Vocabolario dinamico dell'Italiano Moderno

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del Sarca. E accanto al conte Manci, alla sua destra,  ci  sono gli altri, i quali viceversa a quei tempi rispondevano
con sussiego che alla finanziazione e a pagare i debiti  ci  penserebbero loro. E adesso loro, cioè i radicali ci hanno
debiti ci penserebbero loro. E adesso loro, cioè i radicali  ci  hanno pensato, ci hanno provveduto o viceversa il conte
loro. E adesso loro, cioè i radicali ci hanno pensato,  ci  hanno provveduto o viceversa il conte Manci e la sua ala
che dicevano di non volerle e forse non le vorranno ancora?  Ci  sono nella lista di quelli che inaugurarono l’era
che in tal modo si faciliterebbe la posizione a Trento,  ci  s’indorerebbe la pillola. Per torre ogni dubbio, in seguito
il contrario di quello che si permetteva dicessi io, non  ci  sarei andato. Battisti rispose ch’egli, nel caso che si
a Trento stesso le ire sdegnose degli iperpatriotti che  ci  tacciavano di legittimismo austriacante; ora tutti i
conferenze, quante discussioni, quanti atti di energia  ci  vollero prima che l’idea trovasse ospitalità! Ora essa è
del paese, abbiamo prodigate tutte le nostre energie, e  ci  pare che per merito di essa ci possiate perdonare le altre
tutte le nostre energie, e ci pare che per merito di essa  ci  possiate perdonare le altre nostre mancanze! Per essa
si rompe il collo. - Noi non ce l’abbiamo ancora rotto, e  ci  pare già questo un successo così fortunato da dover
dice l’oratore, comprendiamo la situazione dei tedeschi e  ci  spieghiamo fino ad un certo punto il loro stato d’animo.
in questo ultimo periodo, specie quella dei cattolici. Essi  ci  dicono che faranno sempre appello al nostro ideale di
sempre appello al nostro ideale di giustizia cristiana e  ci  opporranno la forza dei nostri principi. Non abbiamo
furono richiesti del loro parere personale, era doveroso  ci  limitassimo a dire che la questione della frontiera
non con riguardo alle nostre esperienze locali, le quali  ci  hanno permesso tuttavia di aggiungere: in ogni caso meno
Siamo qui dunque sul terreno delle relatività umane e  ci  basti a dire che l’Italia è più vicina alla soluzione
Questo il contegno nostro, conclude l’oratore, che  ci  dà diritto di deplorare il contegno di certa stampa. Certo
Sopra noi regnava l’inquisizione del pensiero, ché non  ci  era lecito esprimere nemmeno la nostra simpatia verso la
nemmeno la nostra simpatia verso la nostra nazione e  ci  si educava all’ipocrisia, esigendo da noi dichiarazioni di
hanno procla—mato nel Trentino il regno della democrazia,  ci  si dimentichi della «scarpa grossa» che è la grande
l’autonomia o niente, o tutti i trams o niente, ed ora  ci  dobbiamo domandare: Come va colla ferrovia di Fiemme? Come
Qualcuno dell’opposizione grida: «E il Governo che non  ci  dà nulla!» Il Governo? Risponde il d.r Degasperi. Sì, il
Il Governo? Risponde il d.r Degasperi. Sì, il Governo  ci  tratta male e ha gran parte della colpa. Ma colpa ne ha
del nostro paese. È molto comodo dir sempre: Il Governo  ci  ha tutta la colpa. il Governo! Mentre lo si grida per
nostro concetto della vita  ci  preserva però anche dal pericolo inverso, dal fare cioè,
anima abbiamo portato con noi dalla società umana che  ci  si è sfasciata attorno alla società nuova che ci ha
umana che ci si è sfasciata attorno alla società nuova che  ci  ha accolto, un certo corredo di diritti naturali e di
sopra e al di fuori di ogni società umana (applausi). Ché  ci  accusate di tiepido amor patrio, quando reclamiamo per i
ogni velleità di rappresaglia per i torti subiti. Ché  ci  denunciate di scarso civismo, quando protestiamo contro la
volontà creatrice del nostro petto È anche diritto che  ci  si perviene per la costituzione austriaca, poiché quando
ricordarsi anche di noi e di riparare all’abbandono in cui  ci  hanno lasciati tanti anni. Ebbene, sapete chi è insorto
che si sazi la nostra fame con denari tedeschi? Capito?  Ci  vogliono sempre affamati perché ci trasciniamo sulle
denari tedeschi? Capito? Ci vogliono sempre affamati perché  ci  trasciniamo sulle ginocchia a chiedere soccorsi dal loro
una sola fratellanza trentina. Chiediamo al governo quanto  ci  perviene per il nostro risorgimento economico. Ma stiamo
una lista di nove candidati per ogni corpo. Quindi  ci  avete posto anche voi. Ma che cosa succede? Supponete che
spuntare quegli che più accomodano a loro e non a noi?  Ci  hanno già fatto intravedere che alla maggioranza riservano
assorbente del dominio straniero e questi gangli a che cosa  ci  ricongiungono se non alle fulgide tradizioni dei comuni
nostre libertà e di rivendicare le nostre autonomie. Non  ci  parlate semplicemente di decentramento amministrativo, cosa
rivendicazioni democratiche: era nel loro programma, e solo  ci  è grande conforto che questo corrisponda così bene
nazione. Quest’unione morale abbiamo quindi esaltato perché  ci  chiama ad un sentimento comune di grandezza, ci fa
perché ci chiama ad un sentimento comune di grandezza,  ci  fa partecipi di un patrimonio glorioso del passato, ci
ci fa partecipi di un patrimonio glorioso del passato,  ci  associa alle conquiste civili dell’avvenire e, facendo di
è attaccata ora e ab antiquo Fiemme col resto del Trentino?  Ci  sono le relazioni religiose, morali e linguistiche. I
è diverso, forse che si può parlare di un distacco?  Ci  sarà invece un mezzo più presto, più sicuro di locomozione
applausi). L’unico danno nazionale forse sarà che non  ci  saranno più i carradori che fanno sosta a bere l’acquavite
danari in ferrovia per speculazione privata? Nel paese non  ci  sono i danari, e chi li ha non li mette fuori. Mazzurana
certo riserbo. Tornata la pace e la libertà dei commerci,  ci  sarà la possibilità di studiare serenamente che cosa abbia
cosa abbia portato l’esperimento comunista in Russia. Se  ci  sarà vero progresso, chi potrà negarlo o impedire che si
affinché noi stessi possiamo uscire dalla crisi in cui  ci  ha lasciato il conflitto mondiale?
alle riviste e agli organismi colturali nazionali.  Ci  lagniamo di essere mai compresi e protestiamo contro chi
invadesse, allagasse tutte le nostre valli. In quell'epoca  ci  apparve come diga invincibile questo paesello di cui prima
Divinità creatrice nel nostro petto. È anche diritto che  ci  perviene per la costituzione austriaca, poiché quando
ricordarsi anche di noi, e di riparare all’abbandono in cui  ci  hanno lasciato tanti anni. Ebbene sapere chi è insorto
che si sazi la nostra fame coi denari tedeschi. Capite,  ci  vogliono sempre affamati perché ci trasciniamo sulle
denari tedeschi. Capite, ci vogliono sempre affamati perché  ci  trasciniamo sulle ginocchia a chiedere soccorsi dal loro
trentina (applausi vivissimi). Chiediamo al governo quanto  ci  perviene per il nostro risorgimento economico, ma stiamo
di gran parte di essa che oggi sente il bisogno di gridare:  ci  sono qui anch’io! e voglio dire la mia parola sull’assetto
e non si provveda senza aver sentito il loro parere.  Ci  sono infatti cose che tutti ritengono opportuno mantenere:
dal popolo. Essa contemperava i poteri della burocrazia.  Ci  si rinfaccia di voler fare del Trentino una repubblichetta.
degli enti locali. Su questo dobbiamo insistere anche se  ci  troviamo a cozzare contro l’accusa dei pavidi che volessero
della ripresa; a che tardiamo? E perché non si dica che  ci  cacciamo in questo lavoro con la presunzione di giovani
come segue. Al lavoro dunque con tutte quelle cautele che  ci  preserva dalle frasi vuote, dalle pose inutili, al lavoro,
dei problemi del progresso materiale del nostro paese,  ci  consentano gli avversari che ci preoccupiamo anche degli
materiale del nostro paese, ci consentano gli avversari che  ci  preoccupiamo anche degli interessi morali. Primo fra tutti
ad una bottiglia lanciandola nel mare col grido: «Che Dio  ci  conduca a terra!». Noi oggi, arrivati finalmente su questa
d’oggi, ricavandone ammaestramenti e considerazioni che non  ci  paiono senza interesse anche per i nostri lettori.
assidono sulle larghe spalle delle masse popolari. Ora non  ci  resta che segnare chiaramente la nostra via. Abbiamo
vennero discussi e precisati in altre adunanze, cosicché  ci  è parso sufficiente sottoporre alla vostra discussione ed
la parte radicale volle gonfiare l’importanza del voto,  ci  diede un significato di solidarietà trentina che non aveva,
minoranza. Noi domandavamo la chiave per entrare in pochi e  ci  rispondevano col catenaccio. Più tardi aggiunsero: “Forse
bisogna introdurre la rappresentanza proporzionale e quando  ci  sarete riusciti, allora, forse, vi daremo la rappresentanza
odierno, l’entusiasmo col quale si rispose all’appello,  ci  dicono però che il congresso era invocato dal popolo e che
Per un circolo bastano tre persone di buona volontà. Non  ci  sono quindi scuse ragionevoli per non farlo. Nel prossimo
azioni. Se saremo uniti, anche sul terreno economico, non  ci  sarà arte o malignità che valga a scuotere la nostra
— nell’affare e nella speculazione. In altro dibattito  ci  siamo occupati dell’organizzazione professionale. Nel campo
professionale trentina. Migliaia di non organizzati ancora  ci  attendono. Al lavoro! Altro esempio luminoso di
e provocanti. In occasione del congresso stesso un giornale  ci  schernisce quotidianamente, ed ebbe a scrivere che i
qui. Ora noi gli rispondiamo che certo, perché noi  ci  diciamo cattolici, non vogliamo con ciò affermare d’esserlo
ed a pregare che il Signore crei in noi un cuore puro e  ci  rinnovi lo spirito e lo facciamo con atto di doverosa
i nostri principi sono buoni e che a preferenza di altri  ci  stringiamo intorno al papa e al vescovo, lavorando per il
il quale premia un bicchier d’acqua dato all’assetato,  ci  userà misericordia anche per questa nostra azione cattolica
un pugno di sciovinisti imbevuti di fanatismo di razza, mal  ci  conosce. Dicano esser nostro vivo desiderio che fra i
che siamo già fuori di via o in decadenza, gli avversari  ci  guardarono con scherno. Ma s’acquetino! Non si tratta che
verso la meta, malgrado tutti i farisei, che in disparte  ci  guardano con sprezzo, nonostante qualche podestà, il quale,
che occupa un posto insigne, è stato augurato che noi  ci  possiamo unire agli studenti liberali e i socialisti per la
cioè della maggioranza del paese. Per tutta risposta  ci  hanno esclusi dai comitati. Per certa gente sono italiani
dei popoli redenti. Ridicola poi appare l’accusa che  ci  si muove da un’altra parte di volere la repubblichetta. Col
avevamo sperato, sognato un banchetto, e allora il sangue  ci  sale al viso e gridiamo colla voce soffocata dalla rabbia
dalla rabbia in faccia al presunto benefattore che  ci  deride: No, no, il tuo tozzo lo butto a terra e lo
come padroni, e mentre ai confini passo passo, piede piede,  ci  tocca difendere la nostra vita nazionale, anche più
della nostra nazionalità. Su questo piede di difesa in cui  ci  troviamo in questo accanimento continuo ogni arma nuova che
troviamo in questo accanimento continuo ogni arma nuova che  ci  viene tra mano serve a rintuzzare l’offesa, è
se il Governo non manterrà la sua promessa, per il nulla  ci  sarà sempre tempo d’agitarsi. Ora veniamo alla questione
più propizi, costellazioni parlamentari più favorevoli  ci  rendano possibile darle una stanza più sicura, più
del «tutto o nulla» nella questione dell’autonomia,  ci  ha messo al rischio di perdere nazionalmente oltre la valle
che fa del nostro io il centro del tempo e dello spazio che  ci  circondano — si sarà disegnato un proprio orizzonte al di
dobbiamo ancora tener conto della pressione governativa,  ci  rimane però la possibilità di attrezzarci per le battaglie
del socialismo il baluardo delle nostre organizzazioni, che  ci  costarono tanti anni di lavoro, non è necessario ricorrere
nostri fu tale, che quando la proporzionale amministrativa  ci  portò alla collaborazione con tutti i partiti, la nostra
fra i nostri un po’ di titubanza. Gli urloni in giugno  ci  avevano colti un po’ di sorpresa. Ma è bastato che noi
l’esperimento. Più alto che arrampica la scimmia, più  ci  si vede la coda (applausi). Che cosa sono costoro se non
da noi e per il resto imitano i socialisti. Per costoro non  ci  sarà via di mezzo: o avvicinarsi al movimento popolare o
contro i popolari. Perché? Ammettiamo che anche in noi  ci  sia qualche mancanza, che anche il nostro partito non le
una concezione dinamica — mi si passi la parola di voga —  ci  porta a conoscere i nostri tempi ed a muoversi entro il
e della terra: come dunque non conoscete i tempi in cui  ci  troviamo?» Ed ecco, o signore e signori, quello che volevo
fatto noi, cristiani, noi cattolici? Mentre gli avversari  ci  hanno preceduto nelle aule parlamentari e in tutte le
del passato. Nel parlamento, nella vita pubblica  ci  siamo entrati finalmente, a fatica, dopo che gli altri
è una pagnotta, una pagnotta di pane nero, se volete, che  ci  offre il Governo; ma noi abbiamo fame e dobbiamo mangiarla
tengono di questi giorni la stampa e i deputati tedeschi,  ci  dovrebbero persuadere che è far loro un grande favore
l'opinione pubblica; mentre per il Malfatti e il Mazorana  ci  volle uno studente a proporre il voto di sfiducia e si
su come robusta e fiorente virago. Dopo un inverno breve  ci  troviamo nella nostra primavera. Ma non siamo soltanto
cresciuti di energie, di coraggio. Tuttavia ogni qual volta  ci  troviamo a rendere conto ai nostri amici, ne chiediamo il
in mezzo, ma contro lo spirito anticristiano di oggidì, né  ci  lasciamo come il piombo inerte fondere in qualunque forma
proporzione, ossia una sproporzionata proporzionale. Qui  ci  volle della malafede! (Applausi).
governativo, il dr. Silli! (Applausi e battimani).  Ci  dovremmo quindi chiedere: se tante sono le diversità di
da conforti, e noi che gli siamo cresciuti d’attorno  ci  siamo dovuti dire spesso la nostra meraviglia nel vedere
avversari hanno scritto come per ischerno che Don Gentili  ci  ha imposta la dittatura, tanto forse per confermare col
crediamo migliore di noi, ma perché l’insegnamento ch’egli  ci  dà lo fa risalire alla Chiesa, al nostro Vescovo, al Papa,
alla Chiesa, al nostro Vescovo, al Papa, nei quali egli  ci  addita di trovare le ragioni del nostro lavoro e della
si potrà chiedere un ricambio di solidarietà, che anche voi  ci  aiuterete a promuovere la continuazione della Lavis-Cembra.
si potrà chiedere un ricambio di solidarietà, che anche voi  ci  aiuterete a promuovere la continuazione della Lavis-Cembra.
Non impicciarti con società o, alla più, sta là dove  ci  possono star tutti. E per fortuna le poverette trovano
in proposito! Da questa atmosfera infida parve un giorno  ci  dovessero liberare i socialisti. Erano giovani e si
e riscuotere il paese a quella vita, di cui oggi appunto  ci  rallegriamo. Ma è strano che di tutti quei rumori non sia
decisamente avevamo preso le parti di uno dei combattenti e  ci  eravamo dichiarati per una soluzione radicale, si gridò:
quando ritornerà non penserà più come me ed è meglio  ci  avvezziamo ora a trattarci con deferenza. Nessuno vorrà
del male, non colpiscano nel segno. Sì, dall’università  ci  venne il paganesimo intellettuale, se non sempre la crisi
osservatori? No, noi abbiamo ascoltato la voce del dovere,  ci  siamo stretti in un fascio, abbiamo spiegato la nostra
del nostro programma la parola cattolici. E a questo scopo  ci  soccorre la fede che solleva i cuori e la scienza che arma
guelfi, voi, forse, il ghibellinismo di cinquanta anni. Ma  ci  parve meglio ridergli in faccia. E così dovrei far oggi e
mentre il resto è cosa privata? Signori, non è vero! Noi  ci  inchiniamo solo innanzi a un Vero supremo indipendente e
tutto! Nella pratica della vita questo principio non  ci  ha impedito di accorrere ogni qualvolta lo richiedesse
democratici o aristocratici già fatti. O che da giovani  ci  si avvezza a ridurre il mondo ai giornali che si leggono e
di modestia, o signori, se noi, studenti cattolici,  ci  mettiamo senz’altro fra i democratici. Io credo che nessuna
democratici cristiani. Ma questo spirito democratico che  ci  anima, non è, o signori, una concessione alle tendenze di
l’assalto, gridiamo rivolti a tutti: Alle dighe; e vi  ci  lanciamo per i primi!
più agevolmente di quello che non sperano gli avversari.  Ci  rincresce di dover combattere su tre lati; ma anche se i
di dover combattere su tre lati; ma anche se i leghisti  ci  attaccano alle spalle, so che voi saprete battervi da
a Trento colle citazioni di S. Paolo. Bisogna quindi che  ci  battiamo con tutta la forza per la difesa dei nostri
sta bene ricordare il progresso di un’idea perché  ci  serva nell’avvenire come ammaestramento, quanto presto cioè
pubblico. Oggi è anche buono ricordare le ragioni che  ci  hanno mosso a una simile propaganda e ci hanno spinti a una
le ragioni che ci hanno mosso a una simile propaganda e  ci  hanno spinti a una tale conquista. Anzitutto noi volevamo
equità e a maggiore oggettività. Il secondo motivo che  ci  ha spinti a questa propaganda fu di carattere politico
a battaglia sul campo del nostro Trentino. È qui dove  ci  troviamo di fronte, qui il paese che contrastiamo. Entrando
solo il principio cristiano della fratellanza umana,  ci  dà fiducia che si elabori in Europa un assetto di
chi sa quali spropositi toccherebbe di dire a noi, se  ci  mettessimo a parlare del Brasile. Ma l’errore sta nel
[simili] criteri dell’atteggiamento degli uomini di Chiesa,  ci  mettessimo a classificarli l’uno come cardinal Federigo,
trova il piano finanziario fatto nel I Congresso cattolico,  ci  dice che molti dei nostri amici non aspettavano che il
raccomandò, che anche nelle adunanze della società politica  ci  si adoperasse per la diffusione della stampa; s’inculcasse
non si è sviluppato il movimento cattolico sociale e non  ci  si è impadroniti dell’opinione pubblica, coi danni che ora
forme politiche agli stati; l’evoluzione economica di oggi  ci  darà una nuova costruzione della società, la quale del
il clima inabitabile, il suolo ingrato e la rude natura che  ci  aveva insegnato ad usare delle nostre forze, occupò di
a termine fisso. Non bisogna dimenticare che codesta (e  ci  si perdonino i termini bellicosi, applicati ad
vorranno. E se il settimanale socialista a questo riguardo  ci  attende in atto di sfida alle prossime elezioni, noi gli
stesso, se i suoi avversari hanno ragione. Ma l’accusa che  ci  si fa di perdere di mira gli interessi generali del paese,
incominci, salutandovi con tutta l’effusione dell’anima.  Ci  rivediamo dopo cinque anni ad una prima assemblea politica
volte nelle ore oscure del lungo esilio un’immensa angoscia  ci  piombò sull’anima al pensiero che l’opera di tanti anni di
sulla continuità della fede e dei buoni costumi. Noi  ci  siamo guardati d’attorno e abbiamo ammirato le nostre
Vega, non esca che nebbie pel capo, è il cuore, l’amore che  ci  vuole. Sì, o amici, l’amore grande a Cristo, alla nostra
a convocare il consesso, quantunque io a questo non  ci  tenessi molto, primo perché di fronte al Ministero bastava
del 5 luglio nel ministero delle ferrovie. Il giorno prima  ci  eravamo raccolti ad una conferenza nel club parlamentare