Vocabolario dinamico dell'Italiano Moderno

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Il successo nella vita. Galateo moderno.

175201
Brelich dall'Asta, Mario 50 occorrenze
  • 1931
  • Palladis
  • Milano
  • Paraletteratura - Galatei
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, dunque, sarà quello per cui l'individuo saprà adattare la propria personalità all'indole delle circostanze, all'intonazione dell'ambiente. Chi, cioè, agirà

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si deve arrivare gradatamente. I rifugi non custoditi bisogna lasciarli nello stato in cui vengono trovati, cioè puliti ed in ordine. In alta montagna

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», cioè: il mondo vuol essere ingannato, perciò sia ingannato. I secoli che sono passati non hanno tolto il valore a questo saggio principio.

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periodo cioè che le donne siano esseri umani è esatto, ma ciò non consegue affatto dai due periodi precedenti, cioè dalla particolarità di aver due occhi

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Molti sono, a torto, dell' opinione, che il buon contegno sia una necessità per il pubblico, cioè: se sono solo, o in una società dove non mi

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mani vuote, cioè se non ha la spazzola, il gioco continua. Se invece ha indovinato, chi si è fatto cogliere con la spazzola in mano deve mettersi al

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saranno da dichiarare le tre figure, cioè fante donna e re, riprendendo il seguente giocatore la dichiarazione « uno » e così via. Notiamo che le

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Sopra un foglietto di carta rettangolare si scrive una frase e piegato in forma di triangolo, viene messo alla posta, cioè: dentro l'oggetto

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Il gioco consiste nell'obbligo di rispondere alle vane domande che vengono poste dall'organizzatore solamente con un monosillabo, cioè: sì, no, ma

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. Se l'uccello è rappresentato nel giuoco, il venditore grida: - Uccellino, vola via e torna a casa tua. L'uccello (cioè il giuocatore) nominato corre

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. Quando uno dei giocatori ha perduto dieci punti viene fucilato. Lo si pone ad una distanza di dieci o quindici metri ed il miglior giocatore cioè

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da cane. Quando i giocatori osservano che una lepre rincorsa dal cane si stanca, essi possono « tagliare la pista » cioè passare fra la lepre ed il

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, egli tira placidamente fuori il suo biglietto sul quale è scritto... « lo stesso » cioè semplicemente le due parole lo stesso ». Colui che sa leggere i

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moneta, cioè effettivamente la seconda moneta assicurando di averla estratta attraverso il tavolo stesso servendosi di forze occulte. Incredulità

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, come detto è preparata, cioè le si è praticato un foro sulla pancia sia forandola con un trapano, sia con un piccolo colpo secco servendosi di un

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Si è istituito un servizio di navigazione fra l'Europa e l'America di modo che ogni giorno parte dall'Europa un vapore alla stessa ora, cioè dopo

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lo spago si fa poi un laccio semplice che deve rimanere aperto cioè largo. L'altro capo dello spago viene legato intorno all'altro polso della stessa

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fiammiferi formando così un tetraedro, un corpo cioè limitato da quattro superfici uguali tra di loro e di cui ciascuna è un triangolo equilatero

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dell'altro capo, Cioè se la carta od il cartone fosse rosso da una parte e verde dall'altra nel primo caso si incolla in modo che il rosso di uno dei

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chiusa e dietro al tavolo si pone ritto il... nano, cioè colui che deve tenere la conferenza. L'aiutante infilerà sulle braccia un paio di pantaloni

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sotto il numero invertito, cioè l'ultima cifra per prima e la prima per ultima. Egli pregherà poi di far la differenza fra la cifra più piccola e quella

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cappello ed ecco: l'asso di cuori! Come si ottiene il miracolo della trasformazione? Semplicemente. La carta è doppia, cioè da una parte della carta è

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lettere, ma poichè in esso si notano 2 M, 2 U ecc., cioè ciascuna lettera è ripetuta due volte, effettivamente quindi le lettere impiegate sono 10. Si

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mescolarle si riprendono le carte e si fanno 5 mucchietti: cioè si dispongono le prime 5 carte una vicino all'altra, poi sopra la prima carta e così via finchè

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Per questo gioco si ha bisogno di una carta « preparata » cioè di una carta leggermente più lunga di quelle del mazzo di cui ci si serve. Mentre si

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Il monte di Venere si trova sotto il pollice; Saturno è sul monte del medio; Giove sul monte dell'indice; il Sole (cioè Apollo) sul monte

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cominciare il giuoco si fa la mano e cioè ciascuno leva una carta e, chi ha alzato la minore, fa il mazzo e dopo averlo coppato (fatto alzare

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La scopa, giuoco eminentemente italiano, si fa con un mazzo di quaranta carte. E prima si alza, e chi scopre la carta minore fa le carte. e cioè

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all'avversario e sei prendendone per sè. Quindi, scopre la 13 carta, che indica il colore dominante, cioè la briscola, o atout alla francese. Quegli

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banchiere che fa 21 d'amblé, cioè d'acchito, o di prima mano, ritira il doppio della posta da ciascun giuocatore, ad eccezione di quelli che avessero

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. Angelo ..... » XX. Mondo ..... » XXI. I Danari sono 14 e cioè: l'uno (asso) l'otto il due il nove il tre il dieci il quattro il fante il cinque il

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semplice. 5. Nel distribuirne le carte bada bene di non dar giuoco fallo, cioè una carta di più o di meno di quella che dar dovevi, perchè in tal caso

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nuovo i tarocchi e l'onoranza doppia, cioè di dieci punti al secondo, il quale è privo del vantaggio del secondo scarto. 3. Quando uno dei giuocatori

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per il matto. Le carte di trionfo sono 21 e cioè: 1. Il saltimbanco. 2. La papessa. 3. L'imperatore. 4. L'imperatrice. 5. Il papa. 6. L'innamorato. 7

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un sette. Per fare una terza, una quarta, una quinta, una sesta, ecc., tutte le carte debbono essere di uno stesso seme, cioè: in quadri, fiori, cuori

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(cioè fare tutto).

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colore dominante, può prendere con una carta del colore dichiarato, cioè: tagliare con atout. Il giuoco senza atout, invece, si volge senza colore

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dichiarante, si chiamerà la propria lunga, cioè quel colore dove si desidera che il compagno faccia la prima uscita, e ciò nella speranza di fare qualche presa

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. Flush o Flusso. - Giuoco di cinque carte dello stesso seme. Full. - Giuoco composto di un brelano e di una coppia, cioè due carte di identico valore

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i propri. Alla fine di ogni partita si segnano i punti di coda, come nel Bridge a quattro, e cioè 250 punti. Il vincente guadagna la differenza tra

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al giuoco. Prima di distribuire le carte (taluni vogliono prima di farle alzare) annunzia ai puntatori ch'egli brucierà - cioè dichiarerà nulle - un

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maiuscola dell'alfabeto, e cioè: P. A. D. T. Queste lettere son le iniziali di quattro parole latine: pone, rappresentato dal P, e quando rimane

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passe (oltre la metà e cioè da 19 a 36) e il nero (il colore); dall'altro tre caselle per l'impair (dispari), per il manque (cioè da 1 a 18), per il

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1. Quando i giuocatori sono due o più, ciascuno può giuocare per conto proprio, senza, cioè, avere un compagno. 2. I giuocatori fanno i colpi a turno

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giuocatori tirano per l'acchito, e cioè spingendo la palla contro la mattonella, dall'alto la fanno tornare verso quella bassa. Quegli, la palla del

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. Cantù Bene finito e che ha da aver fine non è felicità. La felicità vuol l'infinito nell'intenzione e nell'estensione, cioè l'immensità e l'eternità

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in trovare dei motivi per i quali appaia che chi l'ha intrapresa vi trovava il suo conto; in provare cioè che quell'azione era facile: le cose facili

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Pazienza. Una cosa sola dovremmo imparare, cioè la sofferenza. Gozzi. Si perde più tempo a fare in furia le cose, che a farle adagio. Chi va adagio

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per la cura del loro abbigliamento, cioè provviste di un istinto più delicato, da un'osservazione più pronta e più acuta. Gli uomini invece mancano

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di migliore educazione. In un sol caso è perdonabile omettere volutamente il saluto e cioè quando avviene di incontrarsi in un conoscente, che si trovi

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