da Dio). Però questo deve essere fatto in tal modo che le ragioni delle due opinioni, cioè di quella favorevole e di quella contraria all
Pagina 100
le affinità di struttura più o meno strette fra i vari organismi, cioè l’aspetto attuale dell’insieme dei viventi come risulta dal quadro della
Pagina 106
È questo un esempio della famosa «legge biogenetica fondamentale» di E. Haeckel che si enuncia così: «la ontogenesi, cioè lo sviluppo dell’individuo
Pagina 114
mano, secondo le opportunità, cioè evoluzionisticamente.
Pagina 118
E così dicasi anche per le relazioni di simbiosi, cioè di armonica coesistenza di individui di specie diverse, che dalla convivenza traggono
Pagina 118
Discuteremo qui esclusivamente l’aspetto paleontologico, cioè il riconoscimento di tracce che testimonino la presenza di organismi viventi. Alla
Pagina 123
da oggi, la vita esplode con una gran quantità di forme che hanno lasciato cospicui resti fossili, mentre alla fine dell’Archeozoico, cioè nel
Pagina 126
principali tipi di invertebrati ancor oggi esistenti. Protozoi (cioè animali unicellulari) con gusci o scheletri calcarei o silicei, Celenterati (cioè
Pagina 127
degli Ominidi veri e propri cioè quello che culminerà nella formazione dell’uomo, si differenzia probabilmente verso la fine del Pliocene o l’inizio
Pagina 133
Questa nozione della storia della vita sulla terra, cioè della variazione delle forme viventi in funzione del tempo, è una delle più importanti
Pagina 149
infatti Linneo « Species tot numeramus quot a principio creavit infinitum Ens » cioè: tante sono le specie oggi esistenti, quante in principio furono
Pagina 16
grigio, con a il suo allelomorfo o allelo, dell’albinismo, la formula dell’ibrido o eterozigote, cioè il suo genotipo, sarà Aa; il fenotipo di questo
Pagina 162
cioè costituito da tante unità, che dobbiamo concepire come particelle materiali, chiamate geni. Questi sono capaci di riprodursi conservando la
Pagina 165
i due caratteri dominanti (giallo e liscio); alla F2 quattro categorie di individui che rappresentano le quattro combinazioni possibili, cioè le due
Pagina 165
sull’altro o fusione, cioè assenza di dominanza, nella generazione successiva la segregazione ripristina i tipi originari: la variabilità iniziale si
Pagina 166
Ciò spiega quel fatto ben conosciuto anche ai profani, che un carattere può «saltare» una o più generazioni, cioè trovarsi per esempio nel nonno di
Pagina 167
ceppo familiare, sono cioè consanguinei, la probabilità che siano tutti e due eterozigoti per lo stesso gene è più alta che non negli accoppiamenti
Pagina 168
I cromosomi sono filamenti che si mettono bene in evidenza, al microscopio, nel nucleo delle cellule quando queste si moltiplicano: cioè durante il
Pagina 169
mitosi (fig. 27). Nello stadio che viene (erroneamente) chiamato di «riposo», cioè nell’intervallo fra due divisioni successive, i cromosomi non sono
Pagina 169
cromosoma X o cromosoma sessuale. Questo gene può presentarsi sotto una forma mutata, cioè come allele del gene normale, e allora determina la
Pagina 172
La genetica ha in sostanza confermato quanto già era stato riconosciuto da A. Weismann, fin dal 1884, che cioè la riproduzione sessuale è un fenomeno
Pagina 173
di variazioni, che furono ampiamente studiate nelle loro cause e nei loro effetti. Tali variazioni cioè, le mutazioni, si distinguono in tre
Pagina 178
. Agli estremi dell’area di distribuzione si possono avere le forme pure, cioè la frequenza di un allele può essere assai prossima al 100%, quella dell
Pagina 182
trasformarsi in specie, cioè perdere la capacità di mescolarsi per generazione sessuata. Cioè le razze possono considerarsi, potenzialmente come
Pagina 184
Devono dunque esistere cause capaci di far variare le frequenze geniche, cioè di dare origine a razze.
Pagina 185
due: 1) che cosa determina la formazione delle razze nel seno di una specie; 2) come insorge, tra due razze, l’isolamento riproduttivo, cioè la
Pagina 185
ammirare e glorificare l’opera di Dio. Il lavoro del naturalista, cioè del classificatore, compendia dunque in sé tutta l’essenza delle scienze della
Pagina 19
insettivori, che sono i più efficienti predatori di queste farfalle, vedono, in questo caso, come noi, cioè distinguono molto meglio la preda (e ne
Pagina 193
Ma l’isolamento non è completo, cioè può essere reversibile, finché non intervengono variazioni tali nella compagine genetica, che rendono sterile, o
Pagina 197
razze allopatiche), la diversa epoca di riproduzione di razze che convivono nella stessa località, cioè siano simpatriche, o anche diversi costumi
Pagina 197
A questo punto viene spontanea la domanda: i meccanismi evolutivi oggi noti sono sufficienti a dar ragione dei più ampi gradi d’evoluzione, cioè dell
Pagina 200
quattro basi a gruppi di tre (triplette), cioè da un totale di 64 triplette o «parole»
Pagina 202
specie di organismi, si può determinare di quanto esse differiscono, cioè quanto le specie sono «lontane». Presumibilmente la «distanza genetica» (che si
Pagina 210
Lo studio della variabilità al livello genico, cioè al livello molecolare, ha indotto il matematico giapponese M. Kimura (1968) a proporre la
Pagina 211
Un altro problema concerne la quantità dell’informazione genetica - cioè del DNA - di cui dispongono le piante e gli animali pluricellulari rispetto
Pagina 212
sufficienti a spiegare l’evoluzione non soltanto al livello subspecifico (formazione di sottospecie, razze, varietà) ma anche al livello specifico, cioè la
Pagina 212
3 ) La vita ha avuto origine da reazioni chimiche comuni, cioè riproducibili in laboratorio, mediante un lento processo di evoluzione.
Pagina 227
presupporre l’esistenza di cellule, cioè di organismi di struttura molto più complicata.
Pagina 227
il messaggio genetico e quindi la riproduzione, e proteine, a cui spetta svolgere le funzioni del metabolismo, cioè l’assunzione di sostanze dall
Pagina 229
ad una vera concezione evoluzionistica di tipo darwiniano: basata cioè sulla comparsa fortuita di variazioni ereditarie e sulla selezione.
Pagina 23
La comparsa di esseri sicuramente umani, appartenenti al genere Homo, può collocarsi nel periodo Pleistocenico o Quaternario, cioè nel più recente
Pagina 237
Come si attacca, a sua volta, l’Australopiteco al tronco scimmiesco? Cioè come e quando si è distaccato il ramo che ha condotto alla formazione della
Pagina 247
, e di qui Homo habilis, o Homo erectus sarebbe migrato in Asia. In Europa l’uomo giunse relativamente tardi, durante l’interglaciale Mindel-Riss, cioè
Pagina 247
dell'Era terziaria, cioè nel Paleocene, circa 70 milioni di anni fa. Precocemente, nello stesso periodo, si sono differenziati i due rami delle Proscimmie e
Pagina 248
Le risposte che si possono dare a queste domande sono dettate prevalentemente da idee preconcette, cioè dalle posizioni filosofiche e religiose
Pagina 254
quella che vale a distinguerlo nettamente dagli animali è la facoltà di parola, cioè del linguaggio articolato, mediante il quale l’uomo riesce ad
Pagina 254
attiva la ricerca, la discussione, la disparità di opinioni, là è il movimento, l’evoluzione, cioè la vita.
Pagina 257
tempi e nella vicenda delle generazioni cioè si «evolvono».
Pagina 6
decaduti di esseri più nobili ed elevati, anziché «parvenus», cioè derivati da creature più umili e semplici.
Pagina 7
cioè vengono trasmesse ai discendenti, e, perdurando le condizioni che determinano l’intensificazione di quei caratteri che sono stati acquisiti, l
Pagina 88