, sarebbe stato seccante, - dice. Essa ride molto all' idea di Maria che balla in giardino col malato, e di Francesco nascosto che aspetta di portar via la
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14. Strumenti per nettare il terreno. 1. Il rinettamento del terreno si fa a mano con una piccola marra o zappino, fig. 11, e col sarchiello, fig.12
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tutti; rende al terreno la maggior parte delle sostanze portate via dai ricolti; ne corregge eziandio i difetti, col dare maggior sofficità alle
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lo spandimento, si usa mescolarlo col quadruplo di terra buona. Condizione di sua maggiore efficacia è di spargerlo in tempo umido, o piovoso. 2. Ma
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delle città. Queste materie si possono disinfettare facilmente con terra, col gesso, col carbone, e, meglio ancora, col vetriolo. Basta disciogliere in
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selvatiche; oppure si raccolgono per seminarli, come si fa del frumento, della segala, ecc. Così tu vedi che la vita delle piante, cominciata col seme
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, che i granelli della sabbia. Si distinguono pure col nome di terre bianche, dal loro colore ordinariamente biancastro. I terreni calcari hanno poca
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profondità di 25 a 30 centimetri; rivolta compiutamente le zolle all'aria, ed al sole; le addossa le une alle altre; le rompe col taglio, e le divide
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10. L'erpice chiama il rullo. 1. Il rastrello chiama il maglio in aiuto, per rompere le zolle. Così fa l'erpice col rullo. In terre compatte l'erpice
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2. Ma tu osservi: «Perchè, dopo avere smosso il terreno, quanto meglio si è potuto, si rassoda di nuovo col rullo? Non è forse questo un fare e
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L'Emilia qualche volta fa i capriecetti. Un giorno la mamma le disse: - Làvati bene il collo col sapone. Non devi aver timore dell'acqua, tanto più
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per la casa in cerca del portapenna. - Chi me l'ha preso? Chi l'ha visto? - gridava. Dovette andare a scuola senza averlo trova, e finì col dire una
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Un giorno Lucio era tutto contento. Gli avevano regalato un bel confetto grosso, di quelli col rosolio dentro. Fot. R. Fiorillii. Fratelli esemplari
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tagliuzzava col temperino il banco. Enzo gli disse - Non sciuparlo, non è tuo! Che te ne importa? - rispose con mal garbo il birichino non è tuo, nè mio; è di
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ricordato di tutto quanto questa aveva spiegato il giorno prima: «L'acqua è molto necessaria all'uomo e alle piante. L'acqua col caldo evapora, forma
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del proprio pensiero. Quando poi toccava a Maria a cantare, essa non avendo avuto altro maestro che il cuore, e solo col fino senso dell'orecchio
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montagna. patria dei buoni e de' giusti; al cielo, verso il quale elevano le gigantesche loro cime questi monti, esultando quasi e narrando, in armonia col
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, gialla, e prende il rancido. E tu sai per prova che con vecchia crema si ha cattivo burro, e si suda una camicia ad ottenerlo. Col troppo caldo, e
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facilmente stingono, e quindi macchiano la biancheria. Queste laverai a parte nel ranno, strofinandole col sapone. Meglio ancora, le laverai con la
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la razione a poche bestie. Col trincia-foraggi si taglia il fieno a pezzetti di uno o due centimetri, e il bestiame lo divora tutto, senza che ne perda
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16.La violetta. Tu conosci la violetta mammola. Essa è l'immagine della modestia: col suo colore non dà nell'occhio, ed anche si sta nascosta sotto
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19.Sii contenta della tua condizione. A molte contadine sembra di toccare il cielo col dito, se possono andare in città, come operaie, o serve di
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figlioli; pago vecchi debiti, col mantenere i mie genitori». Vedi, giovinetta, come il lavoro fa la gente virtuosa, e contenta del proprio stato!
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raggiungerla. La chiave che sempre si adopera è lucente; quella che non si usa si copre di ruggine: così il corpo col lavoro si fortifica, nell'ozio
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dunque il buon Dio che ti assista, e ti aiuti a far bene. A lui rivolgi i primo pensiero del mattino, e l'ultimo della sera; comincia i tuoi lavori col
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al bel mezzodì; da varie finestre riceve abbondanza di luce; ha dinanzi l'aia col pozzo; l'orto di fianco, e il letamaio di dietro, a mezzanotte. La
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lingua; ingollando bevande tepide, per esempio, l'infuso di camomilla. Rigettate col vomito le materie contenute nel ventricolo, si prendono generosi
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fiacchi, pigri, e deperiscono. La dimora alla stalla, o stabulazione, deve quindi alternarsi col movimento all'aria libera. Ciò è specialmente
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la compra, se ha il danaro che ci vuole; altrimenti la ritarda, fino a che abbia il mezzo di pagarla. Essa sa che col danaro contante si provvede
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col sedere nell'acqua. Allora sentii ridere. Qualcuno, in tutto quel buio, stava ridendo di me. - Ippolita? Ormai ero abbastanza vicina al buco
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l'estate scorsa, appesi a testa in giú nel solaio della casa di mia nonna, e non mi erano parsi poi tanto terribili. Un po' buffi, anzi. Cosí dissi, col
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stava per tornare al castello (si capisce che nel frattempo ci si salutò col maresciallo, perché intanto l'attaccabottoni l'aveva finita con la sua
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gioco della dama col trovatore. - Cosa c'è? Cos'hai? - Ero fin spaventata. Di nuovo come quel primo giorno, mi agguantò per mano e mi tirò fino in
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e forse andavano ad accamparsi non lontano dal paesino. Mario si sentì tutto commosso: ecco, si avvicinano con le loro divise giallo-verdi, col loro
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chi sa quanti «Balilla» con la loro elegante divisa e il berrettino nero col fiocco! Oh fortunati i Ballilla che vivono nelle città! Mario ha detto alla
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pietra, col solo riparo del vecchio cappello, stava facendo un pisolino. Passò intanto Gigione, l'uomo più svogliato del mondo, che, con aria
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, zappe, ferri per cavalli, per buoi, badili e tante altre cose utili, più o meno raffinate, colla lima o col trapano. Ecco dove si nasconde Mario quando
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VILLA CASTELLI Mario dice tra sè ch'egli il suo paese lo conosce benissimo; ma chissà se è vero! Egli sa dov' è la chiesa col suo campaniletto che
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: faceva tanto freddo e la mamma non aveva di che coprirlo nè fuoco per scaldarlo. Un asinello si accostò al bambino bello col suo morbido pelo lo
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candela illumina tutto il presepio. Nella stanza regna un grande silenzio CARLO DOLCI. Madonna col figlio. (Fot. Brogi). il prete dice una preghiera
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incartato e, cerca che ti cerca, non trovano più l'involtino col lesso da mangiare a colazione. Mogi mogi vanno a scuola e, per non essere sgridati, all
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persone e rumori! rondinella vuol lavorare in pace. Ancora una notte riposa raccolta in se stessa appoggiata, a una gronda; ma domani certo col nuovo
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raccolta con un grido speciale, se trova qualche verme o qualche grano tenero ; poi col chioccolare continuo, avverte i pulcini inesperti che non devono
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fiorellino celeste come il cielo sereno, sai come si chiama? - «Nontiscordardime» - E questo rosso - Il garofano. - E questo bianco, col bottoncino giallo
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fruga raggranellò un fascio di stecchi. Il più piccino avrebbe voluto uscire a far qualche cosa anche lui, ma rimase a casa col padre a fargli assistenza
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mi darà due manzi. Venderò i manzi e comprerò una casini col terrazzino. Io starò sul terrazzino e la gente mi farà la riverenza: - Buon giorno
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STORIA DEL FANCIULLO STUDIOSO E DELLA LUCCIOLA - Luccioletta, che vai col tuo lumino, come uno che cerchi qualche cosa pei campi, si può sapere che
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vederci disegnata la faccia di un uomo, col naso, gli occhi e la bocca. La genie dice che quella è la faccia di Caino. Una sera la luna fece uno
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ghiacciato. Debbo penetrare col calore nel terreno e aiutare il seme a germinare, debbo far crescere gli steli delle messi, i tronchi delle piante; debbo
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sono barche fabbricate col legno e bastimenti rivestiti d'acciaio, che un bel giorno prendono il mare e vanno coi remi e con le vele e col vapore, e
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