dunque un luminismo in chiaro, con ombre leggere ed argentee, come quello che in quegli anni si poteva vedere nei migliori dipinti del Reni o del Sacchi
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è ormai chiaro che il Bernini e il Borromini rappresentano i due poli opposti della cultura barocca, il Cortona, architetto- pittore, si avvicina
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, nel cui marcato verticalismo è chiaro l’intento di porre sulla vasta chiesa del Corso un accento che la distinguesse nel panorama romano folto di cupole
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scorcio delle ali prospettiche. È chiaro che qui il Rainaldi ha presenti due soluzioni recenti di Pietro da Cortona: la facciata di S. Maria della
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con quelli del ben chiaro sistema struttura a croce greca, che distribuiva simmetricamente vani equivalenti; e, se giunge così a una viva animazione del
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su di essa, con trasparente allegoria, il Bernini imposta la soluzione architettonica di piazza S. Pietro. Ma è anche chiaro che, se le colonne
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non stesse ritraendo il gruppo infantile, è chiaro: non ci si mette alle spalle dei modelli per ritrarli di faccia, e poi è chiaro che il gruppo è
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nella fase di fenomenizzazione o visualizzazione del progetto. Quanto alle maestranze, è chiaro che nelle diverse epoche e nei diversi paesi i
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L’atteggiamento, che potremmo chiamare pre-fenomenologico, del Guarini è chiaro già dalla cura con cui elimina dalla progettazione ogni pregiudiziale
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nello spazio. Ma se la forma architettonica è, per ipotesi, sensibile ad un evento, è chiaro che essa è pensata non soltanto come stante, ma come
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, la massima monumentalità col minimo mezzo. Nel modellato diretto è chiaro il gusto di sottolineare quella che potremmo chiamare la oggettualità dell
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la mancanza, venga distinta dall’arte religiosa, che dunque è valutata come un genere imperfetto. È dunque chiaro che, per pittura di storia, Webb
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invincibile riluttanza a lavorar dal vero: e dice ben chiaro che l’oggetto della imitazione dell’artista è la società. È già discutibile se un quadro di
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foglie. Intorno a persone che hanno ben chiaro il concetto del proprio peso e del proprio posto sociale, e una sicura veduta della realtà, non può
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È chiaro che, se all’origine della pittura di paesaggio sono immagini mentali o mnemoniche (come quelle della «storia») e la mente dell’artista è
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comunicazione, anzi esclude dal mondo. Perciò il «sublime» è programmaticamente ermetico allo stesso modo che il «pittoresco» è programmaticamente chiaro, fino
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caratteri e di casi umani, di cui è fatta la società. Non bisogna dimenticare che la teorica del «sublime» appare quando il paesaggio chiaro ed aperto dell
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sulla propria storia, e non già per trovare una soluzione, ma per scoprire il segno della contraddizione anche là dove tutto pareva chiaro come il
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