tipologie: quelle, cioè, su cui si fondava la progettazione classica, fino al Bernini e allo stesso Borromini.
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materiale del vero soltanto, ove mancherebbe affatto la unica cosa che l'artista deve ricevere dalla vista delle creazioni della natura, cioè: «la
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fenomeno divenuto oggi frequentissimo, e cioè l’uso di mixed media, di intermedia, di forme artistiche che utilizzano mezzi espressivi diversi o che se li
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si rivela poi a posteriori, compiuta cioè sull’impressione che l’opera d’arte genera, non sull’opera in sé e per sé.
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che nel Settecento introspezione e socialità si accavallano e marciano più che mai di pari passo, e che, comunque, nell’arte occidentale luce (cioè
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precisa della storia dell’arte europea, e cioè nel Settecento, secolo di tutte le rivoluzioni, secolo ponte fra l’arte moderna e l’arte contemporanea
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Per primo, affronteremo il tema della luce: cercherò di raccontare il lungo viaggio dell’occhio umano nel visibile, cioè il modo con cui l’arte, nei
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È indubbio il fatto che rappresentando lo spazio l’artista voglia darci l’illusione della realtà, simulare cioè qualcosa che appartiene alla sfera
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vista scientifico, legandolo cioè alla fisica e all’ottica, oppure da un punto di vista psicologico-emozionale.
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Il termine sacra conversazione si riferisce al “colloquio muto”, fatto cioè di soli sguardi, tra la Vergine, il Bambino e i Santi. In genere la
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della creazione pura, contenuta e incanalata da una intelligenza attenta, vigile renda possibile lo sviluppo in collettività, cioè sfociare nello
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che evadessero completamente dal problema pittura scultura, e usare tutte le tecniche moderne cioè neon, televisione, radar, era spaziale, arte
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Quando cioè egli riesce a fissare il contenuto pittorico dell’opera mediante una idea embrionale, inizia il lavoro di evoluzione della forma
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scorcio, cioè come due elementi ben distinti dal piano frontale.
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netto, di una preistoria mafaiana (quando cioè l’artista nei suoi paesaggi raccoglieva «il vibrare cromatico capace di imprimere vita alle cose
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alcuni e cioè: Lorenzo Vespignani, Alberto Sughi, Giuseppe Zigaina, Ennio Morlotti, Gianfranco Ferroni. Giovanni Stradone e Fausto Pirandello.
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Non potremmo veramente oscillare che tra le qualità di plastica energetica incarnate in Michelangelo, quelle di ritmo lineare cioè di movimento più e
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Di creare cioè organismi trasfigurati per via di deformazione sistematica. Il sistema intendo di logica schiva e appartata che si manifesta nell'arte.
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costruzione di piramide obliqua. Cioè statica, cioè imprigionante il dinamismo organico, per l'eternità.
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Il soggetto in arte non è in fondo che l'opera stessa; l'oggetto diventa arte, evidentemente, diventando soggetto. Si è fatta cioè una miseranda
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Immaginate un artista che si diparta dotato profondamente per il senso della deformazione organica, cioè già intimamente alle fonti del dinamismo
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«Era fatale che Bologna soltanto potesse fornir l'arte la quale » -ma non si tratta di forniture commerciali ma di sviluppo artistico; di vedere cioè
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E cioè: che la storia dell'arte essendo storia del puro sviluppo stilistico non può basarsi che sulle opere stesse, poiché «i documenti ricordano
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della critica d'oggi, cioè troppo lontano.
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Eppure col 1616, cioè, io credo, poco dopo il suo ritorno da Roma, comincia la serie copiosa degli affreschi di Giovambattista Caracciolo.
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Quanto all'espressività estrapittorica, cioè sentimentale, s'essa ci possa servire a qualche rilievo per la posizione storica dell'opera, si può dire
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Qualche volta è un po’ pavona, e deliziosamente mendace: «Vengono ad una donna che è piena di questa merentia cioè di variar soggetti in dela mia
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», cioè dello studio di valori delicati su cromatismi preziosi di floridezze seriche, dello studio d'interni quasi casalinghi traversati da lumi intimi e
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sviluppo cioè tristemente retrogrado.
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Le cose si complicano quando si giunge al sommario e alla conclusione, cioè alle due storie dell'arte senese.
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pittura: il rinnovamento della composizione. Ed è questo il resultato più fertile di esplicazioni decorative, cioè artistiche. In che consiste?
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I due «pendants» col Trionfo di Flora e di Galatea non sono di scuola romana del '700, ma di Luca Giordano, cioè di scuola napoletana del '600 **.
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Per via d'indagine glottologica, cioè d'una nuova lettura di alcune iscrizioni del tesoro di Nagyszent-miklòs (Museo di Vienna) le quali sarebbero
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Questa seconda puntata tratta dell'attività di Paolo Veronese dal 1555, cioè da quando egli prende stabile dimora a Venezia.
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Gli affreschi della Sala ovale di Palazzo Rezzonico vanno posti nel 1753, cioè dopo e non prima dell'andata a Würzburg come altri ha ritenuto. Il
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E in verità di questi fatti negativi, e cioè di affermazioni puramente tecniche, la storia dell'incisione ribocca!
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Abbastanza note al pubblico sono le opere dell'ultimo periodo Veneziano del Lys, e cioè la Toilette di Venere ag1i Uffìzi, il San Girolamo ai
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, prima del 1615, cioè prima che tutti i grandi spagnoli si slattassero, si chiamino essi Espinosa, Zurbaran, o Velazquez.
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, cioè ideali umani, storici, che li ha esclusi in massima dal novero degli artisti, anche quando, in origine, non mancavano loro qualità liriche
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Il Toesca unisce a tutte queste un'altra opera che, sebbene guasta, reca ancora chiari i segni dello stesso artista; cioè la lunetta nella loggia
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Si trattava in tal caso di illustrare i mostri del cubismo, le sue involontarie cosmogonie, sciogliendole dalla loro complicazione formale, cioè dal
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sé medesimi, ma qualcosa d'altro, più rigoglioso d'atmosfera, più saturo di polpa; e cioè il quadro di Cavaglieri, ricco, cantante e sfrenato proprio
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tanto, nel difetto della critica pseudo estetica, sostituendo cioè all'opera d'arte figurativa una rappresentazione estetica il cui valore va
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Ché in sostanza non ci pare il P. fosse avverso ai nostri metodi di critica per quello ch'essi hanno di più singolare, e cioè come valutazione di
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Le note che seguono alla citazione dell'opera sono quelle «originali», risalgono cioè per intero ai tempi della mostra e segnano (credo utilmente) la
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Bellini educato a un mantegnismo raffinato, cioè come nervoso disegnatore entrare spontaneamente nel mondo della forma a piani e di un colorismo più
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noi: ma si salvò spaziandolo regolarmente e dotandolo di volumi regolari; riducendo cioè a forme semplici le estremamente complicate forme corporee
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Domando allora se non sia possibile che un altro equivoco non sia nato del tutto analogo a quello della Santa Giustina. E cioè: era in grado Alvise
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maggiore larghezza di piani un contorno più riposato e meno nervoso, che passa cioè dall'altorilievo e dalla finta statuaria allo stiacciato del
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quell'artista che ha saputo raggiungere mediante la pittura informale una maggior compiutezza e autonomia, e cioè Jean Fautrier.
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