Vocabolario dinamico dell'Italiano Moderno

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Ultime tendenze nell'arte d'oggi. Dall'informale al neo-oggettuale

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Dorfles, Gillo 20 occorrenze
  • 1999
  • Feltrinelli
  • Milano
  • critica d'arte
  • UNIFI
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— stanno chiaramente, a dimostrare che l'asserita blasfematorietà delle loro operazioni era, nonostante tutto, più apparente che reale; che, cioè, pur

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, non è cioè lo scintillio del bronzo fuso, o la sua patina artificialmente ottenuta, né la levigatezza del marmo, la grana del legno; ma è spesso il

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, come si giudicavano gli espressionisti della Brücke e del Blauer Reiter, o i cubisti, e cioè ancora sulla base di “bella materia,” ricco impasto

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produzione di video-dischi. Quello che conta comunque è il concetto che sta alla base di questa produzione e cioè il fatto di poter visualizzare ima

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Cosa distingue, allora, le arti visuali degli ultimissimi anni da quelle sviluppatesi tra le due guerre? Su quali basi, cioè, mi sarà possibile

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che il mio quadro mi dà, cioè di contenere la realtà (come se per incanto avessi evocato un calore, un palpito, un respiro, cosi forti da far paura

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’arte, ecc...) può essere considerata a prescindere da quanto è designato da questa proposizione (e cioè, la sua applicazione). Sostituendo i centri

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costituita dalla mia azione quando colloco questa attività (l’investigazione) nel contesto artistico (e cioè, “art as idea as idea"). La qualità specifica

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pubblico dovrebbe essere interamente eliminato. VII) La composizione di un happening è eguale a quella di un assemblage e di un environment cioè è

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attua, un’incompatibilità temporale: impone cioè un tipo di lettura circolare, anziché diretta, che sottrae alla visione il valore dell’evidenza. Ciò

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Nelle opere d’arte a carattere figurativo e non figurativo questa polisemia, e cioè la pluralità di significati possibili a partire da uno o più

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accettato almeno il lato estrinseco di questa maniera: la formulazione, cioè, di segni e di gesti prevalenti rispetto allo “sfondo” e al tessuto

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Accanto, e prima ancora di Wols — a partire cioè dal 1945 — bisogna riconoscere a Georges Mathieu la priorità d’un consapevole impiego del "segno

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quell'artista che ha saputo raggiungere mediante la pittura informale una maggior compiutezza e autonomia, e cioè Jean Fautrier.

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solitamente ripetuta secondo uno schema fisso nelle diverse pubblicazioni che si son venute moltiplicando. È inutile cioè riandare a tappe d’un recente

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Già attorno al 1950 apparve evidente che il concretismo come tale — cioè come continuazione del concretismo di Van Doesburg e di Mondrian e di quello

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struttura dinamica." Mentre, cioè, nel tachismo il colore e la linea avevano ancora il valore di mezzi espressivi, come tramiti di un impulso

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cioè d’una "doppia lettura” d’un pattern visuale, costituisce una delle classiche ricerche della psicologia della Gestalt, e svela quella che è una

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estese all’environment, o alla vera e propria dinamica percettiva, e tali cioè da implicare anche una trasformazione nella sensorialità del soggetto

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moltiplicata” —: si tratta di opere eseguite in serie; eseguite cioè mediante l’intervento della macchina, o, comunque, senza dar peso all’impronta

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