, con i maestri veneti del Cinquecento (si ricordi il giudizio dello Zuccari sul “giorgionismo” della Vocazione di san Matteo) ed è chiaro che, nel suo
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significato simbolico è tanto più chiaro quanto meno la presenza delle colonne può spiegarsi con una ragione statica. Nel colonnato di San Pietro le colonne
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sembrano i minimi e sono i più certi valori. Dove un Le Brun, pittore di sovrani, non vede che il “logico” contrapposto di chiaro e di scuro, Le Nain vede
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. Irriferibili a un principio spaziale tutti i valori si precisano per relazioni reciproche: per il risalto di un tono scuro su un chiaro, di un caldo sul
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chiaro che si tratta di pretesti, se non di uno schermo ipocrita (ma in questo il Seicento era un secolo di pochi scrupoli) per coprire un interesse
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La costanza del tipo non cancella le differenze delle persone artistiche: l’esperienza è pur sempre un’esperienza individuale. È troppo chiaro che
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correnti religiose, è chiaro che l’unità religiosa è spezzata e che l’uomo, avendo davanti a sé un’alternativa, deve scegliere: la scelta, s’intende
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come grandiosa affermazione del valore autonomo e intrinseco dell’immagine. Nei teorici del Seicento è ben chiaro il concetto che lo “ingegno” tipico
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effetto di sollevare e purificare l’animo di tali passioni” (Poetica, IV), è chiaro che la definizione si adatta perfettamente al “tipo” della
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tappa sulla via di Roma"; ed è chiaro che il Wren, con quel suo giudizio, non si riferiva tanto alla grande architettura monumentale, che a Roma
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“sentimento del monumentale” nell’arte barocca: ed è chiaro che in questa dimensione illimitata rientrano tanto la natura che la storia. Perciò
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e alla meraviglia, ed è chiaro che la prima è il mezzo della seconda; ma ora sappiamo che l’illusione, come fatto psicologico non meno che visivo, non
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