Vocabolario dinamico dell'Italiano Moderno

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Fisiologia del piacere

170055
Mantegazza, Paolo 18 occorrenze
  • 1954
  • Bietti
  • Milano
  • Paraletteratura - Divulgazione
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clima del cuore, e non resiste alla brezza gelida del nordico intelletto. Chi osa farne lo studio, si trova fra mano uno stelo avvizzito, poche foglie

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difendendola con tutta la forza delle sue manine da chi fa l'atto di volergliela togliere, piangendo grida: È mia. Il re, che comanda milioni di uomini, e che

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che chi ama con trasporto il suo cane ha un cuore sensibile e generoso; mentre altri, rammentando con un sogghigno il canarino e il gatto della vecchia

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molto diverse, secondo che chi ce le ispira ci è più o meno simpatico. Senza sapercene dare la ragione, molte volte, al solo vedere un individuo, noi

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dell'amicizia costituiscono alcuni dei più preziosi gioielli dei tesori del cuore; e sono feconde di tale voluttà, che chi ebbe la fortuna di provarne

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non possiamo difenderci, il piacere cessa e la sensazione, diventando insopportabile, ci induce a difenderci colla fuga o con vie di fatto da chi abusa

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. 753. Gioia di amare chi non ci ama. N. 753.300. Gioia di aspettare. N. 758.357.000. Gioia di guardarsi per la milionesima volta e di sorridersi senza

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parole di un estremo saluto. Un nostro grande scrittore ha lasciato: «Guai a chi non può pensare a sua madre!», e con queste poche parole ha detto quanto

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dall'accordo della religione e della morale, misura la perfezione del culto di Dio, e beato chi potrà dire a se stesso: «Io sono un uomo religioso, perchè

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sproporzionata alla debolezza delle loro facoltà mentali, non viene ricompensata abbastanza dal piacer di sapere. Chi arriva sulla cima del monte stanco e

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Chi volesse definire il ridicolo per una deformità senza dolore, non abbraccerebbe nella sua definizione che una piccola parte di oggetti ai quali si

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la gioia ci preserva fino ad un certo punto dal dolore. Così chi è tormentato dal dolor di denti non può sicuramente rallegrarsi dinanzi allo

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cutanea accompagnata da prurito, prova un piacere molto intenso nel grattarsi, lacerandosi le croste e le squame che gli deturpano la pelle. Chi ha una

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da chi ne gode o ne abusa; sicchè nel nostro modo di sentire e di pensare, senza saperlo, paghiamo a caro prezzo gli errori dei nostri padri, e

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mente non abbia che pallidi bisogni. I piaceri del sesso hanno poi un'importanza molto diversa nella vita dei singoli individui. Chi è capace di godere

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patologiche. Chi rifugge dal solo odore del formaggio, non ha certamente diritto di chiamare patologico il piacere di chi trova delizioso un pezzo di

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meglio seppero, le preziose qualità del succo dell'uva. E per chi avesse scrupoli a questo riguardo, potrei anche citare le belle parole di san Crisostomo

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piacere ha molte origini diverse, e chi lo vuole spiegare forzandolo sotto il giogo di una teoria artificiale, inganna se stesso, e mostra di non

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Come presentarmi in società

199901
Erminia Vescovi 29 occorrenze
  • 1954
  • Brescia
  • Vannini
  • paraletteratura-galateo
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particella della sua sovranità, ne è l'inesorabile difensore, e ama farla pesare su chi gli sta dinanzi. Ciò accade specialmente nei giovani e in quelli

conversare con chi incontra, di guardare e... farsi guardare, di attendere ai suoi interessi. Ma adagio. I diritti dell'uno son diritti anche degli altri, e

eccezione solo nel caso di una grande celebrità... E invero, chi potrebbe usare la formula consueta: «Signora permetta che le presenti... Guglielmo

maggiore, non così è per i concerti e tanto meno per le conferenze. Chi si reca a un concerto deve mettersi in mente che va a rendere omaggio all'arte

sacrifici anche non lievi pur di potere viaggiare e conoscere genti e bellezze dell'Europa e del mondo. In ogni modo, anche da noi chi è veramente in grado di

l'apparenza dello sforzo, che fan pena a vedersi e indicano persona poco assuefatta alle civili relazioni. Chi sta duro o impalato sembra un superbo

Secondo la legge della reciprocanza tra doveri e diritti, chi si studia in tutto e per tutto di essere amabile e cortese avrebbe ogni ragione

proprie. E vediamole subito. Come chi si presenta in casa altrui dev'essere decentemente vestito, colui che scrive avrà tutta la cura per l'aspetto della

ogni modo, lo scolaro deve addurre la sua ragione, e, se è ritenuta valida, ringraziare chi gli usa cortesia. A scuola si va sempre decenti e ravviati

fatta al padre della fanciulla, o a chi ne fa le veci, oppure al tutore. Solamente se l'aspirante fosse uomo ormai maturo, potrà andare direttamente a

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all'altra mano per averla libera. E chi avesse il sigaro in bocca, se lo tolga colla sinistra, e si scopra colla destra. Ma ora che gli uomini vanno

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La cortesia reciproca esige o suppone il rispetto, come base fondamentale. Ma come potrà esigere il rispetto degli altri chi mostra di non rispettare

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soli. Chi si avvezza a essere scorretto nella persona, nell'atteggiamento, nella voce, allorché non teme l'altrui testimonianza, si avvezzerà

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che si mette al suo posto, salgono poi le altre secondo il loro grado: ultima chi fa gli onori. Nel discendere si tien l'ordine opposto: l'ultima è la

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mai necessari, perchè l'ambiente conservi quella piacevolezza e quella vera libertà che riesce così cara a chi deve o ama passarvi qualche tempo

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deve essere mutata almeno una volta alla settimana, le calze assai più spesso. Chi poi si presentasse in pubblico colle vesti sbottonate, colle scarpe

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faccia silenzio, o si parli brevemente, occorrendo, a voce sommessa. Non c'è nulla di tanto sgradevole, per chi siede ai prossimi tavolini, e gli

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chi va al teatro unicamente per godere la sublime elevazione di spirito a cui lo rapisce la musica o il dramma, e forse per quella volta sola, e a

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esporle in pubblico. Non parli se non chi realmente si sente capace di dir qualche cosa di nuovo e di utile, e di esporre le proprie idee con

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i balli mascherati, e i balli pubblici e i balli da bambini, e chi più ne ha, più ne metta. Prima di tutto, è bene risolvere una questione che molte

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tutto materiale. In realtà, chi tiene al sacro fonte un bambino o chi lo presenta alla Cresima ne assume una paternità di secondo grado, che si palesa

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tempo in poi! Tuttavia c'è chi repugna ancora a usarla, e preferisce la parola domestico. E sia pure. Ma osserviamo che, alla fine, il domestico è

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della vita. E non meno grande è il piacere di chi viene, quando sa che il cuore gli è aperto come le braccia, e che la sua presenza non porterà nessun

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avvedutezza, il suo gusto e le sue preferenze. Perchè un dono sia ben fatto, dev'essere adatto alle condizioni economiche di chi lo fa e di chi lo

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Ma tutti possono tuttavia con un costante imperio sopra di sè, coll'imitare il contegno di chi sa ben comportarsi, sfuggire almeno ciò che può essere

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saper a chi ubbidire, e tutti i convitati devono aspettare che la gran questione sia decisa. In famiglia si servono prima i genitori, poi i figli; quando

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un bruto, ma chi tocca appena i cibi, chi mangia a fior di labbra, chi crede di mostrar la sua continenza e la sua fine educazione col rifiutar quasi

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si aggiri sempre su argomenti sublimi, e tanto meno che chi parla, a volta a volta, assuma il tono di conferenziere. Tutti devono trovar posto nel

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come si devono interpellare le persone. Sempre nel modo più onorevole, col titolo più alto che loro compete. Ognuno sa a chi si deve dar

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«Corriere dei Piccoli» 41, Anno XLIV (10 Ottobre 1954)

351742
AA. VV. 3 occorrenze

Or saper vuole il vicino chi ha spezzato quella frasca. Non sa nulla il birichino, dalle nuvole egli casca.

Intanto il nostro Don Chisciotte, chi lo ferma? In uno sgangherato galoppo, egli avanza verso l’impari tenzone. Solleva intorno una nuvolaglia di

- si mette a roteare, e con un massiccio urtone manda a carte quarantotto cavallo e cavaliere. Non si sa chi dei due compia il volo più grande: ma è

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