irriducibile. Ma, questi due punti di stazione, non coincidono con quello dell’autore e con quello dello spettatore. Col primo punto ci volgiamo all
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dialettizzazioni perciò non riguardano l’opera in sé, ma il modo col quale avviene la recezione da parte dello spettatore ricevente.
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non si confonderà col passato-passato. Picasso è ancora vivente ma appartiene al passato-passato: Fautrier fino a poco fa vivente, apparteneva al
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Ecumenico, col riavvicinamento al Modernismo, con le innovazioni liturgiche, dall’abbandono, se anche a lungo termine, della lingua sacra, il latino, al
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dialettico ma non con un nesso causale, anche l’arte riflette il proprio tempo, non dunque deterministicamente, ma componendo dialetticamente col proprio
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morta la stessa progettazione del design. Perciò il rapporto col design, della pop-art, è strumentale non dialettico: mentre è sicuramente dialettico
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’autore verso la propria opera, il primo attestato si trova forse in Jarry, poi sicuramente in Picasso col famoso «je ne cherche pas, je trouve», che
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pensiero hegeliano, e tutti i tentativi per universalizzarlo fuori di quel contesto rappresentano un’indebita sollecitazione, sia che avvenisse col Bosanquet
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che con i conati dalla nuova figurazione e più col neo-dada, ma soprattutto col fenomeno dilagante (e in un certo senso di tutti gli altri riassorbente
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soli dieci anni dal suo primo apparire (è del 1955 il primo quadro col bersaglio, chiaramente neo-dada, di Jasper Johns) si è vista già canonizzata
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rovesciamento nella tendenza, che rimaneva tuttavia basilare, di offrire l’integrazione nell’opera allo spettatore, ed è rinato l’oggetto: col neo-dada
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quello è quanto può fare e deve fare, pur col largo margine d’aleatorietà che s’introduce nel procedimento meccanico dell’impressione della lastra
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’attitudine del fotografo in quanto si ponga più distante da quella dell’artista, e cioè col minimo o con l’assenza di investimento simbolico. Senza l
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artistique» (Demachy e Puyo), sia col fotomontaggio, componendo dei complicati mosaici di lastre per ottenere grandi quadri storici d’insieme (Rejlander
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illusionismo. Illusionismo in cui si lascia attirare anche l’organismo, fino a subire, col rollio e le vorticose discese del cinerama, gli stessi
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carità pelosa — che di colpo si trasferiva al cinema. E perfino col colore ci sono state e ci sono le giuste resistenze, e nei più avveduti, c’è la
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accentuata dal fatto dell’uso del flash back che il romanzo, del resto, ha ripreso particolarmente dal cinema: ma la somiglianza non è in proprio col romanzo o
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’immobilizzazione che l’artista come il fotografo ne fa, sospendendolo nella sua coscienza dal flusso del tempo, non trapassa automaticamente col maggior numero di
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primo Braque e in Picasso. Col volgere poi del gusto del collage, il modo stesso di dare in proprio un oggetto, in Schwitters soprattutto, in che
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Bacchino malato della Borghese, basterebbe il modo col quale sono dipinte foglie e frutta, chiaramente ricondotte dall’amanuense che le copiava dal Maestro
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significato fondamentale — ci si voglia vedere il seno materno o il fallo paterno o tutti e due insieme — rimane egualmente col nibbio come con l
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Firenze, mentre lui stava col nonno a Vinci, e quindi questo presunto figlio di due madri (che costituirebbe uno dei temi subconsci della Sant’Anna
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scritta «Et in Arcadia ego». Il così detto Amor sacro e Amor profano di Tiziano è un dipinto la cui astanza è quasi aggressiva, tanto s’impone col mezzo
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della Caritas, l'amor saeculi, la seconda, col vaso fiammeggiante teso al cielo, identifica l’altra faccia dell’amore, l'amor Dei. Ma la sofisticata
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della morte col teschio fosse probabile ma non cogente.
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difficile esimersi dall’applicare anche all’opera d’arte il sistema interpretativo che si ritenga valido per la storia, quale che sia questo sistema. E, col
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Raffa 18, il quale vuol costruire la prima estetica empirica. Comincia col dire, ed è ineccepibile, che non si deve confondere lingua con linguaggio e
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Infine non sarebbe giusto obbiettare che la verifica della realtà senza esistenza non si può dare nello stesso modo col quale la scienza verifica ad
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il colombo che viene lanciato col messaggio legato al piede, o come la bottiglia sigillata gettata in mare. L’opera d’arte viene dunque ad essere
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devono riscontrare certi dati requisiti — tale struttura ha senso solo in vista della informazione che col messaggio si vuole trasmettere.
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Teyssèdre si colloca, sia pure ad una auspicata confluenza col metodo dialettico. Tale impossibilità non è altro che l’impossibilità di rendere conto della
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codice segnico, di danza o quasi, col quale comunicano e quindi, a lor modo, oggettualizzano i moti naturali dell’istinto.
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scorre, se poi vi confluisca anche una visione fenomenologica del mondo, concorda allora col rinnovamento fondamentale della psicologia transazionale
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’identificazione della causa col medio «attraverso cui si sviluppa una prova» fa emergere già nella causa la categoria. Quando allora Leibniz per la prima volta
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non contraddizione. Questo tentativo mira a porre sullo stesso piano di irrefutabilità logica che ha il principio di identità (col corrispondente
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Il problema allora è, se un contrasto simile fra le due meccaniche abbia o no portato ad un conflitto col principio di identità: ma è chiaro che, non
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svolgimento temporale, e per la confusione col principio di ragione veniva addirittura anteposto al principio di identità, poteva veramente opinarsi che ove
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corrente elettrica-illuminazione si presenta come un rapporto causale tipico, l’illuminazione essendo effetto, mentre col secondo caso, l’accensione
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del restante ignoto lasso di tempo futuro col trucco della dissoluzione del tempo, in quanto che «la lunghezza del tempo è qualcosa di affatto relativo
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trattare di quelle arti, sempre col pericolo di materializzare assai più che dialettizzare. Di qui anche il disaccordo di fondo fra i vari tentativi di
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Quale resultato abbia raggiunto lo apprendiamo dalle parole di un filosofo marxista, Galvano della Volpe. Questi comincia intanto col premettere
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