CHI è che in certo modo può dirsi il falso amico per eccellenza? Io credo sia un libro cattivo, poichè l'amico il quale ci tradisce o ci insidia
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l'eterno amore, e noi dobbiamo esserne oltremodo gelosi, poichè guai a chi abusa dei doni celesti! Vi ha un amore di carità che dobbiamo a Dio come
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promuovere la sua gloria. Tu infine servi, preghi, confessi Dio davanti ai buoni come davanti ai tristi, davanti a chi te ne loda come a chi te ne
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io amo credere un'eccezione chi non lo è, ed esorto te parimenti a credere buono chi non è palesemente e pubblicamente cattivo. Ma appetto di questo
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damigella sei soggetta tu stessa al dominio di chi la governa, e talvolta te ne fa sentire tutto il peso. No, non la dire quella brutta parola, e persuaditi
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, tenta rapirci il merito di tutto quanto facciamo, per renderci poi tristi e scontenti. Ed infatti chi si lascia dominare da questa brutta passione, è
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. Chi ha fratelli e sorelle è obbligato a regolarsi con essi in modo amorevole, conveniente, e valevole a cementare e ad aumentare l'affetto che tra essi
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riposo in epoche determinate presso tutti i popoli e tutte le religioni del mondo. Sai chi non ha bisogno di riposare? Chi mai non lavora. Fino il bue
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capace di qualche cosa, ne lodi il Signore, cui unicamente deve renderne grazie; ma si guardi dall'invanirsene. E chi vorrebbe imitare il pavone che
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crudeli ferite, e riabbracciavi amorosa chi t'aveva derubata ed ingannata nell'animo, nella pace, nelle sostanze. Io t'ho vista coperta di povere vesti
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rendono poi così stridula ed ineguale da far pietà a chi non ha lena di riderne. In generale tutte coloro che in un modo o in un altro si sforzano di
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sufficiente virtù per dedicarsi per sempre col corpo, coll'anima, colla volontà, con tutta sè stessa allo Sposo celeste. Chi non ha in dito l'anello di Dio o
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guida, gli accenti, alla mia cara Immacolata, prenderò parola a Lei. E chi più della Madre nostra Maria è stata una signora poveretta, e non solo
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fiduciosi ora che hanno invocato quella pietosa che non sa niegare grazia alcuna a chi con confidenza a lei ricorre... Escono di chiesa alquanto consolati
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, quasi inviato da potenza ignota, e senza lasciar tempo di ricoverarsi a chi si trovava per istrada, cadde un diluvio, non di pioggia, ma di gragnuola, e
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ogni altra; guai a chi ad essa non s'abbranca! E che cosa è mai, e dove mai si trova questa forza motrice che ci conduce a salute nella bonaccia morale
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coloro che sono figli di Dio; e chi non è figlio del Padre nostro che è ne' cieli? Il Signore a questa petizione non ha messo restrizione di sorta, nè ci
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surrogarla e di supplirla non può essere se non una contraffazione malefica, o, il men che sia, inutile e di sola apparenza. Chi pacificamente si gode un
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cose si ammettono in teoria, e si lodano altamente, ma nella pratica non si sa introdurle, e sovente chi si fa apostolo d'una virtù è ben lungi dal
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bestemmiato e maledetto come un malfattore. E chi non resta commosso all'accento pietoso con cui il morente Salvatore prega pe' suoi crocifissori
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che ti venga insegnato ciò che non sai, per avere un'arme in mano da poter dire a chi cerca ingannarti: questo non è bene, è male; questa non é realtà
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nell'andare su e giù per le contrade. Chi non fatica non merita, e chi non lavora non riposa: sono due verità incontrastabili ed applicabili ai
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dirizzati sulla retta via. Iddio ha detto e ripetuto che è riservata la vittoria a chi combatte; ecco con ciò spiegato quest'urtarsi dentro di noi del
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favor popolare. Per chi guarda e considera unicamente gl'interessi temporali dal lato materiale, pare questa la più grande ventura; ma per chi valuta
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comunicano loro una soavità ignota per sempre al mondo ed ai mondani. E chi leggendo la stupenda poesia del Torti sulla Fede, allorchè egli parlando della
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di noi, ci calunniano, ci vogliono o desiderano male? Se possiamo, procuriamo una conciliazione; siamo noi i primi a stringere la mano a chi ci odia
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, la quale in chi ammaestra, oltre un'anima adorna di pietà non comune, di virtù e specialmente di prudenza, richiedeva una perfetta cognizione del
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Chi è l'ultimo a parlare? . . . . . . . . 804 Gli ultimi saranno i primi . . . . . . . . . 812 Una parola difficile . . . . . . . . . . 821 Virtù
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PROPRIETÀ LETTERARIA È assolutamente vietala la ripruduzione anche parziale della materia contenuta nel presente volume. Contro chi ne facesse
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quasi mai e non vuol che gli altri escano, si stabilisce nel salotto e tutti devono star fermi e zitti. Se s'avvede che, chi con una scusa, chi con
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valore che potesse durar in famiglia, e chi non poteva spendere, recava un lavoro od una reliquia di casa, un oggetto d'argento o d'oro, tenuto lì in
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si rimpiange. Diciamolo francamente. A poco, a poco, sotto un pretesto o l'altro, i lutti si abbreviano, e chi vive della esistenza irrequieta e
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come spugne, schiamazzano come studenti, rispondere a chi vuol frenarli: - Eh! via, siamo in campagna! Sembra davvero che nel proprio bagaglio di
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. Ma questi sono guai di secondo ordine: chi invece ci salva dagli irrequieti? Arrivano, balzano dalla cittadina, di cui il cavallo trafelato pare che
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figlie, le esorta alla pazienza, alla bontà, ma senza prediche, con la dolcezza indulgente di chi ha vissuto e sofferto molto, senza perdere la fede in
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, baroni e marchesi di terre lontane, Polonia, Brasile, Russia che si trovano negli alberghi. Spesso, chi ha avuto intrinsichezza con questi, scopre poi che
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soli negli alberghi quasi deserti; in lnghilterra, chi appena lo può, si adatta anche a lungo viaggio per ritrovarsi coi suoi in genere, chi ha una villa
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fatti segno, all'interesse, stimano ed apprezzano molto di più chi rimane semplice e si mostra conscio della propria dignità di persona per bene. In
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falso, anzi perchè falso, è pregiudizio accreditato e messo in pratica. Ma non è punto così, e quella creanza che consiste nel far di cappello a chi
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assolutamente, a chi lo porta, l'impronta del cattivo gusto, un'impronta che spesso induce a giudicar male la persona medesima. È positivo che anche
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condanni, ognuno intende che è usanza biasimevolissima e che non è meraviglia se chi la segue si espone ad udir qualche scortese ripulsa. Nelle
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poco meno che una colpa, lede la morale insieme ed il galateo. Sia cattedrale, sia sinagoga, sia moschea, chi vi mette piede deve rispettar l'ente cui
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abituali che le signore si fanno in un giorno fisso, e quelle fra vicine ed amiche. Per le une come per le altre, la norma principale di chi viene è
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proposito, interrogar con arte, sì da mostrar interesse nel discorso e da spinger chi parla a sviluppare i suoi concetti; per ottenere questo risultato
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invece un'estranea di onorarvi, non lo posso ammettere però, e consiglio chi desidera aver fama di persona veramente educata a non escludere alcuno per
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chi, per quanto ella sa, non ha conoscenti, venga messo in rapporto con qualcuno. Di solito ad una veglia di gala si vien verso le dieci; però vi son
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si quieti la commozione di quella comparsa; chi entrasse allora non gli si baderebbe... Ma lasciamo queste celie e veniamo al sodo. Ai balli ci vuol
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occupano i buoni posti; gli è quando si tratta di principi od alti dignitari. Chi abbia in palco un forestiero di grado ragguardevole, od attempato, può
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flauto; c'è chi sbadigliando vi giura che ricava gran diletto dalla musica dell'avvenire, e chi non vuol saperne che della Traviata e delle cavatine
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racconta a chi la vuol udire ed a chi non ci tiene, che la signorina tale è costretta dalla famiglia a sposare un uomo che non le piace, che anzi ha
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Accademia della crusca
