autorità e della libertà: sarà questo, anzi, il grande problema del
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all'arte, benché si seguiti ad affermare che è imitazione, non si sa più con precisione che cosa debba imitare e comunque si ammette che vi sono più modi
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distinte: perciò, in questo spazio a dimensioni plurime, sono percepibili particolari che la struttura della visione classica escludeva, e ogni cosa, pur
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