vicino e farci coraggio), c' era la famiglia Delpiano, composta solamente d' una giovane vedova, buona come un angelo, e del suo figlioletto Vittorio
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un miglior avvenire - rispondeva la dolce signora. - Ma quanto a me, lo sai, sono stata contenta nella buona come nella cattiva fortuna. A me basta l
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spago; e tutti, dopo aver lavorato, si fermavano, mezzo acquattati, a guardar il padrone, come se avessero chiesto scusa di non saper fare meglio il loro
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strade campagnuole, di città non mai viste, sotto gelidi chiarori di luna e solleoni di fuoco, Ninì e Lilia tremavano come le foglie, Dodò si leccava
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sulla via, dall' altro in un giardino. Moschino rimase un po' come l'asino di Buridano: non sapeva che scegliere, se il giardino o la via. Da che parte
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gli fece dar un balzo a dietro: era una lucertolina color di smeraldo, che corse via come se avesse visto il diavolo. - Chi sa che signore sarà, così
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come una grandinata. A un tratto, Moschino sentì accanto a sè qualcosa che lo solleticava leggermente. Si volse. Era un topo comune, d' un bigio cupo
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e due, egualmente meravigliati di trovarsi insieme. Il topo comune attaccò, primo, il discorso. - Chi sei? come ti chiami? - disse come hai potuto
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- Pietà! pietà! - singhiozzava nel suo linguaggio. - Mi straziano, mi divorano! Ah, orribile! orribile!... - Moschino tremava come una foglia al
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Ah, era proprio lui quel topolino! O Dodò, Dodò! come avevi ragione! I dentini gli battevano, non più per la gioia, ma per il freddo e per lo
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gli si rinvigorirono come per incanto; uno spirito nuovo gli riscaldò a un tratto le vene; il cuore pareva che gli volesse scoppiare dalla commozione. E
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. Un topino come lui, il più bello di tutt' i topini, ridotto in quello stato! Che cosa avrebbero detto i suoi fratelli, vedendolo? Quel sapientone di
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pregarono di seguitare La guerra dei topi e delle rane. E il buon topo, come que' cantambanchi che raccontano l'avventure d'Orlando e di Rinaldo in mezzo
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storia, - rispose Dodò - sarà sempre vero che le creature piccole, come noi, non devono mai cercare di farsi male tra loro; ma star uniti e d' accordo
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- E sai come Dodò fa la sentinella col fucile! - Davvero? - - Guarda! - Dodò, serio, grave, afferrava la sua piccola arma di legno, e restava lì
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bestie son come gli uomini: hanno il loro destino; e guai se il destino è nemico! Su tali dolorose considerazioni la sorprese Vittorio, che avea
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bastò un' occhiata, e capì tutto. Diè un grido; e, come un pazzo, corse a chiamar sua madre: poi giù per le scale, come le gambe lo reggevano
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qualche luogo chi sa come ammalata: poteva leccar del verderame sur un pezzo di metallo; inghiottire uno spillo caduto; ferirsi le zampine con un
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e l' altra, e tossì forte. La Lilia e il suo innamorato misero un piccolo grido di paura, balzando come due molle. Il loro primo istinto sarebbe
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altri topi intelligenti e ben disposti a far i saltimbanchi, la contessa lo rovinava. Non avrebbe più saputo come fare a guadagnarsi la giornata. Ma
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un' angoscia che nemmeno lei avrebbe saputo descrivere. La giornata passò quietamente per tutti; i topini dormirono e mangiarono come al solito
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tutto bianco? - domandò quell' asino di Bellino, con la bocca aperta come davanti a un fenomeno. - Son bigio perchè Dio mi ha fatto bigio, - rispose l
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, certo, se la contessa Sernici aveva preso a far qualcosa, doveva riuscir bene; perchè v' eran poche signore piene di cuore e d' intelligenza come lei
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, bonissimo, il latte! Le scendeva come un balsamo fresco e odoroso giù giù dal musino dentro lo stomaco! Bevve lungamente, deliziosamente, e non si sarebbe più
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: - Anche tu, mio Ragù, sei bello. I tuoi occhietti spiccano in mezzo a quel cappuccino bruno come due brillanti neri. Anche tu, appena guarito, sarai tutto
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de' loro padroni; e quando un ovo intero fu posto nel loro piattino, vi s' accostarono piano, con garbo; appoggiarono le zampine su l' orlo, come due
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che c' è, signora contessa? La famiglia cresce. - Come? la Caciotta?... Già, la Caciotta fra qualche giorno sarà mamma d' una mezza dozzina di musini
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qualcuno, e poi, lesta come un razzo, corse dalla parte della Caciotta. Era Ragù che avendo inteso tutta quell'ira di Dio, andava, ora che non c' era più
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poppare; e s' addormentavano assieme l' uno su l' altro come un mucchiettino di carne. Ogni poco, quando eran liberi, i loro padroncini li andavano a
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de' velluti, che gli andava a genio di molto. Era un topo d' un carattere quieto; tendeva a ingrassare come un padre priore; lasciava scherzare chi
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nulla; e voleva dire la spuma de' cavalloni, che si levavano alti come montagne e si spalancavano come abissi. In un' altra pagina il cielo e il mare eran
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sciocco della compagnia. Non intendeva nulla, non si curava di nulla: zuccone come ce n' è pochi, stava delle ore e delle giornate intere sur una
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, sopra ogni cosa, eran la sua bellezza: certi occhi lunghi, obliqui come quelli d'una donnina
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caldo e s'andava a cacciar in un angolo, riparato da qualche drapperia che gli faceva come una specie di tenda; ora preferiva accoccolarsi al fresco sotto
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Forse pensava: - Non capisco come la Rita abbia così poca voglia d'imparare il piano, quando gli è tanto facile, ch'io lo suono senza avere imparato
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trattar il conte come trattava la Rita, e subito si mise furiosamente a baciarlo, a baciarlo, senza lasciargli tempo di dire una parola. Con uno
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casa, gli s' arrampicava addosso, e gli mordicchiava una mano, ma senza far male, alzando la testa e accennando come per dire: - Guarda, che mi sento
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' accostava al padrone e si levava su le zampine e lo spingeva con tutto il corpo come per digli: - Andiamo, via! - E siccome il conte, dopo pranzo, si
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come al solito, o quando parla accompagnata da' suoni del pianoforte? - Oh quando parla co' suoni, è più dolce! - Bravo: fa' conto che tutt' i giorni
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tremava: - Dirò - rispose il fanciullo a testa alta e con accento vibrato - come hai detto tu: che siamo diventati poveri perchè abbiamo voluto salvare
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acuti come aghi, si ficcarono fino all'osso in un dito del malcapitato. - Ahi! ahi! - si mise a gridare colui - ma che ci tengono qui dentro? che cos
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