Vocabolario dinamico dell'Italiano Moderno

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L'evoluzione

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Montalenti, Giuseppe 50 occorrenze

da Dio). Però questo deve essere fatto in tal modo che le ragioni delle due opinioni, cioè di quella favorevole e di quella contraria all

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le affinità di struttura più o meno strette fra i vari organismi, cioè l’aspetto attuale dell’insieme dei viventi come risulta dal quadro della

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È questo un esempio della famosa «legge biogenetica fondamentale» di E. Haeckel che si enuncia così: «la ontogenesi, cioè lo sviluppo dell’individuo

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mano, secondo le opportunità, cioè evoluzionisticamente.

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E così dicasi anche per le relazioni di simbiosi, cioè di armonica coesistenza di individui di specie diverse, che dalla convivenza traggono

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Discuteremo qui esclusivamente l’aspetto paleontologico, cioè il riconoscimento di tracce che testimonino la presenza di organismi viventi. Alla

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da oggi, la vita esplode con una gran quantità di forme che hanno lasciato cospicui resti fossili, mentre alla fine dell’Archeozoico, cioè nel

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principali tipi di invertebrati ancor oggi esistenti. Protozoi (cioè animali unicellulari) con gusci o scheletri calcarei o silicei, Celenterati (cioè

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degli Ominidi veri e propri cioè quello che culminerà nella formazione dell’uomo, si differenzia probabilmente verso la fine del Pliocene o l’inizio

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Questa nozione della storia della vita sulla terra, cioè della variazione delle forme viventi in funzione del tempo, è una delle più importanti

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infatti Linneo « Species tot numeramus quot a principio creavit infinitum Ens » cioè: tante sono le specie oggi esistenti, quante in principio furono

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grigio, con a il suo allelomorfo o allelo, dell’albinismo, la formula dell’ibrido o eterozigote, cioè il suo genotipo, sarà Aa; il fenotipo di questo

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cioè costituito da tante unità, che dobbiamo concepire come particelle materiali, chiamate geni. Questi sono capaci di riprodursi conservando la

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i due caratteri dominanti (giallo e liscio); alla F2 quattro categorie di individui che rappresentano le quattro combinazioni possibili, cioè le due

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sull’altro o fusione, cioè assenza di dominanza, nella generazione successiva la segregazione ripristina i tipi originari: la variabilità iniziale si

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Ciò spiega quel fatto ben conosciuto anche ai profani, che un carattere può «saltare» una o più generazioni, cioè trovarsi per esempio nel nonno di

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ceppo familiare, sono cioè consanguinei, la probabilità che siano tutti e due eterozigoti per lo stesso gene è più alta che non negli accoppiamenti

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I cromosomi sono filamenti che si mettono bene in evidenza, al microscopio, nel nucleo delle cellule quando queste si moltiplicano: cioè durante il

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mitosi (fig. 27). Nello stadio che viene (erroneamente) chiamato di «riposo», cioè nell’intervallo fra due divisioni successive, i cromosomi non sono

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cromosoma X o cromosoma sessuale. Questo gene può presentarsi sotto una forma mutata, cioè come allele del gene normale, e allora determina la

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La genetica ha in sostanza confermato quanto già era stato riconosciuto da A. Weismann, fin dal 1884, che cioè la riproduzione sessuale è un fenomeno

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di variazioni, che furono ampiamente studiate nelle loro cause e nei loro effetti. Tali variazioni cioè, le mutazioni, si distinguono in tre

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. Agli estremi dell’area di distribuzione si possono avere le forme pure, cioè la frequenza di un allele può essere assai prossima al 100%, quella dell

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trasformarsi in specie, cioè perdere la capacità di mescolarsi per generazione sessuata. Cioè le razze possono considerarsi, potenzialmente come

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Devono dunque esistere cause capaci di far variare le frequenze geniche, cioè di dare origine a razze.

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due: 1) che cosa determina la formazione delle razze nel seno di una specie; 2) come insorge, tra due razze, l’isolamento riproduttivo, cioè la

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ammirare e glorificare l’opera di Dio. Il lavoro del naturalista, cioè del classificatore, compendia dunque in sé tutta l’essenza delle scienze della

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insettivori, che sono i più efficienti predatori di queste farfalle, vedono, in questo caso, come noi, cioè distinguono molto meglio la preda (e ne

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Ma l’isolamento non è completo, cioè può essere reversibile, finché non intervengono variazioni tali nella compagine genetica, che rendono sterile, o

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razze allopatiche), la diversa epoca di riproduzione di razze che convivono nella stessa località, cioè siano simpatriche, o anche diversi costumi

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A questo punto viene spontanea la domanda: i meccanismi evolutivi oggi noti sono sufficienti a dar ragione dei più ampi gradi d’evoluzione, cioè dell

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quattro basi a gruppi di tre (triplette), cioè da un totale di 64 triplette o «parole»

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specie di organismi, si può determinare di quanto esse differiscono, cioè quanto le specie sono «lontane». Presumibilmente la «distanza genetica» (che si

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Lo studio della variabilità al livello genico, cioè al livello molecolare, ha indotto il matematico giapponese M. Kimura (1968) a proporre la

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Un altro problema concerne la quantità dell’informazione genetica - cioè del DNA - di cui dispongono le piante e gli animali pluricellulari rispetto

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sufficienti a spiegare l’evoluzione non soltanto al livello subspecifico (formazione di sottospecie, razze, varietà) ma anche al livello specifico, cioè la

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3 ) La vita ha avuto origine da reazioni chimiche comuni, cioè riproducibili in laboratorio, mediante un lento processo di evoluzione.

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presupporre l’esistenza di cellule, cioè di organismi di struttura molto più complicata.

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il messaggio genetico e quindi la riproduzione, e proteine, a cui spetta svolgere le funzioni del metabolismo, cioè l’assunzione di sostanze dall

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ad una vera concezione evoluzionistica di tipo darwiniano: basata cioè sulla comparsa fortuita di variazioni ereditarie e sulla selezione.

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La comparsa di esseri sicuramente umani, appartenenti al genere Homo, può collocarsi nel periodo Pleistocenico o Quaternario, cioè nel più recente

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Come si attacca, a sua volta, l’Australopiteco al tronco scimmiesco? Cioè come e quando si è distaccato il ramo che ha condotto alla formazione della

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, e di qui Homo habilis, o Homo erectus sarebbe migrato in Asia. In Europa l’uomo giunse relativamente tardi, durante l’interglaciale Mindel-Riss, cioè

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dell'Era terziaria, cioè nel Paleocene, circa 70 milioni di anni fa. Precocemente, nello stesso periodo, si sono differenziati i due rami delle Proscimmie e

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Le risposte che si possono dare a queste domande sono dettate prevalentemente da idee preconcette, cioè dalle posizioni filosofiche e religiose

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quella che vale a distinguerlo nettamente dagli animali è la facoltà di parola, cioè del linguaggio articolato, mediante il quale l’uomo riesce ad

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attiva la ricerca, la discussione, la disparità di opinioni, là è il movimento, l’evoluzione, cioè la vita.

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tempi e nella vicenda delle generazioni cioè si «evolvono».

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decaduti di esseri più nobili ed elevati, anziché «parvenus», cioè derivati da creature più umili e semplici.

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cioè vengono trasmesse ai discendenti, e, perdurando le condizioni che determinano l’intensificazione di quei caratteri che sono stati acquisiti, l

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