doveva sfociare nella realizzazione d’una cosiddetta «arte oggettuale», - creatrice cioè di «oggetti a sé stanti» quali appunto si possono considerare
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del tutto: piuttosto è diventata environment, è, cioè, entrata a far parte del lay-out dell’architettura d’interni, dando vita a quella modulazione
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stata quella di aver voluto, già programmaticamente, mettere in rilievo uno degli aspetti più cruciali dell’attuale momento artistico, e cioè il
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della «visualità» tout court. A differenza, cioè, di quanto avviene, ad esempio, nel caso del linguaggio verbale, dove l’analisi è rivolta innanzitutto
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rapporto - sempre così confuso - tra le diverse arti. A dimostrare cioè, in primo luogo, la possibilità di utilizzare monumenti antichi a scopi moderni
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È possibile andare oltre questo materiale grezzo? Basarsi su di esso per procedere a nuove elaborazioni espressive? Non lo credo; penso cioè che l
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dell’ultimo lustro la rassegna umbra. Del resto, nell’intenzione degli organizzatori, d’un bilancio appunto si trattava: di mostrare cioè a che punto e
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Non ho preso in considerazione sin qui le sale migliori: quelle cioè di Castellani, Bonalumi, Marotta, ma di questi artisti è stato detto a lungo in
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creativi. E questo per una precisa ragione, e cioè che oggi, troppo spesso, assistiamo all’esplodere di qualche nuovo fenomeno artistico che è
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della mentalità italiana aperta alla rappresentazione plastica e monumentale è Ceroli, le cui «sculture» di legno monodimensionali (cioè costruite
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scopi decorativi come ho precisato più sopra). Ed è tale - cioè olistica - anche l’immagine che di solito si forma nella nostra mente alla prima vista
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a che vedere con una presunta «morte dell’arte»!) a un punto cioè in cui l’invenzione dell’«oggetto artistico» aveva condotto ad una sorta di
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Uno dei difetti più gravi del mezzo televisivo - è cosa nota - è senza dubbio la sua monopolarità: il fatto cioè che la trasmissione televisiva, così
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Un’altra particolarità che emerge nel caso del video-tape è l’embricazione dei diversi codici linguistici di cui ci si può servire: la presenza cioè
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Una delle più antiche aspirazioni dell’uomo è sempre stata quella di far coincidere i dati scientifici con quelli artistici: di riescire, cioè, a
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«creazioni autonome» (o apparentemente tali); delle forme, cioè, mai esistite in precedenza e dovute solo a un preciso programma esecutivo. Da una
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Ebbene: questa caratteristica anartistica e anoggettuale del concettualismo ha una notevole importanza da un punto di vista teoretico. Ci dice cioè
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operazioni sono e rimangono «monosemiche», non sono, cioè, passibili di una lettura polisemica, non si prestano a diversità interpretative come di solito
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, anche fine a se stesso. Si tramuta cioè in una realtà grafico-visiva, che vive anche al di fuori della sua realizzazione musicale. Abbiamo, pertanto
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univocità del rapporto signifiant-signifié. Esiste, cioè, soltanto l’aspetto denotativo e non quello connotativo cosi importante e spesso preminente
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un solo livello significativo; e afferma che l’arte d’oggi ha da essere monosemica e cioè deve «quitter le domaine de l’image expressive pour explorer
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’incontro con le altre civiltà occidentali che abbiamo ricordate prima; e cioè la presenza d’una componente che non saprei come definire se non
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rientra in quello che sono venuto affermando fin qui. È un fatto indiscutibile, cioè, che le avanguardie storiche - con tutte le innovazioni che
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tradizionalmente considerata come «artistica» (avendo cioè un signifiant diverso da quello estetico), può, per una trasformazione nella situazione
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fenomeno divenuto oggi frequentissimo, e cioè l’uso di mixed media, di intermedia, di forme artistiche che utilizzano mezzi espressivi diversi o che se li
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condizioni e che possono contravvenire alle stesse, proprio per un fatto che di solito non viene preso in considerazione: cioè che l’arte migliore, più
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conflitto tra figuralità e rappresentatività s’accorgerà tosto che il registro è mutato: siamo entrati, o stiamo entrando cioè insensibilmente in una
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veritiero - a molti detrattori dell’arte attuale: che cioè quest’ultima sia solo un gioco di mercanti, un’abile montatura organizzata da critici
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Burri costituisce uno degli esempi più interessanti dell’arte alla metà del secolo, d’un’arte cioè che ha lasciato dietro di sé la «bella pittura
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esistenti cioè allo stato di quiete, e tali forme virtuali assumono consistenza e pregnanza appunto in seguito al movimento. Oltre al movimento anche l
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fase creativa - quella che altrove ho battezzata «neoconcretista» - che si vale cioè di uno studio dell’elemento percettivo, microstrutturale, tissulare
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ricerche nei due grandi poli del neodada (pop art americana, novorealismo francese e tedesco, ecc.) e della cosiddetta «arte programmata», d’un’arte cioè
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utilizzazione dell’elemento tecnico, sia cioè utilizzata per ogni singola opera quella particolare tecnica che sola può soddisfare al raggiungimento d’un
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vitale lezione di Rothko: hanno creato cioè degli immensi spazi dove il colore viene ad assumere una sua forza singolarissima: forza di colore inteso
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equiparabile al Nobel: viene dato cioè ad un artista importante e meritevole, ma già un pochettino «ritardatario» rispetto alle correnti dell
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